Martino, Maria Luisa (2010) Padre e madre di bambini affetti da leucemia: l'elaborazione narrativa dell'esperienza traumatica. [Tesi di dottorato] (Inedito)

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Tipologia del documento: Tesi di dottorato
Lingua: Italiano
Titolo: Padre e madre di bambini affetti da leucemia: l'elaborazione narrativa dell'esperienza traumatica.
Autori:
AutoreEmail
Martino, Maria Luisa[non definito]
Data: 29 Novembre 2010
Numero di pagine: 130
Istituzione: Università degli Studi di Napoli Federico II
Dipartimento: Scienze relazionali "Gustavo Iacono"
Scuola di dottorato: Scienze psicologiche e pedagogiche
Dottorato: Studi di genere
Ciclo di dottorato: 23
Coordinatore del Corso di dottorato:
nomeemail
Nunziante Cesaro, Adele[non definito]
Tutor:
nomeemail
Nunziante Cesaro, Adele[non definito]
Freda, Maria Francesca[non definito]
Data: 29 Novembre 2010
Numero di pagine: 130
Parole chiave: Trauma, genitori, narrazione, onco-ematologia pediatrica.
Settori scientifico-disciplinari del MIUR: Area 11 - Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche > M-PSI/08 - Psicologia clinica
Depositato il: 11 Dic 2010 01:16
Ultima modifica: 30 Apr 2014 19:44
URI: http://www.fedoa.unina.it/id/eprint/8144

Abstract

L’esperienza di malattia in età pediatrica si caratterizza come un evento traumatico che rompe il senso di continuità dell’intera famiglia e chiama improvvisamente, madri e padri, a costruire una “nuova realtà” entro una cornice alterata di senso. L’attenzione del lavoro si sofferma intorno alle figure genitoriali che accompagnano il percorso di malattia di un figlio e che rappresentano il rifugio entra il quale il bambino si rifornisce delle risorse psichiche necessarie ad affrontare l’assalto della malattia (Rait e Holland, 1986); si pone quale premessa teorica l’esplorazione delle differenze di genere, nel modo di simbolizzare e affrontare l’evento traumatico della malattia leucemica di un figlio, che emergono in modo preponderante nella tendenza, propria della patologia oncologica pediatrica, ad amplificare i più tradizionali ruoli genitoriali (Chelser e Perry, 2001; Frank et al., 2001; Quittner et al. 2000; Reay et al., 1998). Entro l’ampio panorama degli interventi fondati su un approccio narrativo, il lavoro discute il riferimento alla narrazione scritta quale supporto alla funzione di elaborazione ed integrazione dell’esperienza traumatica. La scrittura introducendo una dimensione spaziale accanto a quella temporale introdotta dal narrare, connette fatti ed emozioni entro una cornice tridimensionale, può sostenere processi di connessione semiotica (Freda, 2008) ricucendo il processo di messa in parola, restituendo pensabilità laddove la malattia ha generato una rottura nel legame tra piano simbolico ed affetti (Solano 2007; Costantini, 2005; Pennebaker, 1990). Nello specifico la “ricerca-intervento” si è avvalsa del “Guided Written Disclosure Protocol” (Gidron, Peri, Connolly e Shalev 1996; Duncan e Gidron, 1999; Gidron, Duncan, Lazar, Biderman, Tandeter e Shvartzman, 2002; Gidron, Duncan, Lazarc, Bidermand, Tandeterd, e Pesach, 2007), articolato in tre incontri caratterizzati da specifiche consegne volte a ricostruire la trama interrotta della storia di malattia del figlio secondo prospettive temporali differenti. Lo spazio di racconto è stato offerto a padri e madri di bambini affetti da leucemia linfoblastica acuta in fase "off-therapy". Gli obiettivi del lavoro, pertanto, si sono articolati intorno alla: Offerta di un accompagnamento e un supporto psicologico volto alla promozione dell’ elaborazione dell’esperienza traumatica attraverso la creazione di uno spazio psicologico di racconto, mediato dalla scrittura. Valutazione dell’efficacia dell’intervento fondato sulla scrittura entro tale patologia, come strumento di promozione dell’elaborazione psichica dell’evento traumatico, attraverso il monitoraggio testologico di aspetti sintomatologici ed emozionali. Individuazione del personale livello di competenza nel processamento emozionale, delle madri e dei padri, e l’esplorazione dell’eventuale presenza di nessi tra tale competenza e la possibilità, a lungo termine, di fruire o meno in modo efficace dell’intervento proposto. Esplorazione delle specificità e differenze di genere nell’uso, nelle modalità di fruizione e nell’efficacia dell’intervento al fine di arricchire le conoscenze scientifiche intorno a tale fenomeno e potere pensare prassi di intervento clinico che possano rispettare i diversi tempi dell’elaborazione entro la coppia genitoriale (Sgarro, 2008). Esplorazione delle narrazioni, entro un’ ottica di genere, costruite dalle madri e dai padri, al fine di implementare la conoscenza delle diverse dimensioni semiotiche ed emozionali implicate durante questa fase della malattia, nonché, la loro ricostruzione e rappresentazione del percorso di malattia vissuto insieme al figlio. L’arricchimento delle conoscenze, teoriche e cliniche, sulle dimensioni psicologiche paterne implicate in questo contesto al fine di arricchire il vuoto presente in letteratura sulla figura paterna e promuovere, in tal modo, una sua inclusione all’interno della prassi di intervento clinico ospedaliero in quanto figura chiave in grado di giocare un ruolo di essenziale importanza nella relazione con un figlio portatore di una malattia oncologica e determinante nel mantenimento dell’unità del sistema familiare sottoposto ad un cambiamento improvviso (Cabrera et al., 2000). In sintesi, l’analisi statistica dei dati, suggerisce come l’intervento si sia configurato come una modalità di sostegno efficace che ha influito sulla riduzione del disagio emotivo, connesso al trauma della malattia del figlio, dei genitori. Verranno, nello specifico, presentati e discussi tutti i risultati del lavoro, nonché, le conclusioni e le implicazioni future.

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