Buono, Francesco (2017) Le principali elmintosi dell'asino in Italia: epidemiologia, gestione e controllo. [Tesi di dottorato]

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Tipologia del documento: Tesi di dottorato
Lingua: Italiano
Titolo: Le principali elmintosi dell'asino in Italia: epidemiologia, gestione e controllo
Autori:
AutoreEmail
Buono, Francescofrancesco.buono1985@libero.it
Data: 11 Dicembre 2017
Numero di pagine: 363
Istituzione: Università degli Studi di Napoli Federico II
Dipartimento: dep15
Dottorato: phd095
Ciclo di dottorato: 30
Coordinatore del Corso di dottorato:
nomeemail
Cringoli, Giuseppecringoli@unina.it
Tutor:
nomeemail
Veneziano, Vincenzo[non definito]
Data: 11 Dicembre 2017
Numero di pagine: 363
Parole chiave: Asini; Elminti; Italia
Settori scientifico-disciplinari del MIUR: Area 07 - Scienze agrarie e veterinarie > VET/06 - Parassitologia e malattie parassitarie degli animali
Depositato il: 08 Gen 2018 12:43
Ultima modifica: 20 Mar 2019 11:10
URI: http://www.fedoa.unina.it/id/eprint/12186

Abstract

In Italia, sebbene negli anni ’60 la specie asinina era rappresentata da poco più di 23.000 esemplari, nell’ultimo decennio, grazie all’utilizzo di questo animale per la produzione di alimenti destinati al consumo umano (latte e carne), nella pet-therapy e come animale da compagnia, la popolazione asinina è più che triplicata, contando nell’anno 2017, 80.421 soggetti iscritti all’anagrafe equina. Differentemente da quanto avviene per il cavallo, l’asino è sempre stato considerato una specie forte e resistente e ciò ha portato a credere che questa specie animale non richieda particolari cure veterinarie. Tuttavia è stato dimostrato che l’asino può essere interessato da numerosi quadri patologici; tra questi, le malattie parassitarie sono ampiamente diffuse e possono compromettere gravemente la salute e le performances produttive di questo animale. In Italia le elmintosi nell’asino sono poco studiate e le indagini epidemiologiche volte a determinare la prevalenza delle endoparassitosi nella specie asinina nel nostro Paese sono piuttosto scarse; inoltre, a oggi, le molecole registrate per l’utilizzo negli asini sono piuttosto limitate e le informazioni disponibili circa la farmacocinetica dei farmaci antiparassitari sono scarne. Proprio per questi motivi gli obiettivi di questo percorso di studio di Dottorato di Ricerca in Scienze Veterinarie XXX ciclo sono stati quelli di i) valutare, attraverso una questionnaire survey le differenti pratiche di allevamento e management delle aziende asinine in Italia prestando particolarmente attenzione ai trattamenti antiparassitari; ii) valutare il quadro parassitologico di 77 aziende appartenenti a 13 regioni del territorio italiano, prestando particolare interesse alle elmintosi intestinali e i fattori di rischio a esse associati; iii) effettuare un dose determination trial al fine di determinare il dosaggio terapeutico, la farmacocinetica, l’escrezione nel latte e l’efficacia antiparassitaria del mebendazolo in asini naturalmente infettati da strongili intestinali; iv) valutare attraverso il Faecal Egg Count Reduction test l’efficacia antiparassitaria e l’Egg Reappearance Period delle principali molecole antiparassitarie utilizzate in Italia (pyrantel pamoato, fenbendazolo, ivermectina e moxidectina) per il controllo delle elmintiasi nell’asino. Nella stesura dell’elaborato finale è stata posta l’attenzione sia sulla descrizione delle razze asinine presenti in Italia sia sui principali utilizzi dell’asino nel nostro Paese. È stata inoltre effettuata una disamina dei principali elminti intestinali nell’asino e una review sugli studi epidemiologici effettuati sui principali elminti nell’asino. i) e ii) Tra il 2014 ed il 2016, 1.775 asini, allevati in 77 aziende dislocate sul territorio italiano, sono stati sottoposti ad esami copromicroscopici quali-quantitativi al fine di valutare la presenza di elminti intestinali nei singoli soggetti e quindi il quadro parassitologico aziendale attraverso la tecnica Special modification of McMaster method, Proudman Test e Sedimentazione in aqua fontis. Contestualmente agli allevatori/proprietari degli asini è stata eseguita una questionnaire survey, composta da domande a risposta aperta e domande a risposta multipla, al fine di valutare il management aziendale e nello specifico i trattamenti antiparassitari praticati e