Fonti, Roberta (2013) La Statica delle Murature in pietra grezza. [Tesi di dottorato]

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Tipologia del documento: Tesi di dottorato
Lingua: Italiano
Titolo: La Statica delle Murature in pietra grezza
Autori:
AutoreEmail
Fonti, Robertaroberta.fonti@unina.it
Data: 2 Aprile 2013
Numero di pagine: 339
Istituzione: Università degli Studi di Napoli Federico II
Dipartimento: Ingegneria Civile, Edile e Ambientale
Scuola di dottorato: Ingegneria civile
Dottorato: Ingegneria delle costruzioni
Ciclo di dottorato: 25
Coordinatore del Corso di dottorato:
nomeemail
Rosati, Lucianorosati@unina.it
Tutor:
nomeemail
Mazzolani, Federico Massimofmm@unina.it
Data: 2 Aprile 2013
Numero di pagine: 339
Parole chiave: Muratura in pietra grezza, continuità di contatto, diatoni, tecniche di rinforzo murario
Settori scientifico-disciplinari del MIUR: Area 08 - Ingegneria civile e Architettura > ICAR/09 - Tecnica delle costruzioni
Depositato il: 09 Apr 2013 20:51
Ultima modifica: 22 Lug 2014 10:25
URI: http://www.fedoa.unina.it/id/eprint/9529
DOI: 10.6092/UNINA/FEDOA/9529

Abstract

Il tema di ricerca svolto nell’ambito del Dottorato di Ricerca in Ingegneria delle Costruzioni è inerente le murature storiche con riferimento circa la statica delle murature in pietra grezza. Tale attività, nel panorama nazionale ed internazionale, risulta di grande interesse proprio per l’estrema diffusione di tale tipologia strutturale, afferente, per lo più, alla casistica dei centri storici minori caratterizzati da un’edilizia a carattere minuto molto povera. Le murature in pietrame grezzo meritevoli, quindi, di approfondimento nelle molteplici varianti a carattere regionale, sono argomento su cui è stato incentrato e sviluppato l’intero percorso di ricerca finalizzato essenzialmente a ritracciare gli aspetti morfologico-costruttivi della così detta “regola dell’arte muraria locale”, opportunamente declinata, in base alle possibilità offerte dai luoghi in esame, nonché il comportamento meccanico e la risposta per sollecitazioni di tipo orizzontali. La scala in cui si è operato è quella del singolo pannello murario, con riferimento diretto all’ambito territoriale della provincia de L’Aquila, come esempio di un’area ad alta sismicità duramente colpita da un recente evento tellurico, e quello Reggino, come scenario di danno di devastanti terremoti. Posto come punto di partenza l’individuazione del tipo murario principale, lo studio di queste tipologie strutturali, complesse, è stato affrontato attraverso gli strumenti fornitici dalla letteratura di riferimento. Grande importanza è stata attribuita allo studio della Trattatistica, al fine di decifrare il ruolo meccanico dei singoli elementi costituenti e le logiche costruttive dell’epoca. Un’estesa, significativa, anche se non esaustiva, campagna sperimentale effettuata in situ è stata realizzata in collaborazione con le Università di Genova, Perugia e Reggio Calabria, (rispettivamente rappresentate dai Proff. Sergio Lagomarsino e Serena Cattari, Antonio Borri e Michele Candela), finalizzata a quanto già premesso. A fronte di codesta attività è stato possibile rilevare i seguenti aspetti fondamentali:  Una differente risposta dei pannelli testati fuori dal piano, in funzione sia del discostarsi della fattura dell’elemento dalla regola dell’arte muraria, nonché in relazione alla specifica tecnica di consolidamento adottata; il tutto evidenziato in termini di resistenza, e quindi di forza necessaria ad attivare il meccanismo di ribaltamento indotto;  L’inserimento di elementi atti a migliorare l’ingranamento nella sezione trasversale conferiscono un incremento in resistenza; tuttavia, per murature realizzate in pietrame grezzo non è sufficiente. Risulta fondamentale correggere il difetto di forma del pietrame non lavorato ripristinando la continuità di contatto fra gli elementi e quindi bisogna necessariamente rinforzare i paramenti attraverso l’inserimento di brecce, scapoli e scagli, evitando così l’arretramento del punto di cernierizzazione;  L’esecuzione di una rinzeppatura profonda in luogo di quella superficiale modifica profondamente il comportamento del pannello certificando così l’effettivo ruolo meccanico di questi elementi nell’organizzazione complessiva e quindi la capacità degli stessi di dare monoliticità al pannello;  L’insufficienza dei modelli meccanici forza-spostamento del tipo bilineare rigido-degradante presenti in letteratura. Per ciò concerne specificatamente le murature Aquilane, queste hanno mostrato, indipendentemente dalla tecnica di consolidamento adottata una pseudo duttilità dovuta all’ingranamento per forma fra le parti. È stata registrata, inoltre, una pseudo elasticità di partenza dovuta all’imperfetto monolitismo fra le parti ed alla possibilità di sviluppare attrito all’interfaccia fra gli elementi; condizione tuttavia, da ritenersi normale vista la natura composita del materiale muratura.  Impossibilità dell’assunzione come ipotesi di base del comportamento perfettamente monolatero ed infinitamente resistente a compressione del materiale muratura. Si propone l’introduzione di un parametro aggiuntivo, l’ingranamento per forma degli elementi. Per tutto quanto innanzi, è stato proposto un modello meccanico maggiormente rispondente ai risultati individuati, che denota un andamento trilineare, mostrando una pseudoelasticità di partenza, ed una successiva pseudo duttilità dovuta alla parzializzazione della sezione in conseguenza a piccoli scorrimenti interni, decoesioni, nonché ad un progressivo sviluppo di deformazioni anelastiche nelle porzioni reagenti, fino al superamento dell’ingranamento per forma degli elementi costituenti, nonché la disarticolazione del pannello sino allo spostamento ultimo ed alla conseguente attivazione del meccanismo di collasso esaminato.

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