Terminio, Alberto (2023) I C.I.A.M. e l'Italia (1928-1939). L'internazionalizzazione dell'architettura italiana durante il fascismo. [Tesi di dottorato]
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Tipologia del documento: | Tesi di dottorato |
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Lingua: | Italiano |
Titolo: | I C.I.A.M. e l'Italia (1928-1939). L'internazionalizzazione dell'architettura italiana durante il fascismo |
Autori: | Autore Email Terminio, Alberto alberto.terminio@unina.it |
Data: | 10 Marzo 2023 |
Numero di pagine: | 380 |
Istituzione: | Università degli Studi di Napoli Federico II |
Dipartimento: | Architettura |
Dottorato: | Architettura |
Ciclo di dottorato: | 35 |
Coordinatore del Corso di dottorato: | nome email Mangone, Fabio fabio.mangone@unina.it |
Tutor: | nome email Castagnaro, Alessandro [non definito] |
Data: | 10 Marzo 2023 |
Numero di pagine: | 380 |
Parole chiave: | CIAM, Movimento moderno, fascismo |
Settori scientifico-disciplinari del MIUR: | Area 08 - Ingegneria civile e Architettura > ICAR/18 - Storia dell'architettura |
Depositato il: | 02 Apr 2023 10:10 |
Ultima modifica: | 10 Apr 2025 12:58 |
URI: | http://www.fedoa.unina.it/id/eprint/15108 |
Abstract
Questa ricerca dottorale si propone di indagare il rapporto tra l’architettura italiana e i Congressi Internazionali di Architettura Moderna durante la prima fase del loro svolgimento, dal 1928 al 1939, a partire dal ruolo e dall'attività dei principali esponenti del gruppo italiano (Carlo Enrico Rava, Alberto Sartoris, Piero Bottoni, Gino Pollini, Pietro Maria Bardi e i Bbpr). I Ciam hanno rappresentato la principale sede di confronto a livello internazionale sui temi della casa e dell’urbanistica razionale per tutto il secolo scorso. Tuttavia, la loro peculiarità non risiede tanto nella qualità e nella quantità degli scambi che in essi si stabilirono, quanto nella volontà dei suoi principali promotori di costituire una sorta di «parlamento sovranazionale» che fosse in grado di dettare le linee di indirizzo dello sviluppo della nuova architettura. In Italia, i Ciam hanno rappresentato la prima, concreta, occasione di avvio di una nuova stagione per l’architettura nella prima metà del Novecento. Le ragioni dell’interesse verso questa tematica possono essere ricondotte a due ordini di motivazioni: da un lato, nella volontà, da parte di chi scrive, di affrontare «uno dei punti centrali nella costruzione dell’ideologia del Movimento Moderno» da una prospettiva attuale, che tenga conto non soltanto delle nuove acquisizioni archivistiche e bibliografiche, ma anche dei più recenti indirizzi di ricerca storiografica, volti a una maggiore inclusività dal punto di vista metodologico, sul piano interpretativo e nell’utilizzo delle fonti; dall’altro, nella mancanza di uno studio sistematico sull’argomento, ovvero di uno studio in cui la molteplicità delle acquisizioni documentarie sia stata ricondotta entro un’analisi omogenea. Assumendo, invece, una prospettiva unitaria nell’indagine complessiva della vicenda, a partire dall’analisi delle premesse che determinarono l’ascesa degli italiani ai Ciam, fino alle ricadute dei principi discussi durante i congressi nel contesto italiano, diventa possibile offrire un contributo organico. Sulla base di una ricognizione sistematica dei materiali consultati presso i diversi fondi archivistici – in primis, il CIAM Archiv custodito presso i gta Archives dell’ETH di Zurigo –, il principale perno metodologico della presente ricerca consiste nell’incrocio tra le fonti documentarie in essi rinvenute – tra cui particolare attenzione è stata riposta alle corrispondenze –, e tra quest'ultime e la letteratura critica sul tema, in modo tale da restituire una lettura integrata basata su una ricognizione ampia e pluridirezionale, che possa fornire un nuovo e più saldo fondamento di giudizio critico rispetto ad altri contributi, sia pure autorevoli, ma parziali nel loro grado di ricognizione documentaria.
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