Caracciolo di Melissano, Francesco Pio (2016) Il welfare aziendale nella crisi dello Stato. [Tesi di dottorato]

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Tipologia del documento: Tesi di dottorato
Lingua: Italiano
Titolo: Il welfare aziendale nella crisi dello Stato
Autori:
AutoreEmail
Caracciolo di Melissano, Francesco Piofrancescocaracciolo@unina.it
Data: 24 Marzo 2016
Numero di pagine: 134
Istituzione: Università degli Studi di Napoli Federico II
Dipartimento: Giurisprudenza
Scuola di dottorato: Scienze giuridico-economiche
Dottorato: Istituzioni e politiche ambientali, finanziarie, previdenziali e tributarie
Ciclo di dottorato: 28
Coordinatore del Corso di dottorato:
nomeemail
Amatucci, Fabrizio[non definito]
Tutor:
nomeemail
Santoni, Francesco[non definito]
Data: 24 Marzo 2016
Numero di pagine: 134
Parole chiave: welfare aziendale
Settori scientifico-disciplinari del MIUR: Area 12 - Scienze giuridiche > IUS/07 - Diritto del lavoro
Depositato il: 13 Apr 2016 11:55
Ultima modifica: 31 Ott 2016 11:28
URI: http://www.fedoa.unina.it/id/eprint/10726

Abstract

La crisi economica iniziata nel 2007, da un lato ha determinato il sorgere di nuove e diversificate esigenze dei lavoratori, dall’altro ha indotto gli Stati a ridurre le risorse destinate al welfare. In questo contesto, le iniziative di welfare dei privati, racchiuse sotto la denominazione “welfare aziendale o di secondo livello”, hanno assunto un ruolo determinante nel garantire il benessere sociale ed in particolare quello dei lavoratori e delle loro famiglie. Il legislatore, da ultimo con la Legge di Stabilità 2016, consapevole della necessità di incoraggiare e supportare questo tipo di progettualità socialmente virtuosa, ha introdotto ulteriori agevolazioni fiscali, modificando in modo rilevante l’art. 51 TUIR. Così, ai fini dell’esenzione, non è più richiesto che le spese relative al welfare siano sostenute volontariamente dal datore di lavoro; il beneficio è esteso a tutti i servizi di educazione e istruzione, anche in età prescolare, ai centri estivi e invernali e alle ludoteche; sono detassabili anche le spese sostenute al fine dell’assistenza ai familiari anziani o non autosufficienti. La legittimità di questo tipo di azioni legislative, trova fonte nello stesso dettato costituzionale (artt. 2, 3, 38, 41, 117, 118 Cost.). Infatti, se è richiesto ai privati l’adempimento di inderogabili doveri di solidarietà, nonché lo svolgimento dell’attività di impresa non in contrasto con l’utilità sociale, lo Stato deve rimuovere gli ostacoli che impediscono il realizzarsi dell’uguaglianza sostanziale, deve garantire prestazioni previdenziali e deve promuovere le iniziative virtuose dei privati secondo il principio di sussidiarietà orizzontale. I piani di welfare aziendale possono essere costituiti unilateralmente dal datore di lavoro, ma anche a mezzo di accordo con le rappresentanze sindacali dei lavoratori. Questi ultimi sono quelli che meglio si prestano al ruolo di tutela del benessere dei lavoratori, in quanto non essendo il frutto di una concessione paternalistica, ma di un accordo, hanno maggiore stabilità ed inoltre consentono un più profondo coinvolgimento dei dipendenti nella attività di impresa. I costi delle iniziative di welfare, lungi dal dover essere identificati come mere spese, sono dei veri investimenti che conducono all’aumento della produttività, ciò in quanto determinano per esempio, una maggiore fidelizzazione del dipendente, il miglioramento del clima aziendale, l’attrazione di capitale umano qualificato. Le azioni di welfare aziendale più diffuse riguardano le pensioni integrative e i fondi sanitari integrativi. I piani aziendali sono però sempre più ricchi di iniziative diversificate, e possono avere ad oggetto per esempio il time saving, il sostegno al potere di acquisto dei dipendenti, il supporto ai familiari dei dipendenti. Tutte queste iniziative, entro certi limiti, godono di agevolazioni fiscali sia sotto il profilo del calcolo IRPEF, sia con riferimento a IRES e IRAP. Anche le Istituzioni europee hanno preso consapevolezza della necessità di promuovere il welfare aziendale al fine di garantire lo sviluppo armonico di un Europa sociale, specialmente in questo periodo di crisi economica. Questa tematica è infatti il fulcro del documento programmatico Europa 2020 con il quale si vuole promuovere una crescita intelligente, sostenibile ed inclusiva del mercato comune attraverso lo strumento del welfare aziendale. Le iniziative in materia non sono mancate neanche a livello mondiale, infatti le Nazioni Unite, sin dal 2000, hanno promosso e sviluppato un’iniziativa strategica denominata “Global impact” volta a promuovere lo sviluppo sostenibile, i diritti umani, del lavoro e la lotta alla corruzione. In questo contesto, alcune grandi multinazionali, hanno dato vita a piani di welfare aziendale transnazionali che riconoscono ai dipendenti il medesimo diritto ad usufruire delle prestazioni indipendentemente dallo Stato in cui sono materialmente impiegati. E’il caso della Google Inc. i cui lavoratori, detti “Googler”godono di una sorta di “cittadinanza transnazionale di welfare privato”.

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