Bani, Stefano (2016) La disciplina delle società di comodo: una normativa in costante evoluzione. [Tesi di dottorato]
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Tipologia del documento: | Tesi di dottorato |
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Lingua: | Italiano |
Titolo: | La disciplina delle società di comodo: una normativa in costante evoluzione |
Autori: | Autore Email Bani, Stefano ricolao@libero.it |
Data: | 30 Marzo 2016 |
Numero di pagine: | 159 |
Istituzione: | Università degli Studi di Napoli Federico II |
Dipartimento: | Giurisprudenza |
Scuola di dottorato: | Scienze giuridico-economiche |
Dottorato: | Istituzioni e politiche ambientali, finanziarie, previdenziali e tributarie |
Ciclo di dottorato: | 28 |
Coordinatore del Corso di dottorato: | nome email Amatucci, Fabrizio [non definito] |
Tutor: | nome email Nastri, Maria Pia [non definito] |
Data: | 30 Marzo 2016 |
Numero di pagine: | 159 |
Parole chiave: | società di comodo |
Settori scientifico-disciplinari del MIUR: | Area 12 - Scienze giuridiche > IUS/12 - Diritto tributario |
Depositato il: | 13 Apr 2016 11:55 |
Ultima modifica: | 28 Apr 2019 01:00 |
URI: | http://www.fedoa.unina.it/id/eprint/10852 |
Abstract
Il presente lavoro nasce dalla volontà di mettere in luce alcuni aspetti, sia civilistici che tributari, della disciplina delle società di comodo. L’idea di trattare questo tema deriva dalla volontà di sottolineare alcuni profili problematici che possono essere meglio compresi attraverso una trattazione multidisciplinare del tema. Preliminarmente si è cercato di esaminare i principi costituzionali del diritto tributario al fine di comprendere se la disciplina delle società di mero godimento sia compatibile con il dettato costituzionale e contemporaneamente si è tentato di individuare, in una prospettiva de iure condendo, possibili modifiche della disciplina in oggetto. Nel capitolo secondo, invece, è stata descritta la disciplina civilistica delle società di comodo cercando, specialmente, di esaminare la differenza tra gli istituti giuridici della società e della comunione, approcciando un’analisi dell’art. 2248 c.c. al fine di verificare che tipo di soluzioni hanno prospettato la dottrina e la giurisprudenza civilistica con riferimento alle società di mero godimento. In particolar modo vengono indagati i meccanismi sanzionatori volti a scoraggiare l’abuso del fenomeno societario. Nell’ultima parte del capitolo, inoltre, è stato esaminato, senza pretesa di completezza, il fenomeno dell’abuso di diritto, prima dal punto di vista civilistico e successivamente restringendo il campo alla normativa tributaria e alla nuova nozione introdotta dal legislatore con il D.lgs 128/2015. Successivamente viene esaminata la normativa squisitamente tributaria delle società di comodo: ovvero l’evoluzione della disciplina dai primi anni ’50 fino ai giorni nostri, l’analisi della complessa normativa del test di operatività e le conseguenze del non superamento di detto test. L’esame della normativa, oltre ad essere essenziale per un esame compiuto sul tema in oggetto, offre spunti di riflessioni, soprattutto se si raffronta la disciplina ragionieristica del test di operatività, con le soluzioni individuate in diritto civile e commerciale per frenare l’utilizzo dello strumento societario, non per svolgere concretamente un’attività economica, ma per percepire una rendita. Nell’ultima parte si descrive l’interpello disapplicativo come strumento per sottrarsi legittimamente al test di operatività. Si è cercato di individuare gli orientamenti di dottrina e la giurisprudenza per illustrare tutte le questioni controverse relative all’interpello, soprattutto alla luce della riforma degli interpelli avvenuta recentissimamente con il D.lgs 156/2015 attuativo della legge delega di riforma fiscale n. 23/2014.
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