Barrea, Luigi (2014) INFLUENZA DELLA NUTRIZIONE SUGLI ASSI ENDOCRINI E SULLA COMPOSIZIONE CORPOREA IN SOGGETTI OBESI CANDIDATI ALLA CHIRURGIA BARIATRICA. [Tesi di dottorato]

[img]
Anteprima
Testo
Luigi Barrea Tesi PhD.pdf

Download (1MB) | Anteprima
[error in script] [error in script]
Tipologia del documento: Tesi di dottorato
Lingua: Italiano
Titolo: INFLUENZA DELLA NUTRIZIONE SUGLI ASSI ENDOCRINI E SULLA COMPOSIZIONE CORPOREA IN SOGGETTI OBESI CANDIDATI ALLA CHIRURGIA BARIATRICA
Autori:
AutoreEmail
Barrea, Luigiluigi.barrea@unina.it
Data: 31 Marzo 2014
Numero di pagine: 150
Istituzione: Università degli Studi di Napoli Federico II
Dipartimento: Medicina Clinica e Chirurgia
Scuola di dottorato: Medicina preventiva, pubblica e sociale
Dottorato: Scienze dell'alimentazione e della nutrizione
Ciclo di dottorato: 26
Coordinatore del Corso di dottorato:
nomeemail
Contaldo, Francocontaldo@unina.it
Tutor:
nomeemail
Contaldo, Franco[non definito]
Data: 31 Marzo 2014
Numero di pagine: 150
Parole chiave: ASSI ENDOCRINI - NUTRIZIONE - COMPOSIZIONE CORPOREA
Settori scientifico-disciplinari del MIUR: Area 06 - Scienze mediche > MED/09 - Medicina interna
Depositato il: 07 Apr 2014 11:51
Ultima modifica: 15 Lug 2015 01:02
URI: http://www.fedoa.unina.it/id/eprint/9992

