Moccia, Marilisa (2015) La rappresentazione della borghesia tra sociologia e letteratura: la Comédie Humaine di Honoré de Balzac. [Tesi di dottorato]

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Tipologia del documento: Tesi di dottorato
Lingua: Italiano
Titolo: La rappresentazione della borghesia tra sociologia e letteratura: la Comédie Humaine di Honoré de Balzac
Autori:
AutoreEmail
Moccia, Marilisamoccia.marilisa@gmail.com
Data: 29 Marzo 2015
Numero di pagine: 300
Istituzione: Università degli Studi di Napoli Federico II
Dipartimento: Scienze Sociali
Scuola di dottorato: Scienze sociali
Dottorato: Sociologia e ricerca sociale
Ciclo di dottorato: 27
Coordinatore del Corso di dottorato:
nomeemail
Morlicchio, Enricaenrica.morlicchio@unina.it
Tutor:
nomeemail
Pecchinenda, Gianfranco[non definito]
Data: 29 Marzo 2015
Numero di pagine: 300
Parole chiave: Balzac, Comédie Humaine, Romanzo realista, Sociologia della Letteratura, Letteratura francese
Settori scientifico-disciplinari del MIUR: Area 10 - Scienze dell'antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche > L-FIL-LET/14 - Critica letteraria e letterature comparate
Area 10 - Scienze dell'antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche > L-LIN/04 - Lingua e traduzione - lingua francese
Area 14 - Scienze politiche e sociali > SPS/08 - Sociologia dei processi culturali e comunicativi
Aree tematiche (7° programma Quadro): SCIENZE SOCIOECONOMICHE E UMANISTICHE > Crescita, impiego e competitività in una società della conoscenza
SCIENZE SOCIOECONOMICHE E UMANISTICHE > Indicatori scientifici e socio-economici
Depositato il: 10 Apr 2015 10:58
Ultima modifica: 25 Set 2015 10:37
URI: http://www.fedoa.unina.it/id/eprint/10201
DOI: 10.6092/UNINA/FEDOA/10201

Abstract

Mimesis della borghesia: La Comédie Humaine Oggetto di questa tesi di dottorato è la rappresentazione della borghesia francese durante la prima metà dell'Ottocento. L'oggetto di ricerca ha richiesto un approccio marcatamente interdisciplinare poiché il lavoro doveva rispondere all'esigenza di «ricostruire» l' immagine storica e la mimesis letteraria di una classe sociale in ascesa che attraverso la narrazione di sé, ha potuto legittimarsi. Si è cercato, inoltre, di dare voce a un'esigenza metodologica sempre più viva, quella di una "collaborazione" tra i saperi sociali e i saperi umanistici tout court. Il punto di partenza è una disamina dei precedenti approcci che hanno cercato di coniugare il letterario con il sociologico che, fin dai suoi esordi, si proponeva una conoscenza "scientifica" del mondo, come mostrato da Lepenies. Nel corso degli anni i diversi approcci hanno prodotto diversi esiti poiché diverse erano le domande di ricerca e i modi di intendere gli studi di sociologia della letteratura. Troppo vicina alla sociologia, di cui in parte condivide l'acume descrittivo e la ricreazione di una realtà, la Letteratura è stata a lungo bollata come "infetta" per una disciplina seria, quale presumeva di essere lo studio del sociale alla sua nascita. Ma per riuscire a incorporare la letteratura fra gli studi di sociologia, è necessario intenderla come un sapere specifico e con un proprio «regno» di pertinenza: la letteratura va "trattata" in quanto frutto di una creazione artistica poiché soltanto in questi termini produce un suo peculiare discorso sul mondo. Si è scelto allora di partire da dove tutto è cominciato: in Francia, durante gli anni che videro la contemporanea nascita della sociologia e dell'affermazione in letteratura del paradigma che si fonda sul principio di realtà. Per fare questo si è ritenuto opportuno andare a indagare quelle connessioni inesplorate: la medicina, gli abiti, la fisiognomica. Tutti si fondano su delle spie, direbbe Ginzburg, su dei sintomi, su delle tracce che rimandano a una realtà altra e che all'indomani della Rivoluzione Francese appaiono come le ultime macerie in cui scavare e su cui indagare per ritrovare le identità di questi uomini ormai diventati anonimi. Una scienza per conoscere e per monitorare gli uomini come la statistica ma anche una letteratura pedagogica, fondata da Balzac, per rendere intellegibile la realtà. Ciò che ha animato questo lavoro non è tanto l'idea di far fede ai testi, come se fossero delle fonti attendibili per fare storia sociale o sociologia (idea peraltro fallace poiché non tiene conto dello specifico letterario che si fonda sull'immaginazione anche quando il narratore dice il contrario e si dilunga in attestazioni di veridicità), quanto piuttosto quella di comprendere come la narrazione possa essere organizzata a partire dai mutamenti storici e sociali. La Comédie Humaine, nome sotto cui sono raccolti 137 romanzi di Honoré de Balzac, ne è un formidabile esempio. L'idea di una divisione oppositiva tra Parigi e la provincia, il sentimento del parvenir proprio dei borghesi assetati di un miglior posto nel mondo, la costruzione di una società parallela su carta che dovesse fare concorrenza allo stato civile, come diceva lo scrittore, sarebbero impensabili prima della monarchia di Luglio, in questi termini. Dell'intera Comédie sono stati scelti alcuni romanzi e qualche scritto ad essa precedente per fondare un'analisi delle classi sociali e fra tutte, facendo riferimento alla classificazione di Balzac, della borghesia come elemento determinante della società moderna. Da ciascun romanzo si è scelto di analizzare la declinazione di un tema e di dare poi una spiegazione complessiva del suo significato nell'ambito dell'economia della narrazione e della sua pregnanza sociologica. Il metodo utilizzato prevede una feconda prospettiva in cui la letteratura e la sociologia si completano vicendevolmente e rispondono di una realtà complessa non altrimenti desumibile. Cosciente delle cautele che un procedimento di questo tipo richiede, ma anche del fatto che i saperi si stanno rinnovando, ho provato ha intrecciare consapevolmente le due discipline contigue, ma troppo spesso distanti.

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