Cerrota, Giuseppe (2009) "Ruolo dei fattori angiogenetici e dei peptidi vasoattivi nella fisiopatologia ostetrico-ginecologica". [Tesi di dottorato] (Unpublished)
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Item Type: | Tesi di dottorato |
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Resource language: | Italiano |
Title: | "Ruolo dei fattori angiogenetici e dei peptidi vasoattivi nella fisiopatologia ostetrico-ginecologica" |
Creators: | Creators Email Cerrota, Giuseppe cerrota@libero.it |
Date: | 26 November 2009 |
Number of Pages: | 149 |
Institution: | Università degli Studi di Napoli Federico II |
Department: | Scienze ostetrico-ginecologiche urologiche e medicina della riproduzione |
Scuola di dottorato: | Medicina clinica e sperimentale |
Dottorato: | Riproduzione, sviluppo ed accrescimento dell'uomo |
Ciclo di dottorato: | 22 |
Coordinatore del Corso di dottorato: | nome email Pignata, Claudio pignata@unina.it |
Tutor: | nome email Di Carlo, Costantino cdicarlo@unina.it |
Date: | 26 November 2009 |
Number of Pages: | 149 |
Keywords: | VEGF, Ritardo di crescita intrauterino, Angiopoietine, NPY, SP, VIP |
Settori scientifico-disciplinari del MIUR: | Area 06 - Scienze mediche > MED/40 - Ginecologia e ostetricia |
Date Deposited: | 01 Dec 2009 13:51 |
Last Modified: | 30 Apr 2014 19:40 |
URI: | http://www.fedoa.unina.it/id/eprint/4083 |
DOI: | 10.6092/UNINA/FEDOA/4083 |
Collection description
In questo studio abbiamo voluto valutare il coinvolgimento di fattori angiogenetici, metalloproteinasi e peptidi vasoattivi nella patogenesi di tre patologie di vasta importanza nella pratica ostetrico-ginecologica, quali l’endometriosi,la pre-eclampsia e l’IUGR, che riconoscono nel loro movens patogenetico il coinvolgimento della angiogenesi. A questo scopo abbiamo valutato il potenziale “invasivo” delle cellule endometriali di pazienti affette da endometriosi, paragonandole ai corrispettivi ectopici (foci endometriali e parete di endometrioma). Inoltre, abbiamo voluto mettere a confronto l’espressione, il contenuto e la localizzazione proteica dei fattori angiogenetici e dei peptidi vasoattivi di placente “normali” rispetto a quelle da gravidanze affette da patologia “placentare” ovvero pre-eclampsia e IUGR. a – Potenziale invasivo delle cellule endometriali di pazienti endometriosiche L’ obiettivo del nostro studio è stato la valutazione dell’espressione e del contenuto del VEGF, dell’Ang-1 e -2 e delle MMP-1, -2 e -9 nell’endometrio eutopico, nelle capsule di cisti endometriosiche e nel peritoneo di pazienti affette da endometriosi, per valutare il ruolo patogenetico di queste molecole nell’impianto di cellule endometriosiche. La nostra ricerca nasce dall’idea che i meccanismi patogenetici alla base della formazione delle lesioni peritoneali e quelli che sottendono la formazione degli endometriomi ovarici siano indipendenti tra loro, ovvero che non necessariamente le localizzazioni a livello del peritoneo si sviluppino a seguito di quelle ovariche. È noto, infatti, che spesso si possono evidenziare spots a livello del peritoneo parietale o del cavo del Douglas prima della formazione di un endometrioma. Con il presente studio, abbiamo voluto dimostrare che esiste un differente pattern di espressione di VEGF, Ang-1 e -2, MMP-1, -2 e -9 nel peritoneo di pazienti affette da endometriosi rispetto alle capsule degli endometriomi ovarici. Ciò supporta la nostra tesi, secondo la quale i meccanismi patogenetici alla base della formazione delle lesioni peritoneali e quelli che sottendono la formazione delle cisti endometriosiche siano indipendenti tra loro, ovvero che non necessariamente le localizzazioni