Sgambati, Valeria (2016) Produzione e caratterizzazione di peptidi antimicrobici di origine umana. [Tesi di dottorato]

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Tipologia del documento: Tesi di dottorato
Lingua: Italiano
Titolo: Produzione e caratterizzazione di peptidi antimicrobici di origine umana
Autori:
AutoreEmail
Sgambati, Valeriavaleria.sgambati@unina.it
Data: 29 Marzo 2016
Numero di pagine: 70
Istituzione: Università degli Studi di Napoli Federico II
Dipartimento: Biologia
Scuola di dottorato: Scienze biologiche
Dottorato: Biologia applicata
Ciclo di dottorato: 28
Coordinatore del Corso di dottorato:
nomeemail
Ricca, Ezio[non definito]
Tutor:
nomeemail
Notomista, Eugenio[non definito]
Data: 29 Marzo 2016
Numero di pagine: 70
Parole chiave: peptidi, AMPs, attività antimicrobica, attività antinfiammatoria
Settori scientifico-disciplinari del MIUR: Area 05 - Scienze biologiche > BIO/10 - Biochimica
Area 05 - Scienze biologiche > BIO/13 - Biologia applicata
Depositato il: 08 Apr 2016 10:50
Ultima modifica: 31 Ott 2016 09:21
URI: http://www.fedoa.unina.it/id/eprint/10764

Abstract

I peptidi antimicrobici (AMPs) sono piccole molecole cationiche caratterizzate da un’elevata attività antimicrobica sia nei confronti di batteri Gram-negativi che Gram-positivi. In natura esistono molte proteine con funzione non strettamente correlata alla difesa dell’ospite, che possiedono al loro interno sequenze peptidiche antimicrobiche. Al riguardo in letteratura è noto il caso del peptide GKY-20, un peptide antimicrobico presente nella regione C-terminale della trombina umana. Negli ultimi anni l’attenzione è stata rivolta alla sintesi di peptidi derivanti dalla regione di legame al recettore dell ’apolipoproteina E; tali peptidi, ottenuti in forma sintetica combinando corte sequenze amminoacidiche della regione sopradescritta, si sono dimostrati essere ottimi candidati nel trattamento di condizioni infiammatorie. In questo lavoro riportiamo la caratterizzazione strutturale e funzionale di due nuovi AMPs identificati in ApoE, il primo corrispondente ai residui 133-150 e il secondo ai residui 130-167. I risultati presentati evidenziano che questi peptidi, prodotti sia in forma eterologa che chimicamente, possiedono un ampio spettro di attività antimicrobica e la tendenza ad assumere una conformazione ad -elica in presenza di agenti che mimano la membrana batterica, come TFE e SDS, o di polimeri caratteristici dei batteri Gram negativi come il lipopolisaccaride (LPS). E’ importante inoltre notare che sia ApoE (133-150) che ApoE (130-167) non risultano essere tossici nei confronti di diverse linee cellulari umane e innescano una significativa risposta immunitaria innata, soprattutto Apo E (133-150), valutata sia come diminuzione dei livelli di espressione di citochine pro-infiammatorie in macrofagi umani (monociti THP-1 differenziati), sia valutata andando ad analizzare il rilascio di chemochine da parte cellule PBMC. Nel complesso, tali dati suggeriscono che questi peptidi potrebbero essere utilizzati come modello per la progettazione di nuove terapie immunomodulanti.

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