Di Giovanni, Massimo (2013) Architettura storica e “impianti”: conoscenza, conservazione e miglioramento. [Tesi di dottorato]
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Tipologia del documento: | Tesi di dottorato |
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Lingua: | Italiano |
Titolo: | Architettura storica e “impianti”: conoscenza, conservazione e miglioramento |
Autori: | Autore Email Di Giovanni, Massimo arch.mdg@libero.it |
Data: | 2 Aprile 2013 |
Numero di pagine: | 304 |
Istituzione: | Università degli Studi di Napoli Federico II |
Dipartimento: | Architettura |
Scuola di dottorato: | Architettura |
Dottorato: | Storia e conservazione dei beni architettonici e del paesaggio |
Ciclo di dottorato: | 25 |
Coordinatore del Corso di dottorato: | nome email Aveta, Aldo aldaveta@unina.it |
Tutor: | nome email Picone, Renata renata.picone@unina.it |
Data: | 2 Aprile 2013 |
Numero di pagine: | 304 |
Parole chiave: | Impianti |
Settori scientifico-disciplinari del MIUR: | Area 08 - Ingegneria civile e Architettura > ICAR/19 - Restauro |
Depositato il: | 12 Apr 2013 10:14 |
Ultima modifica: | 10 Mag 2016 01:00 |
URI: | http://www.fedoa.unina.it/id/eprint/9512 |
Abstract
Il programma di ricerca proposto intende dare un contributo allo studio del rapporto tra le problematiche della conservazione e gli impianti tecnici negli edifici storici. Si pensa di poter evidenziare le peculiarità storiche e gli aspetti formali e spaziali degli impianti e le corrispondenti relazioni con gli spazi architettonici, con lo scopo di allargarne la conoscenza e fornire utili contributi e strumenti più adeguati per la conoscenza teorica e la prassi conservativa. A fronte di una letteratura e di una produzione scientifica notevole riguardante gli impianti moderni, fanno riscontro una produzione e un’analisi meno estese sul tema della conservazione degli impianti storici. L’esperienza suggerisce, inoltre, una minore attenzione della componente impiantistica, da parte degli architetti e conservatori, nella pratica professionale, rispetto alle problematicità e alle difficoltà che l’adeguamento tecnologico comporta negli interventi di conservazione, con una conoscenza sicuramente incompleta. Spesso nella pratica corrente del restauro le questioni impiantistiche, che devono essere gioco forza demandate a specialisti, vengono risolte senza integrare le scelte progettuali in una logica complessiva, con un percorso progettuale parallelo se non contraddittorio rispetto ai principi del restauro, elaborati da figure professionali, sia in fase progettuale sia esecutiva, con scarsa consapevolezza rispetto ai temi della conservazione1. Spesso viene mostrata maggiore attenzione al rispetto di criteri d’efficienza ed economia di percorsi e materiali piuttosto che alla tutela dei dati materico-storici, convinti, di solito, che l’adeguamento degli impianti agli standard normativi significhi comunque la completa sostituzione di quelli esistenti, obsoleti oppure pericolosi, con sistemi ex novo, con riflessioni e operazioni del tutto simili a quelle utilizzate negli edifici comuni. Una negazione di quei principi di multidisciplinarità e d’integrazione dei saperi che da molti anni dovrebbero essere, almeno per quanto riguarda questa disciplina dei concetti acquisiti.
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