De Fazio, Rosa Stella (2015) Gli strumenti normativi per il contrasto al terrorismo internazionale tra diritto dell'Unione e diritto interno. [Tesi di dottorato]

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Tipologia del documento: Tesi di dottorato
Lingua: Italiano
Titolo: Gli strumenti normativi per il contrasto al terrorismo internazionale tra diritto dell'Unione e diritto interno.
Autori:
AutoreEmail
De Fazio, Rosa Stellarosastella.defazio@unina.it
Data: 31 Marzo 2015
Numero di pagine: 233
Istituzione: Università degli Studi di Napoli Federico II
Dipartimento: Scienze Politiche
Scuola di dottorato: Scienze politiche
Dottorato: Scienza politica e istituzioni in Europa
Ciclo di dottorato: 27
Coordinatore del Corso di dottorato:
nomeemail
Musella, Marcomarco.musella@unina.it
Tutor:
nomeemail
Mastroianni, Roberto[non definito]
Data: 31 Marzo 2015
Numero di pagine: 233
Parole chiave: Terrorismo internazionale; vittime di reato; Unione europea
Settori scientifico-disciplinari del MIUR: Area 12 - Scienze giuridiche > IUS/14 - Diritto dell'unione europea
Aree tematiche (7° programma Quadro): SICUREZZA > Sicurezza dei cittadini
Depositato il: 13 Apr 2015 08:08
Ultima modifica: 09 Giu 2018 01:00
URI: http://www.fedoa.unina.it/id/eprint/10088
DOI: 10.6092/UNINA/FEDOA/10088

Abstract

La tesi presenta un quadro sistematico dell'evoluzione normativa concernente il contrasto al reato di terrorismo -con particolare attenzione al terrorismo internazionale- nel diritto dell'Unione europea e nel diritto interno. L'analisi, che trae origine dal tentativo di categorizzazione rispetto ad altri reati di criminalità organizzata transnazionale, affronta alcune criticità come quelle di individuare una definizione universalmente condivisa del terrorismo internazionale e di garantire una tutela più effettiva dei diritti delle vittime di reato. La classificazione è stata realizzata grazie all'esame di numerosi atti e Convenzioni europee dalle quali emergono le principali caratteristiche che accomunano i vari attentati realizzati a partire dall'11 settembre 2001 e che coincidono da un lato con quelle del terrorismo postmoderno, dall'altro con quelle del c.d. "homegrown terrorism", in costante espansione come dimostrato da statistiche giudiziarie sull'aumento dei reati commessi in Europa nell'ultimo decennio. Da una valutazione iniziale emerge l'inadeguatezza persino dei più recenti atti europei in tema di anti-terrorismo –focalizzati sugli strumenti militari e di law enforcement piuttosto che sugli aspetti di prevenzione e di contrasto - a disciplinare in maniera esaustiva la complessità delle nuove caratteristiche del terrorismo internazionale, resasi particolarmente evidente a seguito del verificarsi dei recenti attentati di Parigi. Il focus sulla necessità di una nuova codificazione dei principi vigenti in materia concerne altresì il difficile equilibrio tra la tutela della sicurezza internazionale e dei diritti fondamentali dell'individuo, già emergente dal raffronto tra i controversi casi Segi e Gestoras Pro Amnistìa, Kadi e Abu Omar, sui quali le Corti GUE e EDU si sono più volte pronunciate. Sulla base di tali considerazioni, lo studio propende in definitiva verso la necessità della riformulazione degli obiettivi originari dell'Unione europea nel contrasto al terrorismo internazionale attraverso una risposta normativa da parte delle Istituzioni europee e italiane alla luce dell'evoluzione del terrorismo jihadista e quaedista nell'ultimo decennio e alle ripercussioni degli attentati sulla società civile. La tesi esamina a questo proposito gli strumenti normativi nazionali ed europei che mirano a garantire una tutela effettiva dei diritti delle vittime e delle loro famiglie, mettendo allo stesso tempo in evidenza le analogie e le differenze tra le vittime di reato, vittime di terrorismo e vittime del terrorismo internazionale ed evidenziando anche sotto questo profilo alcune criticità: da un lato la mancanza di disponibilità finanziaria rilevata dal Governo italiano insieme al ritardo e alle lacune dell'adattamento del diritto interno agli atti europei sul tema, che rendono difficoltosa l'attuazione di molti di questi ultimi in Italia; dall'altro una disciplina non totalmente esaustiva degli strumenti di garanzia in confronto al diritto internazionale e in particolare ai contenuti degli ultimi Reports annuali del Rappresentante Speciale del Consiglio ONU dei Diritti Umani sulla promozione e la protezione dei diritti umani e delle libertà fondamentali nella lotta al terrorismo. L'analisi del sistema normativo europeo e di quello italiano (che rimette la disciplina del reato ai soli artt. 270 bis ss c.p.) permette in conclusione di rilevare il carattere scarsamente effettivo di entrambi ad affrontare il contrasto al reato di terrorismo internazionale alla luce delle sue moderne manifestazioni. Tale criticità è tuttavia compensata almeno sul piano programmatico dall'emanazione delle più recenti proposte normative: la proposta di risoluzione comune 2015/2573(RSP) sulle relazioni fra l'UE e la Lega degli Stati arabi e la cooperazione nella lotta al terrorismo e il d.l. n. 7/2015, rappresentando entrambi una possibile risposta alla necessità sempre più impellente della rielaborazione e dell'aggiornamento delle norme per il contrasto del terrorismo internazionale già esistenti e della formulazione di nuovi strumenti normativi e contemporaneamente aprendo nuovi scenari di sviluppo nell'Unione e in Italia.

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