Miele, Fiammetta (2011) ALLARGARE IL MEDITERRANEO LA TURCHIA E L‘UNIONE EUROPEA GEOPOLITICA, VINCOLI ED OPPORTUNITÀ. [Tesi di dottorato] (Inedito)

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Tipologia del documento: Tesi di dottorato
Lingua: Italiano
Titolo: ALLARGARE IL MEDITERRANEO LA TURCHIA E L‘UNIONE EUROPEA GEOPOLITICA, VINCOLI ED OPPORTUNITÀ
Autori:
AutoreEmail
Miele, Fiammetta[non definito]
Data: 29 Novembre 2011
Numero di pagine: 425
Istituzione: Università degli Studi di Napoli Federico II
Dipartimento: Scienze dello stato
Scuola di dottorato: Scienze politiche
Dottorato: Scienza politica e istituzioni in Europa
Ciclo di dottorato: 24
Coordinatore del Corso di dottorato:
nomeemail
Feola, Raffaele[non definito]
Tutor:
nomeemail
D'Aponte, Tullio[non definito]
Data: 29 Novembre 2011
Numero di pagine: 425
Parole chiave: Turchia, Unione Europea, Mediterraneo, Geopolitica,
Settori scientifico-disciplinari del MIUR: Area 14 - Scienze politiche e sociali > SPS/04 - Scienza politica
Depositato il: 12 Dic 2011 12:29
Ultima modifica: 30 Apr 2014 19:47
URI: http://www.fedoa.unina.it/id/eprint/8648
DOI: 10.6092/UNINA/FEDOA/8648

Abstract

FACOLTÀ DI SCIENZE POLITICHE DOTTORATO IN SCIENZA POLITICA E ISTITUZIONI IN EUROPA XXIV CICLO TITOLO ALLARGARE IL MEDITERRANEO LA TURCHIA E L‘UNIONE EUROPEA GEOPOLITCA, VINCOLI ED OPPORTUNITÀ DOTTORANDA: MIELE FIAMMETTA ABSTRACT Scopo della presente ricerca è, a partire dall‘evidente interesse geopolitico della regione mediterranea per l‘Europa, analizzare quali opportunità vi siano per un effettivo rafforzamento delle relazioni fra le istituzioni dell‘Unione e nazioni per lo più di religione islamica e, in tal caso, se la UpM (o altro organismo di là da venire) possa costituire un prodromo per un vero e proprio allargamento dell‘Unione o se essa debba limitarsi a rappresentare un istituto non sovrapponibile ad essa, teso unicamente a facilitare scambi bi- o multilaterali ed a potenziare le politiche di sicurezza nella regione. A tal fine si è ritenuto opportuno ricostruire il complesso processo di adeguamento della Turchia a valori e principi occidentali e la storia delle altalenanti relazioni fra l‘Europa e l‘unica democrazia pluripartitica del mondo islamico, in quanto emblematico delle difficoltà oggettive che incontra il progetto di una espansione dell‘Unione Europea nel bacino mediterraneo. La Turchia, Paese a maggioranza islamica ma fortemente laicista e filoccidentale, aderente alla NATO, all‘OSCE ed al Consiglio d‘Europa sin dagli anni cinquanta, candidata dal 1999 a divenire membro dell‘Unione, può costituire, infatti, un punto di osservazione privilegiato ed un termine di raffronto per ipotesi di allargamento o prossimità alle nazioni della costa meridionale del Mediterraneo. Pertanto, il primo capitolo è dedicato ad inquadrare le principali sfere di interesse geopolitico che rendono la Turchia Paese cruciale per gli equilibri di aree strategicamente nodali dal punto di vista energetico, della sicurezza, delle politiche sull‘immigrazione e delle comunicazioni, quali la regione trans caucasica e dell‘Asia centrale, i Balcani e il Medio Oriente. Il secondo capitolo ricostruisce invece il lungo ed ancora incompiuto tragitto di avvicinamento fra Turchia ed Europa, cercando di porre a fuoco, soprattutto attraverso la consultazione delle fonti documentali delle istituzioni europee – Consiglio, Commissione e Parlamento – le dinamiche diplomatiche e le motivazioni di fondo che hanno nei decenni rallentato il processo. Si è passati quindi nel merito delle riforme richieste dall‘Unione alla Turchia, soffermandosi su quei criteri politici di democrazia, stato di diritto e rispetto dei diritti umani, sanciti a Copenhagen, che costituiscono il patrimonio imprescindibile di valori fondanti della costruzione europea, per verificare se ed in quale misura un Paese a maggioranza musulmano, portatore di una differente cultura e sensibilità, si sia adeguato al modello istituzionale e valoriale dell‘occidente, senza snaturare se stesso. Non è mancata, dal punto di vista dei vincoli oggettivi che ancora ostacolano l’ingresso della Turchia in Europa, un’analisi – ancora una volta condotta prevalentemente sui documenti periodicamente elaborati dagli organismi europei preposti a verificare i progressi compiuti dal Paese candidato in relazione all’acquis comunitario – circa le delicate issues armena, curda e cipriota. La ricerca, considerata l’estrema attualità e magmaticità di molti dei temi trattati, ha utilizzato in tal caso anche gli strumenti offerti dalla cronaca, mediante la selezione di notizie di quotidiani ed agenzia stampa in rete. Rilevata l’ampia mole di riforme poste in atto dalla Turchia non solo in campo economico, ma anche e soprattutto nel campo dei criteri politici di Copenhagen, anche grazie alla cosiddetta condizionalità ed al normative power esercitati dall’Unione Europe, si è infine cercato di comprendere, a partire dalle politiche attuate e dai diversi organismi creati in seno all‘Europa per avvicinarsi all‘area mediterranea e sulla scia della recente stagione di rivoluzioni nel Nord Africa, se la Turchia potrà, nell‘immediato futuro, fungere da modello virtuoso di stato islamico democratico per la sponda sud del Mediterraneo e, di conseguenza, se ciò contribuirà a realizzare una maggiore convergenza fra le nazioni che si affacciano sul bacino euro-mediterraneo.

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