Panico, Annalisa (2010) Sindrome dell'ovaio policistico: ruolo dell'obesità ed impatto sulla qualità di vita. [Tesi di dottorato] (Inedito)

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Tipologia del documento: Tesi di dottorato
Lingua: Italiano
Titolo: Sindrome dell'ovaio policistico: ruolo dell'obesità ed impatto sulla qualità di vita
Autori:
AutoreEmail
Panico, Annalisaannalisa.panico@libero.it
Data: 27 Novembre 2010
Numero di pagine: 83
Istituzione: Università degli Studi di Napoli Federico II
Dipartimento: Medicina clinica e sperimentale
Scuola di dottorato: Medicina preventiva, pubblica e sociale
Dottorato: Scienze dell'alimentazione e della nutrizione
Ciclo di dottorato: 23
Coordinatore del Corso di dottorato:
nomeemail
Contaldo, Francofranco.contaldo@unina.it
Tutor:
nomeemail
Contaldo, Francofranco.contaldo@unina.it
Data: 27 Novembre 2010
Numero di pagine: 83
Parole chiave: sindrome dell'ovaio policistico; obesità; qualità di vita; dieta
Settori scientifico-disciplinari del MIUR: Area 06 - Scienze mediche > MED/13 - Endocrinologia
Area 06 - Scienze mediche > MED/09 - Medicina interna
Depositato il: 10 Dic 2010 14:12
Ultima modifica: 30 Apr 2014 19:43
URI: http://www.fedoa.unina.it/id/eprint/7933
DOI: 10.6092/UNINA/FEDOA/7933

