Mollo, Antonio (2016) L'architettura nell' antropocene; il rapporto tra le forme della natura, le forme dell'architettura e l'efficienza energetica. [Tesi di dottorato]

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Tipologia del documento: Tesi di dottorato
Lingua: Italiano
Titolo: L'architettura nell' antropocene; il rapporto tra le forme della natura, le forme dell'architettura e l'efficienza energetica
Autori:
AutoreEmail
Mollo, Antonioarch.antoniomollo@gmail.com
Data: 8 Giugno 2016
Numero di pagine: 158
Istituzione: Università degli Studi di Napoli Federico II
Dipartimento: Architettura
Scuola di dottorato: Architettura
Dottorato: Progettazione architettonica ed ambientale
Ciclo di dottorato: 28
Coordinatore del Corso di dottorato:
nomeemail
Piemontese, Antonietta[non definito]
Tutor:
nomeemail
Szaniszlò, Gabor[non definito]
Data: 8 Giugno 2016
Numero di pagine: 158
Parole chiave: architettura;antropocene;efficienza;energia;
Settori scientifico-disciplinari del MIUR: Area 08 - Ingegneria civile e Architettura > ICAR/14 - Composizione architettonica e urbana
Depositato il: 14 Giu 2016 12:07
Ultima modifica: 20 Giu 2017 01:00
URI: http://www.fedoa.unina.it/id/eprint/11135

Abstract

Il tema della ricerca è il rapporto tra composizione architettonica e natura nella contemporaneità. In sintesi, partendo dall’analisi degli aspetti del biomorfismo e del geomorfismo in architettura si prenderà in esame quella casistica di progetti e realizzazioni degli ultimi 25 anni in cui le valenze espressive delle componenti, la modellazione degli spazi e la morfologia strutturale, riflettono principi desunti dal mondo organico, senza limitarsi alla semplice replica di analogie superficiali, ma implicando un effettivo arricchimento linguistico rispetto alla consuetudinaria sintassi architettonica ed un arricchimento del comportamento energetico dell'edificio stesso nei confronti dell'ambiente circostante. La ricerca prenderà dunque in esame gli aspetti di questo approccio progettuale sotto il punto di vista compositivo, sistemando tali materiali in tre capitoli separati : la forma segue l’energia, la forma segue il paesaggio e la forma viva , cercando di ipotizzare la possibilità di un metodo applicabile a nuove esperienze progettuali. Da una ricognizione del fenomeno del biomorfismo in architettura non si delineerà un compendio di regole né tantomeno una manualistica, ma si porranno riflessioni per una ricerca alternativa circa la declinazione del rapporto forma/efficienza. Il biomorfismo, ed i processi di form finding intesi come sublimazione linguistica e trasposizione in ambito architettonico di forme, strutture e comportamenti naturali potranno forse rivelarsi un criterio perseguibile per restituire all’architettura il suo ruolo comunicativo, indispensabile per ripristinare quell’insieme di rapporti che la correlano alla natura. Tale esigenza diviene sempre più perentoria, soprattutto nell’attuale condizione in cui l’ambiente urbano (che ha da tempo perduto il suo carattere di tessuto omogeneo) si espande in disordinate conurbazioni; tanto che i trascorsi equilibri tra la dominante natura e la puntiforme ed artificiale città sono pressoché sovvertiti, ed il paesaggio odierno ridotto a scampoli insignificanti, lacerato ed incalzato dall’accelerato moltiplicarsi di massificate manifestazioni edilizie di sempre minor pregio, appare paradossalmente circoscritto in piccole, isolate unità. Beninteso, l’utilizzo esclusivo di figure compositive di carattere biomorfico non deve dare l’illusoria garanzia di un risultato estetico, né può essere considerato criterio da applicare universalmente ed univocamente, escludendo qualsiasi altra scelta linguistica; ma sembra, piuttosto, di poter individuare, nelle possibilità di interazione con altre e diverse forme di pensiero progettuale complesso, un plausibile paradigma di ricerca per ampliare gli orizzonti della cultura del progettare, soprattutto nel difficile rapporto che quest’ultima deve intessere con l’inderogabile questione dell’identità del paesaggio sia naturale che costruito.

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