Cassandro, Katia (2014) La previdenza complementare nel Pubblico Impiego contrattualizzato. [Tesi di dottorato]

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Tipologia del documento: Tesi di dottorato
Lingua: Italiano
Titolo: La previdenza complementare nel Pubblico Impiego contrattualizzato
Autori:
AutoreEmail
Cassandro, Katiakcassandro@libero.it
Data: 27 Marzo 2014
Numero di pagine: 277
Istituzione: Università degli Studi di Napoli Federico II
Dipartimento: Economia, Management e Istituzioni
Scuola di dottorato: Scienze giuridico-economiche
Dottorato: Diritto dell'economia
Ciclo di dottorato: 26
Coordinatore del Corso di dottorato:
nomeemail
Blandini, Antonioantonio.blandini@unina.it
Tutor:
nomeemail
Fiorillo, Luigi[non definito]
Data: 27 Marzo 2014
Numero di pagine: 277
Parole chiave: previdenza complementare pubblico impiego
Settori scientifico-disciplinari del MIUR: Area 12 - Scienze giuridiche > IUS/07 - Diritto del lavoro
Depositato il: 10 Apr 2014 16:39
Ultima modifica: 22 Gen 2015 11:03
URI: http://www.fedoa.unina.it/id/eprint/9689

Abstract

Gli interventi di riforma susseguitisi a partire dai primi anni novanta hanno introdotto modifiche al sistema pensionistico tali da rendere necessaria una trasformazione nel modo di porsi di fronte alla pensione. La riduzione della tutela pensionistica garantita dalla previdenza obbligatoria operata mediante l’introduzione del metodo contributivo ha imposto al lavoratore la necessità della scelta di un regime di previdenza complementare. Il presente lavoro ha ad oggetto lo studio della previdenza complementare per i lavoratori del settore pubblico contrattualizzato con particolare riguardo al funzionamento dei Fondi pensione istituiti per i dipendenti pubblici. Il primo obiettivo è quello di considerare quali peculiarità contraddistinguono la previdenza complementare per i pubblici dipendenti rispetto a quella prevista per i dipendenti del settore privato in considerazione anche del decreto legislativo n. 252/2005 (noto come decreto Maroni) che ha innovato la materia; il secondo obiettivo si pone la finalità di capire quali siano i meccanismi posti a regolamentazione di questo nuovo sistema nato ad integrazione della previdenza. Le particolarità della previdenza complementare per i dipendenti pubblici emergono nitidamente già dalla lettura delle fonti disciplinanti la stessa pertanto non si può comprendere il funzionamento della previdenza complementare per i lavoratori pubblici contrattualizzati senza effettuare un’attenta analisi del decreto legislativo n. 124/1993, della legge n. 388/2000, del decreto legislativo n. 252/2005, delle varie circolari prodotte dall’ Inpdap e delle più recenti deliberazioni in materia di regolamentazione del settore elaborate dalla Commissione di Vigilanza sui Fondi pensione. Il primo capitolo della tesi individua in maniera puntuale le normative rivolte alla regolamentazione del settore della previdenza complementare in genere. Tali interventi normativi sono considerati tracciando la linea evolutiva della previdenza complementare attraverso gli anni del suo sviluppo e considerando anche le implicazioni derivanti a seguito della riforma del titolo V della Costituzione. Si studiano gli elementi distintivi della previdenza complementare, le fonti istitutive e le diverse forme di previdenza. Il contenuto del capitolo primo si sviluppa ulteriormente con l’analisi delle forme che ha assunto la previdenza complementare nel passato e attraverso l’esame delle configurazioni che prenderà nel futuro con l’istituzione dei Fondi pensione regionali e delle forme pensionistiche complementari istituite dagli enti di previdenza. Più specificamente sono analizzati i diversi momenti che scandiscono il funzionamento della previdenza complementare attraverso una disamina della fasi di adesione, accumulo delle risorse ed infine di erogazione delle prestazioni pensionistiche. Il capitolo prosegue con l’esposizione delle oramai superate forme di previdenza complementare definite “integrative”. Dall’analisi emerge la necessità dell’adeguamento dei fondi pensione preesistenti alle nuove disposizioni dettate dal D.M. n. 62 del 10 maggio 2007. Infine vengono illustrate le prerogative della Commissione di Vigilanza sui Fondi Pensione, importante organismo di tutela della previdenza complementare, che adotta le direttive generali per la regolamentazione del settore. Il capitolo si conclude con un breve richiamo alla normativa comunitaria in tema di previdenza complementare (Direttiva 2003/41/Ce) e con una sintetica analisi del Libro Bianco delle Pensioni predisposto dalla Commissione Europea. Dall’esame del testo emerge l’attribuzione di una maggiore importanza alla previdenza complementare con particolare riguardo allo sviluppo di sistemi pensionistici privati complementari, al potenziamento della sicurezza dei sistemi pensionistici integrativi, al miglioramento dell’operatività transfrontaliera dei fondi pensione nazionali in sintonia con l’evoluzione di un mercato del lavoro flessibile. Nel secondo capitolo, sulla scorta della considerazione che il contratto collettivo rappresenta per i dipendenti pubblici contrattualizzati la fonte di regolamentazione dei fondi di previdenza complementare, si approfondisce la disciplina della contrattazione collettiva nel settore pubblico al fine di rendere un quadro completo della materia, ampliando, così, anche il campo di indagine. Nell’analisi, è messo in rilievo che la fonte collettiva, diversamente da quanto avviene nel settore privato, è oggetto di una dettagliata regolamentazione legislativa che ne delinea l’intero processo formativo, tracciandone i confini, la struttura e l’efficacia. È illustrato, inoltre, come l’articolazione del sistema contrattuale sia di competenza delle parti sociali che, sempre su indicazione del legislatore, provvedono alla definizione dei comparti di contrattazione, della struttura contrattuale, dei rapporti tra i diversi livelli di contrattazione e della durata dei contratti collettivi nazionali ed integrativi. Successivamente, si passa alla disamina delle fonti e della disciplina della previdenza complementare nel pubblico impiego così come regolamentata nell’ordinamento giuridico italiano. In particolare, per quanto concerne lo specifico campo di indagine, si osserva come la previdenza complementare per i dipendenti pubblici si fondi su di un passaggio necessario e cioè l’applicazione del Tfr. Sono stati considerati, inoltre, gli aspetti che contraddistinguono il personale in regime di Trattamento di Fine Servizio con un’analisi delle modalità di calcolo delle diverse indennità di TFS (indennità di buonuscita, indennità premio di fine servizio ed indennità di anzianità); successivamente viene chiarita la disciplina giuridica del Trattamento di fine rapporto con illustrazione delle modalità di conteggio dello stesso ai sensi dell’art. 4 dell’Accordo Nazionale Quadro del 29 luglio 1999. Sono poi affrontate le problematiche collegate al meccanismo di gestione virtuale dell’accantonamento di fine rapporto. In seguito, si considera la governance dei fondi pensione per il pubblico impiego; si rilevano così le modalità di adesione e le norme che ne disciplinano il funzionamento alla luce delle disposizioni contenute nel d. lgs. n. 124/93 e nei successivi decreti ministeriali. Altre rilevanti questioni esaminate riguardano il trasferimento del montante accantonato e rivalutato al Fondo pensione nel momento della cessazione dal servizio, il riparto delle risorse destinate al finanziamento della previdenza complementare, il versamento ai fondi pensione dei contributi datoriali. Si compie, poi, una disamina dei fondi pensionistici integrativi nel parastato analizzando i vecchi ed i nuovi vincoli imposti dalle recenti normative. Parte della trattazione è riservata all’analisi del contributo dell’Inpdap (confluito con legge n. 214/2011 nell’INPS), al quale il legislatore ha assegnato peculiari compiti nella regolamentazione della materia della previdenza