Iannaccone, Francesco (2013) Alternative agli antibiotici nel coniglio in accrescimento: effetti sulle performance in vivo e sulle caratteristiche delle carcasse e delle carni. [Tesi di dottorato]

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Tipologia del documento: Tesi di dottorato
Lingua: Italiano
Titolo: Alternative agli antibiotici nel coniglio in accrescimento: effetti sulle performance in vivo e sulle caratteristiche delle carcasse e delle carni
Autori:
AutoreEmail
Iannaccone, Francescofrancescoiannaccone@hotmail.com
Data: Aprile 2013
Numero di pagine: 152
Istituzione: Università degli Studi di Napoli Federico II
Dipartimento: Medicina Veterinaria e Produzioni Animali
Scuola di dottorato: Scienze agrarie e agro-alimentari
Dottorato: Produzione e sanità degli alimenti di origine animale
Ciclo di dottorato: 25
Coordinatore del Corso di dottorato:
nomeemail
Cortesi, Maria Luisamarialuisa.cortesi@unina.it
Tutor:
nomeemail
Bovera, Fulviabovera.unina.it
Data: Aprile 2013
Numero di pagine: 152
Parole chiave: Coniglio,alternative agli antibiotici, performance di accrescimento
Settori scientifico-disciplinari del MIUR: Area 07 - Scienze agrarie e veterinarie > AGR/20 - Zoocolture
Depositato il: 11 Apr 2013 08:30
Ultima modifica: 22 Lug 2014 13:14
URI: http://www.fedoa.unina.it/id/eprint/9210
DOI: 10.6092/UNINA/FEDOA/9210

Abstract

Lo scopo del lavoro di tesi è stato quello di valutare diverse alternative all’uso degli antibiotici nell’allevamento del coniglio. Innanzitutto sono state studiate le performance in vivo, la digeribilità dei nutrienti, le caratteristiche di fermentazione, nonchè la composizione della popolazione microbica ciecale di conigli alimentati con la stessa dieta di base, ma sottoposti a tre diversi trattamenti alimentari. Un totale di 144 conigli ibridi Hyla sono stati omogeneamente suddivisi, allo svezzamento (35 giorni) in 3 gruppi: 1) senza aggiunta di alcun additivo; 2) con aggiunta di antibiotici; 3) con aggiunta di 1g/kg di alimento di MOS. Dai risultati ottenuti si evince che i MOS, usati ad una concentrazione di 1g/kg di dieta, possono essere utilizzati come alternativa agli antibiotici nei conigli in fase di accrescimento, in quanto apportano effetti positivi sul peso corporeo, sulla digeribilità dei nutrienti e sull'attività fermentativa della popolazione microbica ciecale Nella seconda prova, è stato studiato l’effetto dei mannanoligosaccaridi a differenti concentrazioni (0.5, 1.0 e 1.5 g/kg di dieta), sulle perfromance di accrescimento, sulla digeribilità dei nutrienti nonché sulla qualità delle carcasse e delle carni di conigli durante la fase di finissaggio (da 60 giorni ad età di macellazione 82giorni). Per la prova sono stati utilizzati 512 coniglietti di 60 giorni di età, appartenenti al tipo genetico ibrido Hyla omogeneamente divisi in 4 gruppi. Dai risultati, emerge che l’impiego di MOS in quantità crescenti da 0 a 1.5 g/kg migliora in maniera lineare l’indice di conversione alimentare dei conigli durante la fase di finissaggio. Inoltre i MOS possono migliorare la qualità della carne modificando il profilo degli acidi grassi, con una riduzione della quota degli acidi grassi saturi, un aumento dei monoinsaturi e una riduzione dell’indice trombogenico. Nel terzo lavoro, si è provato ad utilizzare, mediante tecnica spray, il Lactobacillus Plantarum a coniglietti lattanti per verificare una eventuale colonizzazione del batterio nell’apparato digerente, nonchè per valutare gli effetti sulle performance di accrescimento, sull’andamento delle fermentazioni ciecali e su alcuni parametri ematologici. Sono state utilizzate 228 fattrici di razza Bianca di Nuova Zelanda, omogeneamente suddivise in due gruppi. Al momento del parto, alle nidiate sono stati applicati 2 diversi trattamenti: il gruppo di controllo non ha ricevuto alcun tipo di supplementazione; nel gruppo sperimentale, i coniglietti all’interno dei nidi hanno ricevuto, tramite applicazione spray, un prodotto contenente Lactobacillus plantarum liofilizzato. La somministrazione di Lactobacillus plantarum mediante spray durante il periodo di allattamento (1 - 35 giorni di età) non ha modificato la velocità di accrescimento dei coniglietti, ma ha ridotto il tasso di mortalità, ha potenziato il sistema immunitario e, nel complesso, ha migliorato lo stato sanitario dell’apparato digerente degli animali. Gli effetti osservati sono probabilmente da imputare alla presenza di L. plantarum nel contenuto ciecale. Nell’ultima prova è stato studiato l'effetto di uno specifico programma di restrizione idrica, applicato durante il periodo invernale dallo svezzamento (35giorni) fino a 60 giorni di età, sulle performance di accrescimentio, sulla digeribilità dei nutrienti, sulle caratteristiche di fermentazione ciecale e, infine, su alcune caratteristiche delle carcasse e delle carni di coniglio. Sono stati utilizzati 1388 conigli ibridi Hyla svezzati (35 giorni di età). Gli animali sono stati omogeneamente divisi in 2 gruppi e alimentati con le stesse diete somministrate ad libitum. Dei due gruppi, uno ha ricevuto acqua di bevanda ad libitum, mentre l’altro ha avuto un accesso limitato all’acqua di bevanda nel periodo post-svezzamento (35-60 giorni di età). Il numero di ore in cui gli animali avevano dispobilità di acqua sono state progressivamente aumentate in funzione dell’aumento dell’ età e del peso degli animali, secondo il seguente programma: nella prima settimana post-svezzamento (35-41 giorni di età) 2h/giorno (9:00 - 11:00); nella seconda settimana (42 - 48 giorni di età) 2.5 h/giorno (9:00 - 11.30); nella terza settimana (49-55 giorni di età) 3 h/giorno (9:00 - ore 12) e, infine, nella quarta settimana (da 56-60 giorni) 4 h/giorno (9:00 - 13:00).. Durante il periodo di finissaggio entrambi i gruppi hanno potuto liberamente accedere all’acqua di bevanda nella 24 ore fino all’età di macellazione (84 giorni). Dai risultati ottenuti, emerge che limitare l'accesso all’acqua di bevanda nel periodo post-svezzamento può comportare vantaggi per la salute dell'apparato digerente del coniglio in accrescimento, riducendo il tasso di mortalità. Il miglioramento dell’ICA dopo il periodo di restrizione idrica può essere associato ad una migliore digeribilità della fibra, in particolare della cellulosa, senza influenzato le caratteristiche fisiche e chimiche della carne, anche se la composizione in acidi grassi fornisce risultati contraddittori: infatti la carne di conigli “ristretti” ha presentato livelli più elevati di acido palmitico, ma anche più elevati contenuti di acidi grassi della serie omega-3 e un rapporto n3/n6 più favorevole.

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