Rinaldi, Gerarluigi (2016) Flussi monetari e circolazione in età tardo antica, il caso di Minturnae (III-VI sec.). [Tesi di dottorato]

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Tipologia del documento: Tesi di dottorato
Lingua: Italiano
Titolo: Flussi monetari e circolazione in età tardo antica, il caso di Minturnae (III-VI sec.).
Autori:
AutoreEmail
Rinaldi, Gerarluigigerarluigi.rinaldi@libero.it
Data: 31 Marzo 2016
Numero di pagine: 256
Istituzione: Università degli Studi di Napoli Federico II
Dipartimento: Studi Umanistici
Scuola di dottorato: Scienze dell'antichità e filologico-letterarie
Dottorato: Storia
Ciclo di dottorato: 27
Coordinatore del Corso di dottorato:
nomeemail
Rao, Anna Maria[non definito]
Tutor:
nomeemail
Taliercio, Marina[non definito]
Data: 31 Marzo 2016
Numero di pagine: 256
Parole chiave: Minturnae; circolazione monetaria, tarda antichità
Settori scientifico-disciplinari del MIUR: Area 10 - Scienze dell'antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche > L-ANT/04 - Numismatica
Depositato il: 10 Apr 2016 16:35
Ultima modifica: 07 Nov 2016 10:48
URI: http://www.fedoa.unina.it/id/eprint/10913

