Capobianco, Nunzia (2019) Innovazione, Imprenditorialità e Trasferimento tecnologico: il contributo dell'European Institute of Innovation and Technology. Evidenze empiriche e prospettive future. [Tesi di dottorato]

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Tipologia del documento: Tesi di dottorato
Lingua: Italiano
Titolo: Innovazione, Imprenditorialità e Trasferimento tecnologico: il contributo dell'European Institute of Innovation and Technology. Evidenze empiriche e prospettive future.
Autori:
AutoreEmail
Capobianco, Nunzianancy.capobianco@unina.it
Data: 2019
Numero di pagine: 250
Istituzione: Università degli Studi di Napoli Federico II
Dipartimento: Economia, Management e Istituzioni
Dottorato: Management
Ciclo di dottorato: 31
Coordinatore del Corso di dottorato:
nomeemail
Mele, Cristinacristina.mele@unina.it
Tutor:
nomeemail
Vona, Roberto[non definito]
Data: 2019
Numero di pagine: 250
Parole chiave: Innovazione; Imprenditorialità; Trasferimento Tecnologico; Innovation Communities; EIT, Case study.
Settori scientifico-disciplinari del MIUR: Area 13 - Scienze economiche e statistiche > SECS-P/08 - Economia e gestione delle imprese
Depositato il: 15 Gen 2019 14:57
Ultima modifica: 29 Giu 2021 08:45
URI: http://www.fedoa.unina.it/id/eprint/12594

