Sbrescia, Luisa (2009) ATTIVITÀ DI PESCA ED EFFETTO RISERVA SULLA FAUNA ITTICA DELL’AMP DI PUNTA CAMPANELLA. [Tesi di dottorato] (Inedito)

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Tipologia del documento: Tesi di dottorato
Lingua: Italiano
Titolo: ATTIVITÀ DI PESCA ED EFFETTO RISERVA SULLA FAUNA ITTICA DELL’AMP DI PUNTA CAMPANELLA
Autori:
AutoreEmail
Sbrescia, Luisaluisa.sbrescia@uniparthenope.it
Data: 30 Novembre 2009
Numero di pagine: 80
Istituzione: Università degli Studi di Napoli Federico II
Istituzioni (extra): Università degli Studi di Napoli "Parthenope"
Dipartimento: Scienze per l'ambiente
Scuola di dottorato: Scienze della Terra
Dottorato: Scienze e ingegneria del mare
Ciclo di dottorato: 22
Coordinatore del Corso di dottorato:
nomeemail
Incoronato, Alberto[non definito]
Tutor:
nomeemail
Pierini, Stefanostefano.pierini@uniparthenope.it
Data: 30 Novembre 2009
Numero di pagine: 80
Parole chiave: AMP, pesca, effetto riserva
Settori scientifico-disciplinari del MIUR: Area 05 - Scienze biologiche > BIO/07 - Ecologia
Informazioni aggiuntive: co-tutor dott. Russo Giovanni Fulvio
Depositato il: 11 Dic 2009 11:11
Ultima modifica: 20 Gen 2015 10:01
URI: http://www.fedoa.unina.it/id/eprint/4241

Abstract

I popolamenti ittici sono scelti quali indicatori biologici degli effetti delle misure di protezione per il ruolo ecologico, paesaggistico ed economico che ricoprono. Infatti, la struttura delle comunità ittiche è direttamente annessa alla corretta gestione delle AMP in quanto con essa vengono preservate direttamente, attraverso la regolamentazione delle attività di pesca, e indirettamente attraverso la protezione dell’habitat. La Conferenza di Rio de Janeiro del 1992 ha segnato il punto di svolta per quello che concerne l’impegno degli Stati in rapporto alla tutela ed alla gestione delle risorse naturali; nel 1995 riguardo alla protezione delle risorse ittiche, conseguentemente alla Conferenza delle Nazioni Unite sulla Legge del Mare, la FAO ha adottato il “Codice di Condotta per una pesca responsabile”. Il Codice stabilisce i principi e i modelli internazionali di comportamento per le pratiche di pesca responsabile, al fine di assicurare un’effettiva conservazione, gestione e sviluppo delle risorse acquatiche viventi. Gli obiettivi primari di un’Area Marina Protetta (AMP), in linea con i principi generali a cui il Codice fa riferimento, sono la conservazione dell’ecosistema acquatico, la regolamentazione delle attività antropiche, l’attivazione di programmi di ricerca ed, infine, la promozione di iniziative in ambito didattico- divulgativo. In Italia solo da pochi decenni si è radicata la necessità di salvaguardare il bene ambiente; ciò ha da un lato incentivato l’adozione di politiche di sviluppo eco-compatibili, dall’altro stimolato la nascita e l’evoluzione di una tutela giuridica e normativa ambientale sempre più organica che ha portato alla formazione di un sistema di aree protette. Una volta riconosciuta “…l'importanza scientifica, ecologica, culturale, educativa ed economica…” che determinate aree rivestono (legge 979/82, titolo V, art.25), aree in cui “… possono essere promosse la valorizzazione e la sperimentazione di attività produttive compatibili …” (legge quadro sulle aree protette 394/91), si procede con l’istituzione di un’area protetta che implica, tra l’altro, la zonizzazione della stessa. Le AMP sono considerate uno strumento efficace, oltre che per la protezione della biodiversità, per il miglioramento della gestione delle attività di pesca. Conservare le risorse della pesca, e al contempo garantire i pescatori relativamente allo svolgimento delle proprie attività, implica l’adozione di numerose misure gestionali: per poter controllare la sovrappesca è necessario individuare e proteggere le popolazioni ittiche destinate alla cattura (gli stock), valutare la pressione di pesca (anche su specie non bersaglio), determinare la capacità selettiva degli attrezzi da pesca ed il loro relativo impatto dovuto alla perdita o all’abbandono (attrezzi “fantasma”). Per essere efficaci, le scelte gestionali di un’AMP riguardanti la pesca dovrebbero scaturire dalla conoscenza di tutta la fauna ittica (specie di interesse commerciale e non) presente nell’area di competenza e nelle aree adiacenti, delle realtà sociali locali e delle misure gestionali precedentemente stabilite ed applicate. Non è semplice identificare le tecnologie e le modalità produttive il cui utilizzo non abbia ripercussioni negative sull’ambiente, coniugando la tutela delle risorse naturali con lo sviluppo socio- economico. L’aumento della pressione delle attività antropiche lungo le coste mediterranee, ha reso indispensabile verificare quanto le AMP possano preservare la fauna ittica dal rischio di diminuzione della diversità e dell’abbondanza, provocato tanto dalla sovrappesca quanto dall’alterazione degli habitat. Si è quindi proceduto con l’attivazione e l’attuazione di progetti di ricerca aventi come finalità la determinazione, in una prima fase, dell’effetto riserva e, successivamente, dell’effetto spillover. Alla luce di quanto detto, è stato sviluppato un progetto di ricerca nell’AMP di Punta Campanella atto a valutare l’effetto riserva sulla fauna ittica della zona di riserva integrale “Vervece”, il cui scopo è stato quello di analizzare oggettivamente la sussistenza del suddetto effetto, valutandone l’estensione e individuando le specie che da esso traggono maggior beneficio. Si è inoltre proceduto con l’analisi delle attività di pesca artigianale e ricreativa che si svolgono su tutto il territorio dell’AMP. I risultati del progetto potrebbero essere di supporto all’Ente Gestore nell’attuazione di programmi di protezione della fauna ittica e di gestione della pesca costiera.

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