Abstract

La Sindrome dell’Ovaio Policistico (Pcos) è disordine non esclusivamente riproduttivo ma sistemico, con importanti implicazioni metaboliche. Nelle adolescenti affette da Pcos sono molto frequenti oligomenorrea, irsutismo ed obesità; in età riproduttiva, infertilità e, in fase climiterica, obesità, dislipidemia, intolleranza ai carboidrati e franco diabete mellito. Le donne con Pcos possono presentare gradi diversi di Insulino-resistenza (IR), che contribuiscono all’aumentato rischio di Sindrome Metabolica. L’attività svolta dalla dottoranda ha messo in evidenza che l’obesità, soprattutto quella addominale, oltre ad essere una manifestazione quasi ineluttabilmente legata al decorso della Pcos come effetto dell’iperandrogenismo, potrebbe avere un ruolo patogenetico importante nello sviluppo e nella progressione della sindrome in donne suscettibili. In linea con i dati emergenti dalla letteratura, lo studio evidenzia importanti differenze dei parametri ormonali e metabolici tra donne con IMC superiore e donne con IMC inferiore a 25, le più rilevanti delle quali risultano la più spiccata insulino-resistenza e la più severa iperinsulinemia nelle donne in sovrappeso od obese. Questo dato emerge dalla significatività della correlazione di Pearson tra IMC e ciascuno degli indici scelti per la valutazione della sensibilità all’Insulina (Insulinemia a digiuno, G/I ratio, Homa-IR, Homa % B, Tg/HDL, e CT/HDL). Il dato rafforzerebbe l’ipotesi, postulata dalla maggior parte degli studiosi, che l’insulino-resistenza nell’obesità é provocata da meccanismi indipendenti da quelli che sono responsabili della Pcos. L’obesità, quindi, aggraverebbe uno stato di ridotta sensibilità all’Insulina, presente nella Pcos indipendentemente dall’ IMC. A conferma di ciò i dati dello studio svolto evidenziano una differenza significativa nei livelli di Insulina, Homa-IR e Homa % B tra la popolazione con Pcos, indipendentemente dall’ IMC, e quella di controllo. Rispetto ai controlli le pazienti con Pcos reclutate hanno maggiori livelli di Testosterone totale e il coefficiente di Pearson tra IMC e Testosterone totale, evidenzia un più grave stato iperandrogenico nelle pazienti obese, rispetto alle non obese. Significativa anche la correlazione tra IMC e circonferenza vita. Ben il 74% delle donne con IMC>25 mostra un’obesità a distribuzione androide (circonferenza vita >88 cm). Le donne con Pcos e IMC>25 presentano anche un profilo lipidemico più aterogeno, con una correlazione positiva tra IMC e Trigliceridi e IMC e Colesterolo LDL e una correlazione negativa tra IMC e Colesterolo HDL. Questo dato, confermato anche da altri studi, renderebbe conto della maggiore predisposizione delle donne con Pcos e IMC elevato allo sviluppo di complicanze cardiovascolari a lungo termine. Per quanto riguarda la Glicemia, non sono emersi né importanti differenze con la popolazione generale, verosimilmente a causa della giovane età del campione, né una correlazione significativa con l’ IMC. Quanto al fenotipo clinico, infine, emerge una evidente correlazione tra IMC irsutismo, acne e seborrea. Se ne conclude che, per quanto l’obesità, aggravando lo stato di insulino-resistenza e di iperandrogenismo, contribuisca a peggiorare il fenotipo clinico e i parametri metabolici delle donne con Pcos, configurandosi a tutti gli effetti come uno dei fattori principali nel complesso meccanismo patogenetico alla base di questa endocrinopatia, essa non costituisce il solo determinante della Sindrome Metabolica nelle donne con Pcos. Sarebbe, pertanto, un fattore di confondimento, che non consentirebbe di valutare il contributo, pure importante, di altri fattori, tra cui durata dell’obesità, insulino-resistenza, presente nella Pcos indipendentemente dal IMC, fattori di rischio metabolico individuali, etnia, predisposizione genetica, familiarità e, soprattutto, età. È ovvio che la Pcos, soprattutto se associata alla obesità, sia causa di un severo distress, soprattutto nelle pazienti più giovani, che devono far fronte ai disagi fisici e psicologici che può comportare. Numerosi studi hanno valutato l’impatto della Pcos sulla qualità di vita usando strumenti standardizzati. Di quelli degni di nota, 12 hanno fatto ricorso a strumenti di valutazione generica (9 di essi, l’SF 36) e 8 hanno usato uno strumento specifico, lo PCOSQ. Tuttavia, poiché nessuno di essi è stato condotto in Italia, la seguente ricerca si configura come una novità nel panorama letterario nazionale. In particolare è stata valutato l’impatto negativo della Pcos sulla qualità della vita tramite l’utilizzo di questionari sia generici che specifici. Un’attenzione particolare è stata rivolta a confermare se e in che misura l’obesità contribuisce a compromettere, di per sé, la qualità di vita. I disturbi e i disagi psicologici, stigmatizzati con il questionario SCL-90-R, influenzano fortemente il benessere globale e il campione di donne con Pcos, soprattutto la subpopolazione con IMC>25, ha mostrato, rispetto alla popolazione di controllo, valori significativamente elevati di tutti e tre gli indici globali. Particolarmente compromesse risultano, indipendentemente dal IMC, le dimensioni sintomatiche Ossessione-Compulsione, Depressione e risulta compromessa anche la dimensione Ansia. Dall’analisi dei risultati dello PCOSQ emerge, conformemente alla letteratura, un più frequente interessamento del dominio peso (22%), seguito dall’ irsutismo (19%). Gli altri domini compromessi sono: emozioni e acne, con il 18% e, infertilità e problemi mestruali, con il 17% . In conclusione i risultati ottenuti confermano che nelle donne con Pcos la Sindrome Metabolica o, in alternativa, fattori di rischio metabolico individuale, possono essere presenti con frequenza maggiore rispetto alla popolazione femminile generale e suggeriscono anche che la Sindrome Metabolica possa avere un esordio significativamente più precoce. L’insieme dei dati rivoluzionerebbe il concetto di Pcos come disordine squisitamente riproduttivo e ne enfatizzerebbe il carattere metabolico. D’altra parte, visto che la Pcos, per le sue implicazioni fisiche e metaboliche, rappresenta una importante fonte di distress psichico, sarebbe sempre opportuno associare, all’esame clinico, uno screening psicologico che valuti il fragile equilibrio di queste pazienti, avvalendosi di misure della qualità di vita e della qualità di vita in relazione alla salute. Un ulteriore aspetto indagato dal seguente studio è stato quello di valutare gli effetti di un regime dietetico moderatamente iperlipidico o normolipidico sulle manifestazioni cliniche , sui parametri ormonali e metabolici di tale sindrome. Attualmente sono state reclutate 9 pz, che dopo un’indagine clinica e bioumorale sono state sottoposte in maniera random ad un regime dietetico moderatamente iperlipidico (lipidi 40%, proteine 15%, carboidrati 45%) o a una dieta normolipidica (lipidi 30%, proteine 15%, carboidrati 55%) per 3 mesi. Successivamente dopo una rivalutazione laboratoristica hanno praticato dieta normolipidica o moderatamente iperlipidica per altri 3 mesi, e infine un ulteriore controllo clinico e bioumorale. Da un’analisi dei dati preliminari sembrerebbe che un regime dietetico moderatamente iperlipidico agendo sull’insulino-resistenza, sarebbe utile nel migliorare il profilo metabolico-ormonale delle pazienti con PCOS, soprattutto se sovrappeso od obese. Al momento i dati preliminari sono incoraggianti, per cui è opportuno continuare questo studio per consolidare i risultati ottenuti.

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