Smarrazzo, Sara
(2018)
Abitare il visibile. Gli spazi dell'immaginazione.
[Tesi di dottorato]
Item Type: |
Tesi di dottorato
|
Lingua: |
Italiano |
Title: |
Abitare il visibile. Gli spazi dell'immaginazione |
Creators: |
Creators | Email |
---|
Smarrazzo, Sara | sara.smarrazzo@gmail.com |
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Date: |
10 June 2018 |
Number of Pages: |
197 |
Institution: |
Università degli Studi di Napoli Federico II |
Department: |
dep02 |
Dottorato: |
phd004 |
Ciclo di dottorato: |
30 |
Coordinatore del Corso di dottorato: |
nome | email |
---|
Russo, Michelangelo | russomic@unina.it |
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Tutor: |
nome | email |
---|
Amirante, Roberta | UNSPECIFIED | Scala, Paola | UNSPECIFIED |
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Date: |
10 June 2018 |
Number of Pages: |
197 |
Uncontrolled Keywords: |
riuso, architettura, fotografia |
Settori scientifico-disciplinari del MIUR: |
Area 08 - Ingegneria civile e Architettura > ICAR/14 - Composizione architettonica e urbana |
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Date Deposited: |
12 Jun 2018 12:44 |
Last Modified: |
06 Mar 2019 09:21 |
URI: |
http://www.fedoa.unina.it/id/eprint/12292 |

Abstract
La domanda di ricerca di questa tesi è: “può la fotografia di architettura essere materiale di progetto? In che modo la fotografia dei luoghi ordinari della città consolidata può essere utile al progetto di architettura?”.
Per provare a rispondere a questa domanda, questa ricerca si inserisce nella scia degli studi che investigano il rapporto tra architettura e fotografia. Per definire in maniera più contenuta il proprio ambito di applicazione, la ricerca sviluppa alcune riflessioni su due concetti chiavi del progetto contemporaneo: l'interpretazione di "vuoto" e quella di riuso temporaneo.
La tesi che s’intende sostenere è che l’uso della fotografia, nei progetti e nelle azioni legate alla temporaneità, legati per definizione a una dimensione contenuta del tempo, possa contribuire in maniera significativa all’introduzione di una dimensione di “eternità” (intesa come capacità di proiettare l’istante in un passato profondo e in un futuro possibile); una dimensione legata al “riconoscere e lasciare tracce”, una dimensione che lo sguardo dell’architetto è capace di riconoscere e di far riconoscere.
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