a livello del peritoneo si sviluppino a seguito di quelle ovariche. b – Espressione dei fattori angiogenici e dei peptidi vasoattivi nelle placente normali ed affette da preeclampsia Come già precedentemente affermato, l’insufficienza placentare e le sue manifestazioni patologiche, ovvero la pre-eclampsia ed il ritardo di crescita intrauterino, rappresentano un’ampia percentuale della patologia ostetrica ed hanno un profondo impatto sulla morbilità e sulla mortalità fetali. Ad oggi non esistono terapie efficaci nè strategie di prevenzione che possano ridurre l’incidenza di queste alterazioni. Notevoli sviluppi sono stati effettuati nel campo dell’ecografia e della flussimetria per poter in qualche modo prevedere l’insorgenza delle patologie, ma i risultati da un punto di vista terapeutico sono stati deludenti. Appare necessario, quindi, approfondire le conoscenze fisiopatologiche della formazione placentare e della sua vascolarizzazione, nonché del controllo molecolare degli stati ipossici, in modo da poter approntare o opportunità terapeutiche efficaci o strategie preventive per favorire una placentazione efficace. A questo scopo, il nostro interesse si è rivolto verso i fattori angiogenetici notoriamente coinvolti in questo processo, ovvero il VEGF, l’angiopoietina 1 e l’angiopoietina 2, cercando di valutare sia l’espressione sia la localizzazione delle proteine a livello del trofoblasto di gravidanze e fisiologiche e patologiche, e nel caso delle gravidanze patologiche, selezionare accuratamente i casi in modo da renderli quanto più omogenei possibile. Inoltre, abbiamo voluto investigare anche il comportamento di tre neuropeptidi, l’NPY, l’SP ed il VIP, coinvolti nella regolazione dei vasi, rispettivamente vasocostringente il primo e vasodilatanti gli altri. Queste molecole regolerebbero l’angiogenesi nelle prime fasi di placentazione, quando verosimilmente si verifica la noxa patogena (del resto ancora non nota), che porterebbe ad una riduzione della vascolarizzazione placentare, causa a monte dell’insufficienza placentare, e successivamente potrebbero regolare il flusso ematico in condizioni di ipossia. La conoscenza di questi meccanismi potrebbe in qualche modo portare all’identificazione di sostanze adiuvanti la vascolarizzazione in una prima fase e, successivamente, favorire i meccanismi vasodilatanti rispetto a quelli vasocostrittivi, con conseguente miglioramento del flusso ematico utero-placentare. In questo studio abbiamo valutato l’espressione di fattori angiogenetici e di fattori vasoattivi in pazienti con gravidanza complicata da pre-eclampsia e IUGR, ipotizzando che queste molecole potessero avere un ruolo nello sviluppo della malattia. Abbiamo rilevato una riduzione significativa dei fattori angiogenetici e dei peptidi vasodilatanti, associata ad un aumento dell’NPY (peptide vasocostrittore) nelle gravidanze patologiche. Questi dati portano ad ipotizzare come meccanismo patogenetico un deficit della formazione di neovasi a livello di queste placente, causato dalla riduzione di VEGF e conseguentemente di Ang-1 e Ang-2, con conseguente ipossia dovuta ad un ipoafflusso di sangue. A questa ipossia potrebbero partecipare i peptidi vasoattivi. Questo quadro potrebbe esprimere una situazione “terminale”, nella quale i meccanismi di compenso (aumento della vasodilatazione) potrebbero essere stati esauriti. Ulteriori studi che mettano in relazione i movimenti dei peptidi vasoattivi con la valutazione del flusso ematico mediante flussimetria, potrebbero fornire ulteriori informazioni sulla fisiopatologia di questa manifestazione clinica.
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