complementare. Vengono analizzate le funzioni conferite all’Istituto dalla legge n. 388/2000 e dal DPCM del 2 marzo 2001 con uno sguardo ad alcune problematiche operative che hanno comportato il ritardo nel decollo dei fondi di previdenza complementare per i dipendenti pubblici. Tali cause sono riconducibili alle complessità tecnico finanziarie connesse all’introduzione del trattamento di fine rapporto ed alla sottovalutazione, da parte del legislatore, del bisogno di previdenza complementare anche per i dipendenti pubblici. Di indubbio interesse risulta, infine, l’analisi del regime fiscale attribuito alla previdenza complementare con una valutazione che parte dalla disciplina in vigore prima del d. lgs. n. 124/1993 e successive modifiche, per giungere fino al d. lgs. n. 252/2005 che ha introdotto, a decorrere dal 1 gennaio 2008, una nuova disciplina valevole solo per i lavoratori privati. Si sottolineano, dunque, le differenze che emergono dall’analisi dei due regimi fiscali applicabili rispettivamente ai dipendenti pubblici contrattualizzati ed ai dipendenti privati. Dalla trattazione emerge, quindi, come la carenza di un’organica disciplina regolamentare non abbia consentito l’attuazione per i lavoratori pubblici delle innovative disposizioni previdenziali. Nel terzo capitolo, si esamina la genesi dei fondi pensione esistenti per i dipendenti pubblici analizzando le rispettive discipline funzionali con una analisi approfondita della procedura istitutiva. Particolare attenzione è riservata allo studio dei Fondi pensione esistenti per i lavoratori pubblici contrattualizzati: Espero, Perseo e Sirio. Con riferimento a tali fondi vengono analizzati i poteri degli organi di amministrazione e di controllo presenti nello Statuto e nel Regolamento elettorale. Specifica attenzione è dedicata allo studio delle problematiche relative all’avvio del Fondo Scuola Espero, accompagnato anche dalla illustrazione e dalla valutazione, sotto il profilo statistico, di alcuni valori numerici riguardanti gli aderenti ad Espero e del patrimonio in gestione. Segue, poi, la trattazione della gestione previdenziale compiuta da Espero attraverso le sue due linee di investimento: il Comparto CRESCITA ed il Comparto GARANZIA e, in particolare, si evidenziano, sotto un punto di vista strettamente finanziario, le performances economiche ottenute dai gestori. Una attenta analisi è dedicata anche al Fondo Enti Locali e Servizio Sanitario nazionale “Perseo” ed alle sue possibilità di crescita in considerazione della sua recente operatività (18 settembre 2012). Viene studiata la sua evoluzione con annessa indagine della struttura patrimoniale, finanziaria, amministrativa e contabile. Anche in questo caso, viene svolta un’analisi economico-finanziaria sulle possibilità di crescita del fondo Perseo e sulle sue future potenzialità. Infine, attraverso un procedimento di stima, viene rappresentata, in cifre, la convenienza per un dipendente pubblico dell’adesione a “Perseo”. Si passa, poi, ad illustrare il funzionamento del fondo pensione “Sirio”, operativo dal 19 ottobre 2012, che riguarda il personale dirigente e non dirigente dei Ministeri, degli Enti Pubblici non Economici, della Presidenza del Consiglio dei Ministri, del CNEL, dell’ENAC, delle Agenzie Fiscali, dell’Università, della Ricerca, della Sperimentazione e del Coni. E’ svolta anche qui l’analisi della convenienza dell’adesione da un punto di vista strettamente economico. Il capitolo si conclude con un riferimento anche ad alcuni Fondi presenti a livello regionale, quali il Fondo Pensione FOPADIVA per i lavoratori dipendenti residenti nella Regione Autonoma Valle d’Aosta ed il fondo pensione LABORFONDS per i lavoratori dipendenti residenti nella regione Trentino Alto Adige. Con riferimento a quest’ultima tipologia di fondi, la ricerca termina con una valutazione in ordine alla loro redditività con una particolareggiata raccolta ed illustrazione di dati statistici.

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