D'Abronzo, Fatima (2013) DANNO NON PATRIMONIALE DA INADEMPIMENTO. [Tesi di dottorato]

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Tipologia del documento: Tesi di dottorato
Lingua: Italiano
Titolo: DANNO NON PATRIMONIALE DA INADEMPIMENTO
Autori:
AutoreEmail
D'Abronzo, Fatimaavv.fatimadabronzo@alice.it
Data: 31 Marzo 2013
Numero di pagine: 203
Istituzione: Università degli Studi di Napoli Federico II
Dipartimento: Diritto comune patrimoniale
Scuola di dottorato: Scienze giuridico-economiche
Dottorato: Diritto comune patrimoniale
Ciclo di dottorato: 25
Coordinatore del Corso di dottorato:
nomeemail
Quadri, Enricoenricoquadri@libero.it
Tutor:
nomeemail
Sinesio, Domenicosinesio@unina.it
Data: 31 Marzo 2013
Numero di pagine: 203
Parole chiave: danno non patrimoniale
Settori scientifico-disciplinari del MIUR: Area 12 - Scienze giuridiche > IUS/01 - Diritto privato
Aree tematiche (7° programma Quadro): SALUTE e TUTELA DEL CONSUMATORE > Politica dei consumatori
Depositato il: 09 Apr 2013 07:58
Ultima modifica: 15 Lug 2015 01:00
URI: http://www.fedoa.unina.it/id/eprint/9299

Abstract

risarcimento del danno non patrimoniale derivante da responsabilità contrattuale; la individuazione della sua matrice giuridica e la sua configurabilità nell’ambito dello schema normativo dell’art. 2059 c.c., oppure degli artt. 1218 e 1223 c.c.. La tesi favorevole alla risarcibilità del danno non patrimoniale da inadempimento, alla luce di una rilettura “costituzionalizzata” dell’art. 1174 c.c.; la tesi contraria: il contratto come strumento di tutela di interessi esclusivamente patrimoniali in base ad una lettura testuale dell'art. 1321 c.c.; il superamento della tesi contraria alla risarcibilità del danno non patrimoniale da inadempimento alla luce delle spinte comunitarie, internazionali e dei principi Unidroit, nonché alla luce della giurisprudenza di legittimità e di merito. In particolare, si è analizzato l’orientamento giurisprudenziale di matrice penalistica che avalla la prevalente concezione sanzionatoria, e la giurisprudenza civilistica che, invece, definitivamente supera la concezione sanzionatoria e sposa quella riparatoria del risarcimento dei danni non patrimoniali da inadempimento contrattuale. La teoria del cumulo di responsabilità, o meglio, del concorso di azioni extracontrattuale e contrattuale e suo superamento. Al secondo capitolo, invece, ci si è soffermati sull’analisi degli indirizzi elaborati e seguiti dalla giurisprudenza di merito e di legittimità a seguito della sentenza della Corte di Giustizia n°168 del 2002, che ha aperto la strada verso il risarcimento del danno cd. da vacanza rovinata, seguita dalla creazione legislativa di tale figura di danno, avvenuta ad opera della legge 27 dicembre 1977 n. 1084, di esecuzione della Convenzione di Bruxelles del 23 aprile 1970 alla quale fa espresso rinvio l’art.15 del D.lgs. 111/1995, attuativo della Direttiva n. 90/314/CEE, concernente i viaggi, le vacanze ed i circuiti “tutto compreso”, le cui disposizioni sono poi confluite nel Codice del Consumo, D.lgs. 206/2005, infine, trasfuso nel D. Lgs. 23 maggio 2011, n. 79, entrato in vigore, a far data dal 21 giugno 2011, con il cd. nuovo Codice del Turismo. Pertanto, si è analizzato il danno non patrimoniale da inadempimento alla luce dell’orientamento seguito dalla giurisprudenza italiana, e da quella comunitaria, prima e dopo l’importante decisione delle Sezioni Unite della Suprema Corte di Cassazione del 2008, che ha rivalutato la risarcibilità del danno non patrimoniale, riconoscendone la piena cittadinanza anche a quello da inadempimento contrattuale, in ossequio alla tutela apprestata agli interessi costituzionalmente protetti e lesi da “un’ingiustizia grave”. Ci si è soffermati, inoltre, sui rilievi in ordine all’interpretazione costituzionalmente orientata dell’art.2059 c.c. e degli artt.1218 e s.s. c.c., esaminando le due diverse prospettive ermeneutiche alla luce della giurisprudenza successiva alla pronuncia delle Sezioni Unite, che segnano anche importanti “dicta” sulla rilevanza, quantificazione e sull’onere probatorio del danno non patrimoniale da inadempimento; in particolare, si è analizzato la teoria che riconosce rilevanza all'interesse non patrimoniale sotteso nel contratto, ricorrendo alla teoria della “causa in concreto”, il cui ricorso permette un’incorporazione dell’interesse non patrimoniale del debitore all’adempimento della prestazione che può, tuttavia, mantenere il carattere economico. Si è analizzata la problematica della prevedibilità del danno non patrimoniale da inadempimento. Si passano, infine, in breve rassegna tutte le più importanti e diffuse ipotesi contrattuali in cui la giurisprudenza individua la ricorrenza di danni non patrimoniali risarcibili, alla luce dei più recenti approdi normativi; in particolare si analizza il danno non patrimoniale da inadempimento nel contratto di lavoro, in caso di mobbing, di demansionamento e dequalificazione professionale; il danno non patrimoniale da inadempimento nel settore sanitario, previamente analizzando, seppur brevemente, le diverse teorie elaborate dalla dottrina e dalla giurisprudenza circa la natura della responsabilità medica. Responsabilità contrattuale del medico per danni non patrimoniali, responsabilità per omessa informazione e il danno da nascita indesiderata, alla luce dei recenti approdi giurisprudenziali che riconoscono un’aspettativa di diritto direttamente al concepito in caso di omessa diagnosi di malformazioni del feto. Altri brevi esempi riferiti alla responsabilità degli insegnanti per i danni dell’alunno cagionati a se stesso e differenza rispetto a quelli che l’alunno cagiona a terzi, durante l’orario scolastico. Infine, l’autrice compone brevi riflessioni sul tema del risarcimento del danno non patrimoniale da inadempimento, condividendone la legittimazione alla risarcibilità, nonché il contenimento della risarcibilità entro l'ambito della lesione di diritti fondamentali, affermato dalle Sezioni Unite, condividendo, altresì le perplessità che implicano l'esistenza di limiti mai ipotizzati all’autonomia contrattuale; detti limiti sembrano troppo fugaci e inidonei a garantire la certezza del diritto anche perché sembrano orientarsi in base alla considerazione sociale del momento. L’autrice manifesta le proprie considerazioni in ordine alla giurisprudenza di legittimità, la quale sembra, tuttora, non aver apprestato la giusta attenzione ai reali limiti (e dunque dalla concreta gestione delle controversie in sede giudiziale) operanti in tema di risarcimento del danno non patrimoniale da inadempimento: nesso causale, prevedibilità e concorso del danneggiato.

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