Iarrusso, Francesca (2020) AAA_Architettura Anonima Autorevole. Tra individuale e collettivo: declinazioni possibili nel progetto di architettura. [Tesi di dottorato]
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Tipologia del documento: | Tesi di dottorato |
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Lingua: | Italiano |
Titolo: | AAA_Architettura Anonima Autorevole. Tra individuale e collettivo: declinazioni possibili nel progetto di architettura |
Autori: | Autore Email Iarrusso, Francesca francesca.iarrusso@gmail.com |
Data: | 13 Marzo 2020 |
Numero di pagine: | 217 |
Istituzione: | Università degli Studi di Napoli Federico II |
Dipartimento: | Architettura |
Dottorato: | Architettura |
Ciclo di dottorato: | 32 |
Coordinatore del Corso di dottorato: | nome email Mangone, Fabio mangone@unina.it |
Tutor: | nome email Flora, Nicola [non definito] |
Data: | 13 Marzo 2020 |
Numero di pagine: | 217 |
Parole chiave: | autorialità, autorialismo, architettura anonima, fenomenologia |
Settori scientifico-disciplinari del MIUR: | Area 08 - Ingegneria civile e Architettura > ICAR/14 - Composizione architettonica e urbana Area 08 - Ingegneria civile e Architettura > ICAR/16 - Architettura degli interni e allestimento |
Depositato il: | 19 Mar 2020 10:15 |
Ultima modifica: | 05 Nov 2021 13:09 |
URI: | http://www.fedoa.unina.it/id/eprint/13200 |
Abstract
L’argomento affrontato nella tesi nasce dal desiderio di approfondire tematiche che riguardano da vicino il ruolo dell’architetto nella società. Nel contemporaneo sembra infatti che il mondo dell’architettura si sia attestata sull’estremizzazione di due polarità: da un lato lo «splendore dell’architettura che producono gli architetti del cosiddetto star system […] l’architettura d’autore»; dall’altro quella “anonima” che attualmente identifica una produzione edilizia di bassa qualità, speculativa, altrove definita “indecente”, ma che in passato testimoniava l’esistenza di una qualità costruttiva diffusa, quella i cui valori caratterizzano la riconosciuta produzione “non-pedegreed”. Abbandonata al suo destino questa seconda strada, l’attenzione nei confronti dell’architettura, sia in termini di interesse mediatico che di grandi investimenti, sembra essere oggi determinata più dalla sua capacità di imporsi come brand che per le effettive potenzialità di incidere nei modi in cui le persone vivono, si incontrano e abitano le città, le piazze, le strade, i territori. Le risposte che l’architettura può offrire ai bisogni della società sono ricercate nell’ “invenzione”, nel gesto formale eclatante e nella sua sostanziale irripetibilità. Muovendo da questi presupposti, si è cercato di indagare, attraverso la tesi, sulle ragioni sottese a tale atteggiamento isolazionista e individualista, tratteggiando dapprima le questioni da un punto teorico e poi restringendo il campo d’indagine a temi specificamente correlati all’architettura e alla progettazione architettonica. In che misura può esistere una possibilità per l’architettura di occupare un ruolo intermedio tra i due scenari delineati? Come è possibile ricondurre la singolarità delle azioni soggettive ad interventi in grado di determinare cambiamenti più ampi, che tengano conto anche di valori collettivi? L’intento della ricerca è pertanto quello di rintracciare all’interno del panorama architettonico contemporaneo qualità nate dall’incontro tra uomo e progetto, guardando all’architettura come espressione di un vocabolario consolidato e collettivo, e non come cifra stilistica autoriale.
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