Abstract

RIASSUNTO Introduzione: Le malattie del sistema endocrino sono tradizionalmente considerate come un'importante causa dell'obesità per la quasi costante concomitanza dell’accumulo di tessuto adiposo nella presentazione fenotipica di molte delle più comuni sindromi endocrine. Meno note sono invece le complicanze a carico degli organi endocrini che insorgono nei pazienti obesi come conseguenza dell’accumulo di adipociti disfunzionali, in sedi anche ectopiche, sotto forma di grasso omentale, pericardico, e perirenale. Data la loro natura secondaria, le alterazioni degli assi neuro-endocrini nei soggetti obesi risultano generalmente reversibili con la perdita di peso. Tuttavia, considerando le importanti ricadute del sistema endocrino sul metabolismo, sull’equilibrio idro-elettrolitico, sul circuito fame-sazietà, e sulla composizione corporea, le alterazioni endocrine possono non essere solo un riscontro accessorio nel complesso quadro clinico dei pazienti obesi, ma contribuendo alla variabilità della loro espressione fenotipica, possono agire da amplificatori degli effetti metabolici e, quindi, da aggravanti del rischio cardio-metabolico in tali soggetti. Scopo: Lo scopo del presente Dottorato di Ricerca in Scienze dell’Alimentazione e Nutrizione è stato di valutare l’influenza della nutrizione sugli assi endocrini e sulla composizione corporea nei soggetti con obesità moderata–severa. Lo studio del presente Dottorato, consta di due principali linee di ricerca: la prima basata sulla valutazione della composizione corporea in relazione alla disregolazione funzionale dell’asse somatotropo, mentre la seconda linea di ricerca, è stata focalizzata sull’influenza della nutrizione sugli assi endocrini e l’aderenza alla dieta mediterranea. Pazienti e Metodi: Sono stati reclutati consecutivamente 190 pazienti di origine caucasica, con obesità II e III grado afferenti presso il Dipartimento Assistenziale di Endocrinologia, Gastroenterologia e Chirurgia dell’AOU di Napoli “Federico II”, nel triennio 2011 – 2013. Tutti i soggetti sono stati sottoposti a test da stimolo per GH con GHRH+Arginina da cui è stata fatta diagnosi di deficit di GH (GHD) e valutazione della composizione corporea mediante esame bioimpedenziometrico. In un sottogruppo di 50 soggetti, valutati in regime di ricovero ordinario, a parte le valutazioni endocrino – metaboliche, quali lo studio dell’asse tiroideo e la valutazione di altri parametri cardiometabolici, è stata effettuata una dettagliata anamnesi nutrizionale, con somministrazione di questionario di aderenza alla dieta mediterranea e diario alimentare dei 7 giorni per valutare l’intake calorico totale e la ripartizione dei nutrienti. Risultati: Relativamente alla prima linea di studio del Dottorato di Ricerca, il deficit di GH è stato riscontrato in quasi la metà dei soggetti, i quali presentavano una maggiore FM e una minore FFM rispetto ai soggetti con sufficienti livelli di GH (GHS). Il nostro studio conferma una significativa relazione inversa tra CV, BMI e picco di GH. Inoltre, i nostri dati dimostrano che la più forte relazione è tra la CV, come misura di adiposità centrale, e picco di GH, corretto per BMI. Inoltre dai risultati sulla valutazione del rischio cardiovascolare, si evidenzia l’utilità di valutare la stima del rischio cardiovascolare a lungo termine come supplemento alla stima del rischio cardiovascolare a breve termine, nei soggetti giovani con obesità moderata–severa. Dai nostri dati emerge inoltre che, la valutazione della composizione corporea negli obesi, in termini di antropometria e di bioimpedenziometria, potrebbe essere un primo screening utile per identificare i soggetti a maggiore rischio di deficit secretorio di GH e per i quali il test del GHRH+Arg potrebbe, con maggiore probabilità, avere un risultato positivo. Relativamente alla seconda linea di ricerca, i risultati della sezione DM, evidenziano che in una popolazione di giovani adulti con obesità moderata-severa l’aderenza alla DM è bassa. Inoltre i dati ottenuti mostrano, per la prima volta, come l’indice FLI (Fatty Liver Index), un correlato clinico e metabolico di NAFLD, si associa negativamente con il modello alimentare basato sulla DM, e positivamente con il consumo di noci. Relativamente alla seconda linea di ricerca, i risultati della sezione asse tiroideo e nutrizione, evidenziano come la desiodazione periferica degli ormoni tiroidei, valutata attraverso il rapporto FT3/FT4, è influenzata positivamente dal contenuto in CHO e negativamente dal contenuto di lipidi della dieta, ma non dal contenuto calorico totale. Gli effetti dei nutrienti sul metabolismo degli ormoni tiroidei suggeriscono che, nei meccanismi che agiscono sulla correlazione positiva tra eccesso di peso e funzione tiroidea, è necessario tenere conto anche dell’assetto nutrizionale dei pazienti. Pertanto, l’analisi nutrizionale associata alla funzionalità tiroidea può essere un importante aiuto nell’individualizzare i regimi dietetici più opportuni e migliorare l’efficacia terapeutica, soprattutto in quella classe di soggetti con obesità moderata–severa nei quali possono intervenire più frequentemente i meccanismi adattativi della funzione tiroidea associati alla dieta e alla riduzione ponderale. Relativamente alla seconda linea di ricerca, la valutazione del consumo di latte nel sottogruppo di 50 pazienti con obesità moderata-severa sottoposti a ricovero ha evidenziato inoltre, per la prima volta, un’associazione negativa tra l'assunzione di latte e la secrezione di GH, oltre a confermare la correlazione positiva tra peso corporeo e assunzione di latte. In particolare, dividendo la popolazione in base alla mediana di consumo di latte, i soggetti al di sotto della mediana presentavano una minore secrezione di GH, in associazione con i peggiori dati antropometrici e metabolici. Inoltre, un basso consumo di latte si associava a valori maggiori di VAI, indice surrogato di disfunzione adipocitaria. Pochi studi hanno evidenziato la correlazione negativa tra l'asse somatotropo e il consumo di latte. Tra le varie ipotesi formulate per spiegare la correlazione negativa tra il consumo di latte e la composizione corporea, il fenomeno noto come il “paradosso del calcio” sembra essere il più accreditato. E’ verosimile ipotizzare quindi che la correlazione negativa tra consumo di latte e secrezione di GH possa essere l’epifenomeno degli effetti negativi del basso consumo di latte sull’accumulo di tessuto adiposo. Infatti, nel nostro gruppo di studio, tra i vari indici antropometrici e metabolici e il consumo di latte, la CV rimane il maggiore determinante della secrezione di GH. In tale contesto, l’associazione tra basso consumo di latte ed alti valori di VAI potrebbe essere proprio una ulteriore espressione della disfunzione adipocitaria che tuttavia non ha ancora manifestato i suoi effetti negativi sulla secrezione del GH in relazione all’età dei soggetti esaminati ed alla durata dell’obesità. I risultati di questo studio relativo al consumo di latte, suggeriscono, in accordo con le linee guida un consumo quotidiano di adeguate quantità di latte, nell'ambito di una dieta sana ed equilibrata. Conclusione: Poco note sono le complicanze a carico degli assi neuroendocrini che insorgono nei pazienti obesi come conseguenza dell’obesità. Data la loro natura secondaria, tali alterazioni risultano generalmente reversibili con la perdita di peso. Pertanto, le disregolazioni del sistema endocrino, anche se secondarie, agiscono comunque da amplificatori delle alterazioni metaboliche e delle composizione corporea, contribuiscono alla variabilità della espressione fenotipica dei soggetti obesi ed aggravano il rischio cardio-metabolico in tali soggetti. Sempre maggiori evidenze indicano la presenza di reciproche influenze tra alimentazione e sistema endocrino. Il cibo, esercita infatti potenti effetti, sia immediati che nel lungo termine, sulla produzione e sulla concentrazione ematica degli ormoni e, contemporaneamente, molte azioni fisiologiche degli alimenti si esplicano attraverso l’intervento ormonale. Pertanto, i nostri risultati evidenziano l’importanza della corretta valutazione della composizione corporea e del profilo nutrizionale, non solo in termini di apporto calorico, ma soprattutto in termini di ripartizione dei nutrienti, come requisito essenziale nella valutazione degli assi endocrini nei soggetti obesi.

Downloads

Downloads per month over past year

Actions (login required)

Modifica documento Modifica documento