Abstract

La creazione di innovazioni avviene sempre di più attraverso la costituzione di network, forme varie di partenariato fra organismi nazionali e internazionali, università, enti locali, imprese, nonché di collaborazione stabile tra produttori e utilizzatori. In tal caso, i network operano, per facilitare l’incontro tra bisogni d’innovazione delle imprese e offerta di metodologie e tecnologie innovative acquisite da organismi di ricerca o imprese di altri Paesi Europei; consapevoli del fatto che le organizzazioni che agiscono a livello internazionale hanno un’opportunità unica di sfruttare varie condizioni di mercato. Diversi studi organizzativi hanno dimostrato che la forma di organizzazione a network predispone meglio, rispetto a quella gerarchica, alla condivisione di forme culturali comuni, al trasferimento di conoscenza tacita e, più in generale, alla gestione equilibrata di cooperazione e competizione (Gherardi, Nicolini, 2004). Un tessuto organizzativo, che mette insieme diverse organizzazioni a vari livelli, rappresenta un sistema intrinsecamente ricco di potenzialità, non solo rispetto alla creazione di nuova conoscenza e alla gestione del sapere tecnologico, ma anche rispetto al processo di circolazione e diffusione. L’Unione Europea, nonostante la presenza di numerosi e qualificati centri di ricerca, università ed importanti dipartimenti dedicati alla R&S nazionali e comunitari, ha sempre avuto difficoltà concernenti la commercializzazione dei risultati della ricerca applicata. Ciò è dovuto a molteplici fattori, tra cui le politiche poco efficaci messe in campo dalla Comunità Europea per l’armonizzazione delle variegate policy nazionali, atteggiamenti ostili dei singoli governi nazionali, ma anche una scarsa disseminazione e conoscenza delle opportunità offerte dalle reti e dalle piattaforme promosse direttamente dalla Commissione Europea o attivate da gruppi imprenditoriali nazionali. Lo sviluppo dell’imprenditorialità costituisce la condizione per promuovere innovazioni tecnologiche e di prodotto, così come dello sviluppo economico. In conseguenza, alla base dell’innovazione, si ritrova l’imprenditorialità innovativa, la letteratura sull’imprenditorialità incentra la propria attenzione sugli aspetti cognitivi che conducono l’individuo ad identificare le opportunità di business per la creazione di nuove realtà. Le teorie relative alle opportunità imprenditoriali affermano che l’imprenditorialità è influenzato dall’ambiente esterno e dal modo secondo cui le società vi si relazionano. Lo stimolo all’imprenditorialità e all’innovazione è fondamentale per lo sviluppo dell’economia, anche il sistema educativo ha un ruolo chiave nel processo di stimolo ai comportamenti imprenditoriali e nello sviluppo dei processi di innovazione favorendo doti di creatività e riconoscimento di nuove opportunità che possono condurre allo sviluppo di innovazione e alla generazione di nuovi potenziali. L’importanza dell’innovazione tecnologica ai fini della crescita economica è ampiamente condivisa in letteratura, così come è riconosciuta la relazione esistente tra innovazione e ritmo di crescita di un sistema Paese. Gli elementi essenziali per il recupero e il mantenimento di competitività, elementi in grado di condizionare positivamente lo sviluppo, in un contesto globale, sono infatti la diffusione delle innovazioni tecnologiche e la valorizzazione del capitale umano, entrambi necessari per sostenere e promuovere la crescita sostenibile nel medio-lungo periodo. Sul piano della pura terminologia, diverse sono le tipologie di innovazione, in base a definizioni ampiamente condivise a livello europeo. Innovazione può essere un prodotto nuovo o migliorato in modo non routinario, sia esso un bene o un servizio, introdotto sul mercato, ovvero l’introduzione di un processo nuovo o anch’esso migliorato in modo significativo. Innovazione ed invenzione non sono sinonimi, le innovazioni sono basate su nuove conoscenze, su nuove combinazioni di conoscenze/tecnologie esistenti e possono essere radicali oppure incrementali. Il concetto di innovazione è anche distinto da quello di ricerca e sviluppo, esplorativa o applicata che sia, pur essendo lo stesso oggi divenuto essenziale per la sostenibilità dei processi innovativi e per la loro effettiva trasferibilità, in una società complessa dove internazionalizzazione e tecnologie abilitanti sono riconosciute come “driving force” primaria. In relazione ai gap definiti nell’analisi della letteratura e alle direzioni preliminari che hanno guidato la fase esplorativa della ricerca, sono state sviluppate ed affinate le seguenti domande di ricerca, che contribuiscono nel loro insieme a sviluppare l’obiettivo generale della ricerca che è quello di indagare, comprendere e descrivere come un modello fondato su reti possa generare, guidare e sostenere l'innovazione, promuovere l’imprenditorialità e accelerare la crescita economica e sociale. Ma soprattutto comprendere in che modo ciò avviene, con quali strumenti e attraverso quali logiche di innovazione si possa contribuire alla creazione di valore. Per rispondere alle domande di ricerca si è scelto una tipica forma di indagine qualitativa finalizzata a cercare il “significato” della realtà anche attraverso il vissuto esperienziale delle persone, il case study. Si è proceduto per esaminare fenomeni contemporanei attraverso la loro osservazione diretta, le interviste alle persone coinvolte negli eventi stessi e le analisi documentali o di altro materiale. Le principali scelte epistemologiche alla base del lavoro sono state quelle della tipologia descrittiva e del metodo induttivo/qualitativo. L’approfondimento della conoscenza del tema della ricerca consente di definire con maggiore precisione, rispetto agli studi esplorativi, il tipo di informazioni, il tipo di fonti ed i metodi di raccolta dati (Mari, 1994). Secondo Yin (2003), il case study è un’indagine empirica che pone fenomeni reali al centro dell’analisi, tentando di osservarli “nella loro unicità, come parte di un particolare scenario e delle sue interazioni” (Patton, 1985) in relazione alla difficoltà di distinguere “i confini del fenomeno dal contesto in cui esso si sviluppa ed agisce”. Attraverso il metodo del case study diviene possibile “studiare un fenomeno contemporaneo nel suo contesto di vita reale, particolarmente quando i confini tra fenomeno e contesto non sono chiaramente evidenti (...) e avvalersi di molteplici fonti di prova, con la necessaria triangolazione di dati” che vuol dire assumere ad oggetto di studio le condizioni contestuali considerate pertinenti al fenomeno indagato (Yin 2005). I due tipi di disegni della ricerca, esplorativo e descrittivo, nell’ambito dello studio che si sta portando a termine, possono essere considerati come degli stadi di un processo continuo; per quanto concerne il disegno di ricerca esplorativo, esso è stato sviluppato quale fase a monte dello studio, attraverso la ricognizione di materiale bibliografico, cartaceo ed elettronico (che include anche rapporti di monitoraggio e di valutazione) e grazie al confronto sui temi di ricerca, con diversi attori coinvolti con l’European Institute of Innovation and Technology, in ambito nazionale ed internazionale. L’analisi documentale ha così consentito di postulare i propositi di ricerca oggetto di approfondimento nell’indagine empirica (fase descrittiva). Per quanto concerne le fonti dei dati, considerato il problema della ricerca ed il taglio descrittivo della stessa, si è ritenuto di utilizzare in maniera complementare sia dati raccolti per lo scopo specifico dell’indagine (dati primari), che dati già disponibili sui singoli fenomeni oggetto di rilevazione (dati secondari); La successiva indagine sul campo per la verifica/approfondimento dei quesiti di ricerca è stata sviluppata attraverso la realizzazione di interviste a diversi attori, direttamente coinvolte nelle attività promosse dalla “Knowledge and Innovation Communities” (KIC) EIT Health e all’osservazione diretta. Questa derivata dall’insorgere dell’esigenza di varietà e ricchezza di informazioni in relazione ad elementi difficilmente quantificabili, il cui sviluppo è influenzato da molteplici variabili di tipo comportamentale, manageriale e di contesto. Il contatto diretto, infatti, ha costituito un canale informativo privilegiato in quanto sta consentendo di cogliere, oltre alle evidenze oggettive, anche quelle soggettive, che nella ricerca rivestono un ruolo non trascurabile. Considerata la complessità dell’oggetto di indagine, nella raccolta dei dati ci si è avvalsi della triangolazione (Mari, op. cit., 1994), ricorrendo all’utilizzo di diversi strumenti: analisi documentale, interviste e osservazione. I risultati empirici mostrano che l'IET può essere considerato come un nuovo e valido approccio per migliorare l'innovatività a livello dell'UE. . Il passaggio a più modelli di innovazione aperta riflette il potere degli approcci combinatori, sebbene siano necessarie strutture istituzionali che consentano di realizzare pienamente le opportunità. Il modello di rete dell'EIT riflette questo modo di pensare e suggerisce che l'approccio rimane concettualmente ben fondato, oltre ad affrontare le carenze sistemiche riconosciute. Evidenze empiriche rivelano che nel contesto dell'economia della conoscenza e di crescente concorrenza a livello globale, anche alla luce della sfida demografica affrontata internamente dall'Europa, la crescita economica e l'occupazione in futuro verranno influenzate anche da innovazioni nei prodotti, nei servizi e nei modelli di attività, nonché dalla capacità della stessa Europa di coltivare, attrarre e trattenere talenti. I risultati possono avere alcune implicazioni pratiche, lo studio può consentire una migliore comprensione del ruolo e delle opportunità che il network EIT, anche attraverso le sue Knowledge Innovation Communities offre ai diversi attori coinvolti nell’ecosistema dell’innovazione. La comprensione dell’organismo, del suo funzionamento e degli strumenti che esso utilizza può certamente contribuire ad una maggiore consapevolezza delle opportunità intrinseche che l’appartenenza a tale network puà favorire lo sviluppo di innovazione, la diffusione dell’imprenditorialità e i processi di trasferimento tecnologico all’interno del tessuto economico, anche nazionale.

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