Parlato, Federica (2010) Insegnanti e Istituzione. [Tesi di dottorato] (Inedito)

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Tipologia del documento: Tesi di dottorato
Lingua: Italiano
Titolo: Insegnanti e Istituzione
Autori:
AutoreEmail
Parlato, Federicafedericaparlato@fastwebnet.i
Data: 30 Novembre 2010
Numero di pagine: 70
Istituzione: Università degli Studi di Napoli Federico II
Dipartimento: Scienze relazionali "Gustavo Iacono"
Scuola di dottorato: Scienze psicologiche e pedagogiche
Dottorato: Scienze psicologiche e pedagogiche
Ciclo di dottorato: 22
Coordinatore del Corso di dottorato:
nomeemail
Miglino, Orazio[non definito]
Tutor:
nomeemail
Starace, Giovanni[non definito]
Data: 30 Novembre 2010
Numero di pagine: 70
Parole chiave: scuola
Settori scientifico-disciplinari del MIUR: Area 11 - Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche > M-PSI/07 - Psicologia dinamica
Depositato il: 15 Dic 2010 10:03
Ultima modifica: 30 Apr 2014 19:46
URI: http://www.fedoa.unina.it/id/eprint/8401
DOI: 10.6092/UNINA/FEDOA/8401

Abstract

Abstract del lavoro di tesi di dottorato di Federica Parlato Il lavoro di ricerca della dottoranda è collocabile all’interno del filone degli studi del funzionamento delle istituzioni. L’istituzione analizzata è quella scolastica, in particolare, ciò che viene approfondito nel lavoro è il ruolo che le componenti affettive rivestono nel rapporto tra la scuola e gli insegnanti alla luce del paradigma psicoanalitico. La domanda che ‘anima’ e viene continuamente riformulata nel lavoro ha a che fare con le motivazioni che sono alla base della crisi della scuola. I perché di questo fenomeno che produce dispersione scolastica nei giovani e burn-out nei docenti sono ricercati attraverso la messa a punto di interviste semi-strutturate a docenti delle scuole medie superiori della città di Napoli. Le interviste sono state analizzate grazie alla griglia individuata da Barbieri per l’analisi testuale, la chiave di lettura dei significati è ascrivibile alla teoria psicoanalitica, in particolare ai concetti bioniani dei funzionamenti gruppali. Il lavoro di ricerca si è svolto in due fasi. Nella prima fase sono state somministrate dodici interviste a docenti mirate ad approfondire le rappresentazioni mentali che gli insegnanti hanno: del proprio lavoro, delle difficoltà della scuola, del ruolo della psicologia nei processi educativi, del rapporto tra la domanda di psicologia rivolta dalla scuola e la risposta prodotta che spesso risulta essere insoddisfacente, o comunque molto parziale. L’ipotesi iniziale era che le domande rivolte agli psicologi e le risposte prodotte fossero spesso insoddisfacenti poiché la presenza dello psicologo nel contesto scolastico viene percepita come un attacco all’identità professionale del docente. Dal lavoro di lettura del materiale raccolto con le interviste, l’ipotesi iniziale si è andata man mano specificandosi, in particolare, dal lavoro di tesi emerge che lo psicologo slatentizza, solo reificando l’attacco all’identità del docente, che in realtà, proviene dal macrocontesto istituzionale e socio-politico attuale. Il lavoro di tesi si focalizza in particolare sulla presenza nei docenti di una precipua difesa di tipo dissociativo tra aspetti affettivi e compito didattico legata al ruolo dell’insegnante, che in questo modo tutela lo stesso insegnante dall’attacco all’identità. Per approfondire l’ipotesi il lavoro si è articolato in una seconda fase della ricerca che ha visto la messa a punto e la somministrazione di altre interviste, rivolte, questa volta, a insegnanti, presidi e tutor coinvolti nei progetti PAS (Percorsi Alternativi Sperimentali) rivolti al recupero di ragazzi dispersi. Si è pensato di andare a studiare questi aspetti in un contesto critico in cui compito didattico e dimensione relazionale potessero dialogare in uno spazio di progetto sperimentale, dove fossero quindi meno costretti ad assecondare le logiche efficientistiche della scuola di oggi. Ciò che viene messo in evidenza dal materiale raccolto nella seconda fase dello studio è che in situazioni come quelle dei progetti sperimentali la dissociazione negli insegnanti tra aspetti relazionali e aspetti legati al compito didattico diminuisce poiché l’insegnante non viene attaccato nella sua funzione educativa più ampia, gli viene lasciato più spazio per pensare ed esistere come individuo. L’attacco all’identità si configura quindi come un attacco che la scuola fa a se stessa, alla sua capacità creativa di formare ed educare attraverso i docenti, creando, in termini bioniani, una relazione contenitore/contenuto di tipo parassitario tra istituzione scolastica e docenti in cui l’uno attacca ed impoverisce l’altro. È la scuola stessa, infatti, che si impoverisce realizzando proprio ciò di cui viene accusata cioè di non servire a formare le persone né alla vita né all’ascesa sociale.

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