Cozzolino, Laura (2015) Il problema della (posizione di) garanzia nei reati omissivi. [Tesi di dottorato]

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Tipologia del documento: Tesi di dottorato
Lingua: Italiano
Titolo: Il problema della (posizione di) garanzia nei reati omissivi
Autori:
AutoreEmail
Cozzolino, Lauracozzolinolaura@gmail.com
Data: 31 Marzo 2015
Numero di pagine: 194
Istituzione: Università degli Studi di Napoli Federico II
Dipartimento: Giurisprudenza
Scuola di dottorato: Scienze giuridico-economiche
Dottorato: Sistema penale integrato e processo
Ciclo di dottorato: 27
Coordinatore del Corso di dottorato:
nomeemail
Moccia, Sergiosemoccia@unina.it
Tutor:
nomeemail
Cavaliere, Antonio[non definito]
Data: 31 Marzo 2015
Numero di pagine: 194
Parole chiave: azione, omissione, posizione, garanzia, delega, sicurezza
Settori scientifico-disciplinari del MIUR: Area 12 - Scienze giuridiche > IUS/17 - Diritto penale
Depositato il: 09 Apr 2015 08:54
Ultima modifica: 22 Mag 2018 01:00
URI: http://www.fedoa.unina.it/id/eprint/10477
DOI: 10.6093/UNINA/FEDOA/10477

Abstract

L'elaborato finale ha ad oggetto il tema delle posizioni di garanzia nei reati omissivi e presenta una struttura tripartita, così articolata: la prima parte, corrispondente ai Capitoli I e II, si occupa di ricostruire le premesse teoriche e strutturali della materia delle posizioni di garanzia, attestandosi pertanto su una dimensione "statica" del problema. Perciò, dopo aver tracciato le linee essenziali della questione, esposto il tema pregiudiziale del concetto di azione penalmente rilevante, di equivalenza ex art. 40 co. 2 c.p. (i.e. Gleichstellung) ed evidenziato caratteristiche e implicazioni delle ricostruzioni possibili in materia di reato omissivo, esso giunge ad affrontare l'ampia tematica dell'obbligo giuridico d'impedire l'evento. Il secondo capitolo, infatti, dopo aver enucleato le rationes storiche e politico-criminali dell'affermazione degli obblighi accanto ai divieti nella legislazione penale (i.e. Gebot und Verbot) rende conto del dibattito dottrinario intorno alla qualificazione ontologica e teleologica della posizione di garanzia e postula delle domande in ordine all'accettabilità delle ricostruzioni a tal fine proposte – i.e. teoria formale (formelle Rechtspflichttheorie), funzionale (Garantenlehre) e "mista" – evidenziando puntualmente pro e contra delle diverse impostazioni teoriche e dei singoli elementi ricostruttivi da esse presi in considerazione, nonché incentrando la riflessione principalmente sulla lesione del principio di determinatezza in materia penale. Il metodo analitico seguito nella prima parte è altresì nutrito di spunti comparatistici "classici" e "moderni" con la dottrina tedesca, alle cui premesse storiche ed esiti il lavoro è altresì informato. La seconda parte, comprendente i capitoli II e III, risulta invece proiettata su una spiegazione dinamica del problema della garanzia nei reati omissivi, tale da distinguerlo formalmente dalla materia dei c.d. "reati di posizione", a sua volta stigmatizzata per la sua contrarietà al principio di personalità della responsabilità penale (art. 27 co. 1 e 3 Cost.). L'incedere dello scritto risulta scandito dal tema della compartecipazione causale asincrona (i.e. segnatamente nel Capitolo III relativo alla materia della delega di funzioni) e sincronica, con particolare riguardo all'impedimento di reati altrui. Più precisamente, si affronta in maniera compiuta il tema della successione e del trasferimento di posizioni di garanzia e di funzioni, per giungere all'esemplificazione – informata ai testi normativi e alle decisioni giurisprudenziali – della materia della sicurezza nei luoghi di lavoro. Orbene, dopo una premessa metodologica che si fa carico di esemplificare i meccanismi di trasmissione e di fondare – anche comparatisticamente – fisiologia ed anomalia della successione tra garanti, e prima di trattare la materia della sicurezza nei luoghi di lavoro, l'elaborato si concentra sul tema della c.d. "successione in attività inosservanti", offrendo altresì una panoramica sul meccanismo di successione, che viene indagato sotto l'angolo visuale di presupposti, funzionamento e implicazioni; in tal modo, preconizza la riflessione che sarà conclusa nel terzo capitolo in ordine alla normativizzazione degli obblighi di agire e della possibile sovrapposizione di questi con il contenuto (altrettanto normativo) della colpa. Per quanto riguarda la materia della sicurezza nei luoghi di lavoro, com'è noto, mediante un'opera di disciplina dell'economia a cavallo tra il principio solidaristico e quello dell'utilità sociale dell'attività economica (artt. 2 e 41 co. 2 Cost.), il Legislatore è infatti intervenuto espressamente nella materia de qua, cristallizzando i cardini della delega di funzioni (infine con D.Lgs. n. 81 del 2008). Per tale motivo, nell'elaborato si è ritenuto di dar conto di detta acquisizione normativa, onde confrontarla, infine, con alcune questioni problematiche emergenti dalla prassi e non direttamente disciplinate; tra esse, le questioni inerenti all'attività cantieristica, tra la definizione incerta dei ruoli e le vicissitudini rispetto a questa strutturali. Il trait d'union della seconda parte del lavoro è costituito dalla tematica dell'impedimento di reati altrui che palesa problemi ricostruttivi nel caso in cui essa venga interpretata quale tertium genus di Garantenstellung – mediante un'esasperata espansione della Ingerenztheorie – così come in quello in cui essa venga ricondotta sotto l'egida della disciplina del concorso di persone nel reato (artt. 110 ss. c.p.). A tal fine e per una differenziazione dei piani teorici di partenza tra impedimento di reati altrui e obblighi di vigilanza, il terzo capitolo risulta dunque strutturato nel senso di un chiarimento tra le entità potenzialmente confliggenti e, quindi, attraverso una ricognizione in ordine alla materia dell'impedimento di reati e del concorso di persone mediante omissione; entrambe le partizioni vengono condotte altresì distinguendo l'operatività della concausalità rispetto al concorso di persone nel reato e precisando limiti e funzioni dell'elemento soggettivo rispetto all'obbligo d'impedire l'evento. L'attenzione del lavoro si concentra, altresì, sulla compartecipazione omissiva – dolosa e colposa –, ponendo in luce presupposti e conseguenze dell'impiego della disciplina concorsuale a scapito di quella delle posizioni di garanzia. L'analisi, condotta anche mediante il riferimento esemplificativo a questioni pratiche – tra cui i profili della responsabilità dello psichiatra, dell'Internet service provider, del sostituto d'imposta per reati tributari nonché della messa in commercio di prodotti difettosi –, evidenzia le incongruenze interpretative segnatamente in ordine all'incoerente impiego dell'art. 113 c.p. quale norma d'incriminazione in combinazione con l'art. 40 c.p.; ciò premesso, essa tradisce l'insufficienza della disciplina normativa di parte generale per giungere a conclusioni e prospettive de jure condendo.

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