i fattori di rischio eventualmente associati alle parassitosi nella specie asinina. Nel corso di questo studio i parassiti identificati sono stati: strongili intestinali (1.507/1.775 – 84,9%) in 77/77 aziende (100%), Dictyocaulus arnfieldi (122/1.775 – 6,87%) in 19 aziende (24,7%), Oxyuris equi (103/1.775 – 5,80%) in 22 aziende (28,6%), Parascaris spp. (64/1.775 – 3,61%) in 24 aziende (31,2%), Anoplocephala spp. (18/1.775 – 1,01%) in 9 aziende (11,7%), Strongyloides westeri (5/1.775 – 0,28%) in 3 aziende (3,9%). Gli esami coprocolturali hanno evidenziato la presenza di larve di terzo stadio appartenenti a Cyathostominae (100%), S. vulgaris (31%), Poteriostomum spp. (25%), Triodontophorus spp. (9%), S. edentatus (7%), S. equinus (5%). Dalla questionnaire survey è emerso che la molecola maggiormente utilizzata per il controllo delle endoparassitosi è l’ivermectina (1.118/1.775 – 63%) seguita dai benzimidazolici (348/1.775 – 20%), pyrantel (332/1.775 – 19%), moxidectina (202/1.775 – 11%). In misura minore sono impiegate le associazioni lattoni macrociclici+praziquantel (85/1.775 – 5%) e fitoterapici (49/1.775 – 3%). L’analisi dei fattori di rischio ha evidenziato che il genere, la presenza del pascolo e la condivisione del pascolo con i ruminanti, il BCS, l’età, la dimensione dell’azienda ed il numero dei trattamenti non sono fattori di rischio associati all’infezione da parte degli SI; mentre la razza, la condivisione del pascolo con i cavalli e l’origine geografica degli asini rappresentano fattori di rischio associati alla parassitosi sostenuta dagli strongili intestinali (p<0,05). Le infezioni sostenute da Parascaris spp. sono invece influenzate dal genere, dall’età, dal BCS, dall’origine geografica e dalla dimensione dell’azienda (p<0,05) mentre la razza, la presenza del pascolo e la sua condivisione sia con i ruminati che i cavalli e il numero dei trattamenti antiparassitari effettuati nel corso dell’anno non rappresentano fattori di rischio associati a questa parassitosi. iii) Il mebendazolo è un farmaco antielmintico registrato per il controllo delle endoparassitosi sia nell’asino sia nel cavallo. Lo scopo di questa prova è stato quello di effettuare un dose determination trial al fine di determinare il dosaggio terapeutico, la farmacocinetica, l’escrezione nel latte e l’efficacia antiparassitaria del mebendazolo in asini naturalmente infettati da strongili intestinali. Diciotto asine in lattazione sono state distribuite, in base alla Faecal Egg Count, in tre gruppi da 6 animali ciascuno. Un gruppo ha costituito il gruppo controllo non sottoposto a trattamento antiparassitario mentre gli animali appartenenti agli altri due gruppi sono stati sottoposti a trattamento antiparassitario utilizzando una formulazione di mebendazolo pasta somministrata per os rispettivamente al dosaggio raccomandato per il cavallo, 10 mg/kg peso vivo (MBZ 1) ed al doppio del dosaggio raccomandato per il cavallo, 20 mg/kg peso vivo (MBZ 2). I campioni di sangue e di latte sono stati prelevati prima del trattamento antiparassitario e dopo il trattamento antiparassitario fino a 120 ore ed analizzati attraverso cromatografia liquida ad alta prestazione (High Performance Liquid Chromatography). Analisi copromicroscopiche quali-quantitative sono state eseguite utilizzando lo Special modification of McMaster method, su ogni singolo animale, prima del trattamento antiparassitario (giorno -3) ed in seguito al trattamento, a cadenza settimanale, dal giorno 7 al giorno 56. Le concentrazioni plasmatiche e l’assorbimento sistemico del mebendazolo sono stati relativamente inferiori se confrontati con gli altri benzimidazolici metilcarbamati. Disposizioni plasmatiche dose-dipendenti sono state osservate all’aumentare del dosaggio utilizzato (10 mg/kg peso vivo vs 20 mg/kg peso vivo). Il mebendazolo somministrato al dosaggio di 10 mg/kg peso vivo non è stato rinvenuto in nessun campione di latte, mentre negli animali trattati al dosaggio di 20 mg/kg peso vivo ha raggiunto una concentrazione massima nel latte, dopo 10,66 ore dal trattamento antiparassitario pari a 0,01 g/ml e il valore di AUC latte/AUC plasma è stato di 0,18±0,02. Questo studio ha dimostrato che il mebendazolo pasta somministrato per via orale nell’asino ha un grado di dispersione minimo nel latte e che può essere utilizzato negli asini in lattazione senza tempi di sospensione. Per entrambi i