Bellizzi, Rosanna (2006) Il panopticon e la sua utopia: dalla logica del modello alla corrispondenza della realtà. [Tesi di dottorato] (Unpublished)

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Item Type: Tesi di dottorato
Lingua: Italiano
Title: Il panopticon e la sua utopia: dalla logica del modello alla corrispondenza della realtà
Creators:
CreatorsEmail
Bellizzi, RosannaUNSPECIFIED
Date: 2006
Date Type: Publication
Number of Pages: 67
Institution: Università degli Studi di Napoli Federico II
Department: Configurazione ed attuazione dell'architettura
Dottorato: Tecnologia e rappresentazione dell'architettura e dell'ambiente
Ciclo di dottorato: 18
Coordinatore del Corso di dottorato:
nomeemail
Gangemi, VirginiaUNSPECIFIED
Coordinatore del Corso di dottorato (extra):
nomeemail
Dell'Aquila, MariellaUNSPECIFIED
Tutor:
nomeemail
Dell'Aquila, MariellaUNSPECIFIED
Date: 2006
Number of Pages: 67
Uncontrolled Keywords: Bentham, Panottico, Modello
Settori scientifico-disciplinari del MIUR: Area 08 - Ingegneria civile e Architettura > ICAR/17 - Disegno
Date Deposited: 30 Jul 2008
Last Modified: 30 Apr 2014 19:23
URI: http://www.fedoa.unina.it/id/eprint/673
DOI: 10.6092/UNINA/FEDOA/673

Abstract

Il Panopticon è un’architettura che nasce alla fine del Settecento, in un’epoca di forti contrasti e trasformazioni sociali in cui i temi ed i modelli del passato sono diventati obsoleti e ci si sente attratti fortemente verso la ricerca e la sperimentazione. In questo fermento culturale si colloca l’opera di Jeremy Bentham che, in conformità alle idee utilitaristiche, ipotizza una soluzione architettonica dello spazio, funzionale e per ogni tipo di sorveglianza. Questo nuovo modello, progettato nel 1787, era il Panopticon, che letteralmente significa “l’occhio che tutto vede”, un’architettura circolare multipiano che, in uno spazio ristretto, permetteva ad un singolo uomo di avere una visione totale, a 360° su tutto l’intorno. Gli elementi principali di questa architettura erano la torre circolare, posta al centro del dispositivo e da cui si esercitava una sorveglianza continua, e una corona anulare, periferica, in cui erano sistemate le celle dei prigionieri, convergenti verso il centro dell’edificio. La logica dell’ispezione fu architettonicamente il principio organizzatore di questo modello, che trasformò la prigione da spazio inerte in dispositivo disciplinare.

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