Buono, Silvia (2006) Impianti di acquacoltura a circuito chiuso: sistema di allevamento integrato. [Tesi di dottorato] (Inedito)

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Tipologia del documento: Tesi di dottorato
Lingua: Italiano
Titolo: Impianti di acquacoltura a circuito chiuso: sistema di allevamento integrato
Autori:
AutoreEmail
Buono, Silvia[non definito]
Data: 2006
Tipo di data: Pubblicazione
Numero di pagine: 99
Istituzione: Università degli Studi di Napoli Federico II
Dipartimento: Centro Interdipartimentale di ricerca per la gestione delle risorse idrobiologiche e per l’acquacoltura (CRIAcq)
Dottorato: Acquacoltura
Ciclo di dottorato: 17
Coordinatore del Corso di dottorato:
nomeemail
Bordi, Aldo[non definito]
Tutor:
nomeemail
Melluso, Giovanni[non definito]
Data: 2006
Numero di pagine: 99
Parole chiave: Circuito chiuso, Allevamento integrato, Biodischi
Settori scientifico-disciplinari del MIUR: Area 07 - Scienze agrarie e veterinarie > AGR/20 - Zoocolture
Area 07 - Scienze agrarie e veterinarie > AGR/19 - Zootecnica speciale
Depositato il: 30 Lug 2008
Ultima modifica: 30 Apr 2014 19:24
URI: http://www.fedoa.unina.it/id/eprint/1022
DOI: 10.6092/UNINA/FEDOA/1022

Abstract

L’acquacoltura è un’attività zootecnica intensiva che interagisce strettamente con l’ambiente utilizzando risorse naturali e causando mutamenti ambientali, in quanto determina l’immissione nell’ambiente acquatico di reflui caratterizzati da elevate quantità di nutrienti non consumati. La ricerca si propone di dimostrare come mediante l’applicazione innovativa di un depuratore a biodischi rotanti è possibile recuperare totalmente i reflui provenienti dalle vasche di allevamento e, dopo opportuno trattamento, riutilizzarli come terreno di coltura per la crescita di microalghe (Tetraselmis suecica e Isochrysis galbana), al fine di attuare un sistema di allevamento integrato. Le analisi chimiche del refluo prima e dopo il trattamento biologico hanno evidenziato un’efficienza media annua di abbattimento per l’ammoniaca del 68,35% e per i nitriti del 70,87%. Durante l’anno di monitoraggio si è inoltre registrato una percentuale di abbattimento del BOD5 del 91,12%, con valori in uscita sempre inferiori ai 40 ppm, che è il limite imposto dalla legge per gli scarichi convogliati nei corpi idrici recettori. Tali valori sottolineano il buon funzionamento della biomassa filtrante che si è formata sui biodischi rotanti. La soluzione biotrasformata si è mostrata adatta ad essere utilizzata come terreno di coltura algale anche se con il raggiungimento di basse densità cellulari (Tetraselmis suecica: 91*1045,17  445*10433,23 cell/ml; Isochrysis galbana: 132*10414  140*10415). Dalla correlazione tra dato chimico e biologico è stato evidenziato che il fattore limitante la crescita algale è risultato essere l’azoto, mentre il fosforo è presente sempre a concentrazioni superiori a quelle normalmente introdotte nel terreno di Walne. La capacità nutrizionale della biomassa algale, coltivata nel terreno di coltura biotrasformato - TEST - è stata valutata sia mediante una prova di crescita di semi di mitili (M. galloprovincialis) in vasca sia valutandone il contenuto in acidi grassi polinsaturi (Whyte, 1987), carboidrati (Prosky et al., 1998) e proteine (metodo Kjeldal). I mitili controllo (C2) sono stati alimentati con microalghe ottenute con terreni di coltura standard in impianto a circuito chiuso. In parallelo semi di mitili dello stesso “stock” sono stati allevati “off-shore” (Golfo di Napoli) a 4,5 m e 10 m di profondità (C1-4,5 e C1-10). Attraverso il peso secco del frutto è stato valutato il tasso di crescita specifico (TCS%) e l'aumento di lunghezza delle valve. I maggiori valori del TCS% sono stati registrati nel gruppo di individui stoccato presso l’impianto a circuito chiuso (C2=1,35%; TEST=0,87%, C1-4,5 =0,79%, C1-10 = 0,786%) dove le condizioni di allevamento sono altamente stabili. I mitili test hanno evidenziato in definitiva un tasso di crescita pari a quello osservato nei controlli C1. Non si sono registrate grandi differenze di assimilazione da parte dei due gruppi – Test e C2; da qui se ne deduce che le differenze di accrescimento registrate non dipendono da una maggiore o minore quantità di alghe filtrate, ma solamente dal loro contenuto nutritivo. Dall’analisi dei nutrienti valutati sul peso secco delle microalghe accresciute nel terreno standard si è osservato che presentano per tutti i nutrienti considerati – eccetto che per gli acidi grassi 6 e per i carboidrati – valori più elevati rispetto alle microalghe coltivate nel refluo biotrasformato. Inoltre quest’ultime mostrano una grande variabilità del contenuto nutritivo legato alla variabile composizione del refluo biotrasformato utilizzato come mezzo di coltura. Se si considerano i TCS% valutati per i due gruppi di mitili – C2 e Test – si nota una differenza sostanziale che rispecchia le differenze nutrizionali delle microalghe. L’applicazione di un sistema di depurazione a biodischi rotanti in impianti d’acquacoltura produttivi, permetterebbe un abbassamento dei costi di smaltimento dei reflui, e potrebbe rendere gli impianti capaci di attuare un sistema di allevamento integrato riducendo i costi di approvvigionamento di mangime naturale, utilizzato nel periodo riproduttivo come alimento delle specie ittiche.

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