Pacifico, Renata (2006) Valutazione e mitigazione della contaminazione da metalli pesanti delle lagune flegree. [Tesi di dottorato] (Inedito)

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Tipologia del documento: Tesi di dottorato
Lingua: Italiano
Titolo: Valutazione e mitigazione della contaminazione da metalli pesanti delle lagune flegree
Autori:
AutoreEmail
Pacifico, Renata[non definito]
Data: 2006
Tipo di data: Pubblicazione
Numero di pagine: 256
Istituzione: Università degli Studi di Napoli Federico II
Dipartimento: Centro Interdipartimentale di ricerca "Ambiente" (CIRAM)
Dottorato: Valutazione e mitigazione del rischio ambientale
Ciclo di dottorato: 17
Coordinatore del Corso di dottorato:
nomeemail
Lirer, Lucio[non definito]
Tutor:
nomeemail
Adamo, Paola[non definito]
Data: 2006
Numero di pagine: 256
Parole chiave: Elementi in traccia, Estrazioni sequenziali, Smaltimento e recupero sedimenti contaminati
Settori scientifico-disciplinari del MIUR: Area 07 - Scienze agrarie e veterinarie > AGR/13 - Chimica agraria
Depositato il: 30 Lug 2008
Ultima modifica: 30 Apr 2014 19:23
URI: http://www.fedoa.unina.it/id/eprint/589
DOI: 10.6092/UNINA/FEDOA/589

Abstract

Il lavoro di tesi svolto è sostanzialmente finalizzato alla valutazione della qualità dei sedimenti delle lagune costiere campane, Fusaro e Lucrino, mediante l’impiego di un approccio metodologico che tiene conto dell’estrema complessità della matrice e della possibilità che questa, oltre che una fonte di contaminanti, possa essere considerata anche come materiale da riutilizzare (es. ripascimenti di spiagge). Le zone costiere e le loro risorse naturali (marine e terrestri) svolgono un ruolo strategico sia dal punto di vista ambientale sia socio-economico, pertanto le lagune costiere diventano importanti per la produzione alimentare (grazie alle risorse della pesca e dell’acquacoltura) nonché per la tutela della biodiversità. Numerose funzioni indirette sono inoltre connesse alla creazione di posti di lavoro, alla crescita economica ed alla qualità della vita. Tali zone, tuttavia, sono sempre più contese da diversi utilizzatori e risentono di problemi politico-istituzionali che possono determinarne un degrado progressivo e, talvolta, irreversibile. Le attività agricole, industriali e la crescente urbanizzazione, ad esempio, hanno contaminato gli ambienti lagunari, in particolare quelli con scarso ricambio naturale di acqua, causando, tra l’altro, un inquinamento da metalli pesanti dovuto a scarichi diretti nelle acque o, anche, alla deposizione atmosferica di emissioni industriali. Gli obiettivi principali della tesi possono essere così riassunti: • inquadrare dal punto di vista geografico, storico, geologico ed idrografico le lagune costiere flegree. • effettuare un'analisi sufficientemente approfondita della letteratura scientifica sul tema dei "criteri di qualità dei sedimenti", affrontando in questo modo la vasta problematica della diffusione, trasporto e destino finale dei contaminanti nell'ambiente. • verificare, relativamente al suddetto problema, l'applicazione della procedura analitica di estrazione sequenziale, metodologicamente complessa ed in tempi recenti riconsiderata per la sua efficacia nell'acquisizione di dati ad alto contenuto di informazione. • valutare le cinetiche di rilascio dei contaminanti mediante test di lisciviazione. Infine, il lavoro si è proposto anche di valutare la possibilità di uso di residui di lavorazioni industriali (“fanghi rossi” derivanti dall’estrazione dell’allumina dalla bauxite) per ridurre la mobilità degli elementi tossici eventualmente presenti nel sedimento, sia in funzione di un uso diretto sul sedimento sia di un eventuale dragaggio e successivo smaltimento. La valutazione del rischio ambientale, associato ai sedimenti delle lagune studiate, è stata fatta sulla base dei limiti di concentrazione imposti dal Ministero dell’Ambiente per la gestione in sicurezza dei materiali dragati dalla Laguna di Venezia e dei livelli di concentrazione di fondo, caratteristici della zona. Per tale motivo è stata effettuata la determinazione della concentrazione totale degli elementi in traccia in tutti i campioni di sedimento. In questo modo è stato possibile fare valutazioni preliminari in base ad una classificazione di riferimento contenuta nel documento del Marzo 1993 (Ministero dell'Ambiente) "Criteri di sicurezza ambientale per gli interventi di escavazione, trasporto e reimpiego dei fanghi estratti dal canale di Venezia (art.4, comma 6 L. 360/91)", generalmente applicata sul territorio nazionale e modificata inserendo, più esplicitamente, la valutazione dei livelli di “fondo naturale”. Le lagune sono state così suddivise in quattro classi in funzione di una valutazione complessiva della “qualità” (sedimenti di buona qualità, di discreta qualità, di contaminazione medio-bassa, di contaminazione medio alta). È stata applicata la procedura di estrazione sequenziale BCR. Le informazioni ottenibili con i dati delle estrazioni sequenziali sono state poi confermate da una valutazione cinetica della mobilità degli elementi in traccia che ha permesso ulteriori osservazioni. Per la fase conclusiva del dottorato è stata effettuata una sperimentazione di tipo applicativo, finalizzata alla possibile ottimizzazione delle tematiche di “fitoremediation” e “fitostabilization” per lo smaltimento di sedimenti marno/lagunari dragati. I risultati ottenuti possono essere sintetizzati come segue. • Le lagune costiere flegree, Fusaro e Lucrino, presentano, in generale, una contaminazione da metalli pesanti medio-bassa ed il rischio tossicologico ambientale ad essa associata dipende dalle possibili variazioni del pH e degli equilibri ossido-riduttivi, che possono avvenire nell’ambiente in cui si trova il sedimento. • Le procedure di estrazione sequenziale, nonostante i limiti di applicazione, risultano uno strumento efficace per la valutazione della contaminazione da metalli pesanti e del rischio tossicologico-ambientale ad essa associato, fornendo un alto contenuto di informazioni relative alla mobilità dei contaminanti. • La valutazione della mobilità mediante un approccio di tipo cinetico conferma le informazioni ottenute con l’approccio sequenziale, sopradetto. • L’impiego di ammendanti permette la crescita di piante ove essa non è possibile e la migliora ove essa già avviene. In particolare, l’aggiunta di fanghi rossi e di compost migliora la “struttura” di un sedimento a forte componente sabbiosa.

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