Abstract

Sorta in prossimità dellʼattraversamento della via Appia sul fiume Liri/Garigliano, Minturnae occupava una tappa obbligata nei percorsi terrestri costieri tra Roma e la Campania. Fin dagli scavi della prima metà del Novecento, gli studi sul sito hanno rivolto la loro attenzione principalmente alla fase repubblicana e alto e medio-imperiale: questa ricerca si propone di indagarne le ultime fasi di vita, dallʼetà tetrarchica al suo abbandono (secc. III-VI). Pur senza trascurare le fonti letterarie e la documentazione epigrafica, il presente lavoro si è concentrato sulla documentazione numismatica, in considerazione del rilievo assoluto che la moneta mostra in ambiente urbano e suburbano in termini di entità e continuità delle evidenze, nonché per la sua straordinaria pregnanza sul piano storico più generale del territorio minturnense. Il primo capitolo, suddiviso in tre paragrafi, delinea il quadro storico-archeologico del sito e la storia degli studi. Nel I paragrafo è introdotto il dibattito storiografico legato alla città tardo-antica e alle sue condizioni di vitalità, sia sotto un profilo istituzionale, monumentale e topografico, sia sotto un profilo economico, culturale e religioso. Nel II paragrafo è tracciata la storia degli studi del sito: sono censite e confrontate tutte le descrizioni elaborate in opere antiquarie dallʼetà umanistica allʼ800, per descrivere quindi le campagne di scavo del XIX e XX secolo. Nel III paragrafo è delineato il quadro archeologico e topografico di Minturnae, sia in riferimento al centro monumentale che al territorio: sulla base delle fonti letterarie ed epigrafiche e sulla scorta della storiografia archeologica è tracciato un quadro delle condizioni del sito nei secoli di riferimento (fine III-VI), con un censimento delle evidenze archeologiche del territorio e la cronologia di abbandono degli insediamenti documentati, al fine di valutarne i segnali delle dinamiche demografiche. Alla luce delle relazioni di scavo delle campagne subacquee svolte tra il 1966 e il 1981, è quindi preso in esame il contesto fluviale, limitatamente al tratto intersecante lʼantica percorrenza della via Appia, in corrispondenza del quale è stata rinvenuta parte preponderante della documentazione numismatica, e alla foce. Il secondo capitolo affronta uno studio analitico della documentazione monetale. Lo studio dei materiali numismatici è stato preceduto da una personale e sistematica ricognizione delle monete conservate nellʼAntiquarium dellʼarea archeologica di Minturnae (Marina di Minturno), basata sul controllo autoptico dei materiali, e da un censimento dei reperti editi in passato, parte dei quali è oggi dispersa. In totale è stata raccolta documentazione relativa a 3.035 monete, per la parte conservata nellʼAntiquarium di Minturnae (2.052) edite solo in forma sommaria, e prive di qualunque riferimento inventariale, dei dati ponderali e di riproduzioni fotografiche. Questa parte della ricerca si è concretizzata in una banca dati, su archivio informatico organizzato con riferimento alla scheda numismatica dellʼICCD (pubblicata sul sito web del Ministero BBCC), scheda che è stata opportunamente modificata per rispondere alle esigenze di carattere scientifico e conoscitivo oltre che a quelle di tipo catalografico. Suddiviso in nove paragrafi, il capitolo esamina i reperti numismatici suddividendoli per segmenti cronologici significativi, in riflesso delle successioni dinastiche e delle riforme monetarie intercorse nel tempo, dalla fine del III secolo alla metà del VI. Ogni paragrafo (e sub-paragrafo) valuta la percentuale di attestazione dei nominali e delle serie nei diversi contesti (Garigliano, nucleo oggetto di sequestro, scavi nel centro monumentale, ripostiglio), lʼindice di occorrenza delle autorità emittenti e delle zecche di provenienza, al fine di stimare le aree di approvvigionamento della moneta e le dinamiche della sua circolazione. In ogni periodo è stata riscontrata la prevalenza di una o di alcune delle autorità emittenti rispetto al quadro complessivo; lʼattestazione delle zecche ha fatto emergere una generale predominanza di Roma, cui si affiancano emissioni di altre zecche occidentali e di zecche orientali. Per le serie prevalenti, documentate dal maggior numero di esemplari e in cui si canalizzava buona parte della circolazione, è stata svolta unʼindagine specifica delle zecche ricorrenti, al fine di stimare se vi siano serie provenienti prevalentemente o specificamente da una precisa area dellʼimpero. Per ogni segmento cronologico è stata stimata la curva ponderale complessiva del circolante, per studiare quali nominali fossero principalmente presenti nella circolazione, e come la ricorrenza di questi muti nel tempo. Alla pluralità di zecche, dislocate nellʼimpero sia in Occidente che in Oriente, riscontrate nellʼafflusso monetale di IV secolo, segue nel V un accentramento della produzione enea nella zecca di Roma. In appendice al V secolo si inseriscono alcune decine di reperti di produzione non ufficiale o non romana, con serie protovandale e vandale riscontrate già in altri centri constieri come Porto; produzioni conosciute nei caratteri generali ma non sempre ordinate sistematicamente, che mostrano tipi semplici e non sempre imitativi di modelli ufficiali. Ogni aspetto è esplicato anche con elaborazioni grafiche, con lʼuso di istogrammi e grafici a torta. Il terzo capitolo esamina la circolazione, in una valutazione qualitativa e quantitativa del numerario. Suddiviso in due paragrafi, il capitolo affronta in un quadro complessivo lʼevoluzione del flusso monetario nel sito secondo partizioni cronologiche rilevanti (fine III-fine IV; fine IV-metà VI), al fine di indagare le variazioni dellʼindice annuo di attestazione del numerario superstite e la sua distribuzione nei nominali documentati. In appendice è il Catalogo delle monete dalla Tetrarchia allʼabbandono del sito conservate nellʼAntiquarium di Minturnae (Marina di Minturno, LT). In una prospettiva finalizzata ad apportare un contributo alla ricostruzione storica del sito e del suo territorio, il dato numismatico si inserisce, con la documentazione letteraria, epigrafica e archeologica, in un quadro complesso, orientato ad una conoscenza più chiara delle strutture insediative e dei loro rapporti di interazione con le testimonianze della cultura materiale, in uno studio areale inteso a definire in senso diacronico lʼattestazione della moneta e la sua la distribuzione nel territorio. Lo scopo è stato quello di acquisire nuovi, indispensabili spunti alla riflessione storica sullʼassetto politico-istituzionale ed economico della città fino al VI secolo. Lo studio ha peraltro cercato di definire con maggior dettaglio, anche in senso cronologico, le fasi di affermazione e consolidamento, poi di crisi, della gestione del territorio di Minturnae. Sul piano metodologico, le tecniche di indagine della ricerca numismatica (studio delle serie e delle curve ponderali) sono state coniugate con le modalità della classificazione archeologica, tendente alla ricostruzione dei contesti funzionali specifici e alla elaborazione statistica dei dati quantitativi.

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