De Mieri, Stefano (2006) Girolamo Imparato (1549-50 ca.) ed altre questioni del tardo Cinquecento napoletano. [Tesi di dottorato] (Inedito)
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Tipologia del documento: | Tesi di dottorato |
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Lingua: | Italiano |
Titolo: | Girolamo Imparato (1549-50 ca.) ed altre questioni del tardo Cinquecento napoletano |
Autori: | Autore Email De Mieri, Stefano [non definito] |
Data: | 2006 |
Tipo di data: | Pubblicazione |
Numero di pagine: | 362 |
Istituzione: | Università degli Studi di Napoli Federico II |
Dipartimento: | Discipline storiche "E. Lepore" |
Dottorato: | Scienze archeologiche e storico-artistiche |
Ciclo di dottorato: | 17 |
Coordinatore del Corso di dottorato: | nome email Gasparri, Carlo [non definito] |
Tutor: | nome email Santucci, Paola [non definito] |
Data: | 2006 |
Numero di pagine: | 362 |
Parole chiave: | Imparato, Cinquecento, Pittura |
Settori scientifico-disciplinari del MIUR: | Area 10 - Scienze dell'antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche > L-ART/02 - Storia dell'arte moderna |
Depositato il: | 30 Lug 2008 |
Ultima modifica: | 05 Dic 2014 11:53 |
URI: | http://www.fedoa.unina.it/id/eprint/805 |
DOI: | 10.6092/UNINA/FEDOA/805 |
Abstract
La tesi affronta lo studio dell’attività di Girolamo Imparato, uno dei principali pittori napoletani attivi in Italia meridionale tra gli anni settanta del Cinquecento e il primo decennio del Seicento. Partendo dalla considerazione delle opere più antiche viene ricostruita l’intera vicenda artistica del maestro tardo manierista, responsabile di un buon numero di pale d’altare conservate in contesti prestigiosi della città partenopea e di alcune località meridionali. Il percorso del maestro è ricostruito con l’ausilio di numerosi documenti inediti, rintracciati prevalentemente in archivi napoletani, che consentono di comprenderne adeguatamente l’evoluzione. Serrata risulta l’analisi delle componenti artistiche del linguaggio pittorico dell’Imparato: se ne discutono così i rapporti con personalità quali Giovan Bernardo Lama, suo probabile maestro, con Silvestro Buono, col fiammingo Teodoro D’Errico, e sopratutto col Barocci e i suoi seguaci, attivi tra Roma e Napoli intorno al 1590. È inoltre investigato il rapporto stabilito dal maestro con i committenti principali, in special modo con i padri della Compagnia di Gesù, per i quali l’Imparato fu uno degli artisti privilegiati in Italia meridionale. L’analisi di nuovi documenti ha consentito di riscoprire una serie di dipinti sconosciuti, di comprendere il funzionamento dell’attivissima bottega imparatesca e di far affiorare una serie di vicende artistiche minori del tardo Cinquecento napoletano.
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