Ricciardi, Emilio (2006) Il "poggio delle mortelle" nella storia dell'architettura napoletana. [Tesi di dottorato] (Inedito)

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Tipologia del documento: Tesi di dottorato
Lingua: Italiano
Titolo: Il "poggio delle mortelle" nella storia dell'architettura napoletana
Autori:
AutoreEmail
Ricciardi, Emilio[non definito]
Data: 2006
Tipo di data: Pubblicazione
Numero di pagine: 91
Istituzione: Università degli Studi di Napoli Federico II
Dipartimento: Storia dell'architettura e restauro
Dottorato: Storia dell'architettura e della città
Ciclo di dottorato: 17
Coordinatore del Corso di dottorato:
nomeemail
Starace, Francesco Saverio[non definito]
Tutor:
nomeemail
Pessolano, Maria Raffaella[non definito]
Data: 2006
Numero di pagine: 91
Parole chiave: Napoli, Architettura, Urbanistica
Settori scientifico-disciplinari del MIUR: Area 08 - Ingegneria civile e Architettura > ICAR/14 - Composizione architettonica e urbana
Depositato il: 31 Lug 2008
Ultima modifica: 30 Apr 2014 19:30
URI: http://www.fedoa.unina.it/id/eprint/2407
DOI: 10.6092/UNINA/FEDOA/2407

Abstract

Il “poggio delle Mortelle” è una piccola area a sud-ovest della collina di San Martino, aperta sul mare in direzione di Posillipo e celebrata dai cronisti per la bellezza del sito e la salubrità dell’aria. La sua storia riassume le vicende urbanistiche di Napoli durante l’età vicereale: inserita nel XVI secolo all'interno della murazione cittadina dal viceré Pedro de Toledo, la zona si caratterizzò inizialmente come zona di piccoli conventi e di ville “di delizie”; la morfologia accidentata dei luoghi e l’intenso sviluppo edilizio, perseguito per tutto il secolo successivo dagli ordini religiosi e dai rappresentanti dei ceti emergenti ne provocarono prima la crescita disordinata, poi, in età barocca, la fortuna come zona residenziale. Celebrata da vedutisti e letterati come una delle più belle zone della città, la contrada delle Mortelle perse nell’Ottocento le connotazioni originarie: la rete degli antichi tracciati viari fu distrutta dall’apertura del corso Vittorio Emanuele, mentre gli edifici più rappresentativi vennero stravolti da interventi per nulla rispettosi delle peculiarità legate alla destinazione originaria. Tuttavia il quartiere ha conservato buona parte delle architetture antiche, che permettono tuttora di leggerne la stratificazione.

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