Auletta, Alessandro (2011) Gli ausili pubblici tra autorità e consenso. [Tesi di dottorato] (Inedito)

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Tipologia del documento: Tesi di dottorato
Lingua: Italiano
Titolo: Gli ausili pubblici tra autorità e consenso
Autori:
AutoreEmail
Auletta, Alessandroalessandro.auletta@hotmail.it
Data: 26 Novembre 2011
Numero di pagine: 435
Istituzione: Università degli Studi di Napoli Federico II
Dipartimento: Diritto amministrativo e scienza dell'amministrazione
Scuola di dottorato: Scienze giuridico-economiche
Dottorato: Programmazione negoziale per lo sviluppo e la tutela del territorio
Ciclo di dottorato: 24
Coordinatore del Corso di dottorato:
nomeemail
Liguori, Fiorenzofiorenzo.liguori@unina.it
Tutor:
nomeemail
Liguori, Fiorenzofiorenzo.liguori@unina.it
Data: 26 Novembre 2011
Numero di pagine: 435
Parole chiave: Ausili pubblici
Settori scientifico-disciplinari del MIUR: Area 12 - Scienze giuridiche > IUS/10 - Diritto amministrativo
Depositato il: 13 Dic 2011 09:47
Ultima modifica: 15 Lug 2015 01:00
URI: http://www.fedoa.unina.it/id/eprint/8568

Abstract

L’elaborato è suddiviso in quattro capitoli. Nel primo di essi vengono individuate le “variabili” (anzitutto storiche ed economiche) che determinano il mutevole assetto dell’intervento (più o meno penetrante, più o meno sistematico, o all’inverso episodico) dello Stato nell’economia. A tal fine vengono rapidamente passati in rassegna gli assetti tipici delle economie (e quindi degli Stati) precapitalisti, delle politiche assenteiste dello Stato liberale di diritto, delle istituzioni del corporativismo fascista, ed infine dell’assetto dei rapporti economici delineati nella Carta costituzionale. Con segnato riferimento a tale ultima questione, dopo aver dato contezza delle principali questioni interpretative suscitate dall’art. 41 Cost. (e delle più accreditate ipotesi ricostruttive, anche in rapporto all’impatto del diritto comunitario), ci si sofferma su una indagine “macroprospettica” della giurisprudenza costituzionale, onde ravvisare una regolarità nella individuazione delle condizioni alle quali un intervento restrittivo o conformativo della libertà sancita dal primo comma della richiamata disposizione costituzionale possa essere considerato conforme alla Costituzione. Il secondo capitolo affronta specificamente, sulla base di quanto detto nel capitolo precedente, il tema della particolare caratterizzazione del principio di legalità nell’azione amministrativa tendente alla distribuzione di incentivi alle imprese. Dopo aver premesso qualche cenno, più generale, sulla “crisi della legalità”, si individua nella preregolazione dell’esercizio del potere discrezionale (in funzione di auto-limite) l’aspetto saliente del principio di legalità nella materia in argomento. Si passa quindi all’esame della norma-base dell’art. 12 della l. 241 del 1990 e delle principali questioni che esso pone a livello ermeneutico, nonché delle disposizioni del d.lgs. 123 del 1998. Nell’ambito del secondo capitolo sono anche analizzate tematiche che saranno riprese nel capitolo conclusivo del lavoro (per dare sostegno alla particolare ipotesi ricostruttiva ivi proposta): in particolare, le questioni relative alla tutela dell’affidamento (che è aspetto rilevante, ancorché non del tutto valorizzato, delle regole del rapporto di agevolazione) ed al riparto di giurisdizione. Il terzo capitolo è dedicato all’esame del diritto comunitario, con segnato riguardo alla compatibilità tra (leggi e quindi) provvedimenti di incentivazione e divieto di aiuti ex art. 87 TCE (oggi art. 107 TFUE). Attenzione specifica è riservata alla compatibilità comunitaria delle sovvenzioni di esercizio, erogate a favore di gestori di servizi pubblici onde consentire la conformazione della relativa attività a norme di continuità, regolarità, capacità e qualità, cui non potrebbe essere assoggettata una comune attività economica. Il quarto capitolo, che conclude il lavoro, ne costituisce a ben vedere il cuore. Traendo le fila del discorso condotto nei capitoli precedenti, e servendosi degli apporti provenienti anche dalla dottrina civilistica, si cerca di dimostrare la seguente tesi: se il rapporto di agevolazione può essere considerato, al di là delle forme concrete secondo cui esso si compie, come un rapporto essenzialmente unitario, o che sia comunque tale da presentare delle “invarianti” (la causa economica); subordinatamente, quale sia la disciplina giuridica applicabile al rapporto giuridico globale così individuato. Il quale rapporto pare suscettibile di essere inquadrato nella fattispecie disciplinata dall’art. 11 della l. 241. Per dimostrare la praticabilità di una simile lettura, l’autore dapprima espone minuziosamente i risultati raggiunti dalla dottrina che si è già occupata del tema sotto il profilo più squisitamente dogmatico (risultati che gravitano intorno ai poli di tesi pubblicistiche e privatistiche), poi ipotizza lo sviluppo della tesi del doppio-grado elaborata da autorevole dottrina con riguardo ai rapporti di che trattasi, immaginando l’unificazione del rapporto (misto di potere ed autonomia) sotto l’egida dell’accordo procedimentale o sostitutivo di provvedimento, ed andando alla ricerca, da un lato, di indici testuali e sistematici a sostegno della tesi, dall’altro, evidenziandone i benefici (specie ma non solo) dal punto di vista della conseguenza giurisdizionale.

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