dosaggi (10 mg/kg peso vivo e 20 mg/kg peso vivo) i risultati ottenuti tramite il Faecal Egg Count Reduction Test hanno dimostrato un’efficacia > 95% sino a 28 giorni dal trattamento. I risultati ottenuti indicano che il mebendazolo somministrato per via orale negli asini al dosaggio di 10 mg/kg si è dimostrato sicuro ed efficace nel controllo dei Cyathostominae, per cui può essere utilizzato al medesimo dosaggio sia nella specie equina sia in quella asinina. iv) I trattamenti antiparassitari rappresentano la principale strategia di controllo delle parassitosi e l’utilizzo dei farmaci antielmintici ha effetti positivi sia sulla crescita sia sulle performances degli animali. Le principali molecole utilizzate nel controllo delle parassitosi intestinali, sia nell’asino che nel cavallo, sono rappresentate dalle tetraidropirimidine, dai benzimidazolici e dai lattoni macrociclici. L’utilizzo irrazionale di queste molecole disponibili in commercio ha comportato lo sviluppo dell’antielmintico resistenza da parte dei parassiti specialmente Cyathostominae. Lo scopo di questo studio è stato quello di valutare, alla dose specifica per il cavallo, l’efficacia antiparassitaria dei quattro principi attivi (PYR, FBZ, IVM, MOX) comunemente utilizzati per il controllo delle strongilosi negli asini attraverso l’utilizzo del FECRT e dell’ERP così come riportato dalle linee guida proposte dalla AAEP in due aziende asinine “A” e “B”. In ogni azienda, in base alla Faecal Egg Count, sono state selezionate 24 asine e suddivise in 4 gruppi di trattamento. Il primo gruppo è stato sottoposto a trattamento antiparassitario con Pyrantel pamoato pasta al dosaggio terapeutico utilizzato per i cavalli (6,94 mg/kg peso vivo), il secondo gruppo è stato sottoposto a trattamento antiparassitario con Fenbendazolo pasta al dosaggio terapeutico utilizzato per i cavalli (7,5 mg/kg peso vivo), il terzo gruppo è stato sottoposto a trattamento antiparassitario con Ivermectina pasta al dosaggio terapeutico utilizzato per i cavalli (200 mcg/kg peso vivo), il quarto gruppo è stato sottoposto a trattamento antiparassitario con Moxidectina gel orale al dosaggio terapeutico utilizzato per i cavalli (400 mcg/kg peso vivo). Analisi copromicroscopiche quali-quantitative sono state eseguite utilizzando lo Special modification of McMaster method, su ogni singolo animale, prima del trattamento antiparassitario (giorno -2) ed in seguito al trattamento, a cadenza settimanale, sino a 12 settimane post trattamento. Nell’azienda “A” la Faecal Egg Count, effettuata due settimane dal trattamento, ha evidenziato un’elevata efficacia per tutte le molecole: Pyrantel pamoato (99,3%), Fenbendazolo (99,8%), Ivermectina e Moxidectina (100%). I valori di ERP sono stati sia per il Pyrantel sia per il Fenbendazolo >80% sino alla sesta settimana post trattamento; mentre ivermectina e moxidectina hanno presentato un valore di ERP>100% rispettivamente sino alla 12° ed 11° settimana post trattamento. In questa azienda prima dell trattamento antiparassitario sono stati rinvenute larve di terzo stadio appartenenti a Cyathostominae e S. vulgaris mentre in seguito al trattamento antiparassitario solo larve di terzo stadio appartenenti a Cyathostominae. Nell’azienda “B” la Faecal Egg Count, effettuata due settimane dal trattamento, ha evidenziato un’elevata efficacia da parte di Ivermectina e Moxidectina (100%), tuttavia ha evidenziato una sospetta resistenza da parte del Pyrantel pamoato (86,3%) ed una resistenza da parte del Fenbendazolo (83,9%). I valori di ERP per Ivermectina e Moxidectina sono stati inferiori rispetto a quanto suggerito dalle linee guida della AAEP assumendo valori inferiori al 90% rispettivamente del 89,3% a 8 settimane e del 89,6% a 9 settimane. In questa azienda prima del trattamento antiparassitario sono stati rinvenute larve di terzo stadio appartenenti a Cyathostominae e S. vulgaris; successivamente al trattamento antiparassitario, per tutti i gruppi, sono state rinvenute esclusivamente larve di terzo stadio appartenenti a Cyathostominae. Lo studio della valutazione della ERP, ha fornito evidenze di una iniziale riduzione dei valori di ERP dopo trattamento con ivermectina e moxidectina anche negli asini. Questo dato è in accordo con altri recenti report di ERP ridotti nei cavalli dopo trattamento con lattoni macrociclici.

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