Napolitano, Laura (2011) Effetto della 3,5-diiodo-l-tironina sul metabolismo lipidico del muscolo gastrocnemio di ratto. [Tesi di dottorato] (Inedito)

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Tipologia del documento: Tesi di dottorato
Lingua: Italiano
Titolo: Effetto della 3,5-diiodo-l-tironina sul metabolismo lipidico del muscolo gastrocnemio di ratto
Autori:
AutoreEmail
Napolitano, Lauralaura.milena@live.it
Data: 2011
Numero di pagine: 124
Istituzione: Università degli Studi di Napoli Federico II
Dipartimento: Scienze biologiche
Scuola di dottorato: Scienze biologiche
Dottorato: Biologia applicata
Ciclo di dottorato: 24
Coordinatore del Corso di dottorato:
nomeemail
Ricca, Ezioezio.ricca@unina.it
Tutor:
nomeemail
Lionetti, Lillàlilla.lionetti@unina.it
Data: 2011
Numero di pagine: 124
Parole chiave: 3,5-diiodo-l-tironina;ormoni tiroidei;metabolismo lipidico
Settori scientifico-disciplinari del MIUR: Area 05 - Scienze biologiche > BIO/09 - Fisiologia
Depositato il: 05 Dic 2011 17:06
Ultima modifica: 30 Apr 2014 19:48
URI: http://www.fedoa.unina.it/id/eprint/8809
DOI: 10.6092/UNINA/FEDOA/8809

Abstract

Gli studi effettuati negli ultimi 15 anni hanno rivelato che la T2, un metabolita della T3, considerato per molti anni solo un prodotto di inattivazione della T3, è una iodotironina biologicamente attiva che presenta attività eccito-metabolica significativa. Essa, quando somministrata a ratti ipotiroide è in grado di incrementare la velocità mitocondriale di ossidare i substrati e la capacità ossidativa dei tessuti metabolicamente attivi. Tali effetti si riflettono in un incremento della spesa energetica dell’animale “in toto”.. Quando somministrata a ratti alimentati con una dieta iperlipidica, la 3,5-T2 ne riduce il guadagno di peso corporeo, il contenuto della massa grassa, i livelli di trigliceridi e di colesterolo. In tali animali la T2 previene anche l’insorgenza della steatosi epatica e dell’insulino resistenza, patologie strettamente associate all’obesità ed all’accumulo ectopico di trigliceridi nei tessuti cosidetti “magri”. Dal punto di vista clinico, è di cruciale importanza che la somministrazione cronica di T2 non induce tireotossicosi. Infatti gli animali che ricevono T2 non presentano alterazioni a carico dell’asse ipotalamo-ipofisi-tiroide (Lanni e coll 2005) , del sistema cardiovascolare e non manifestano riduzione del contenuto proteico corporeo (de Lange e coll 2005), alterazioni che, come citato precedentemente, si riscontrano in seguito a somministrazione cronica di T3. Quanto descritto suggerisce l’uso farmacologico della T2 al fine di contrastare l’obesità e le patologie ad essa associate che sono generalmente conseguenti ad accumulo ectopico di grassi. I dati ottenuti durante il dottorato di ricerca indicano che la T2 è una iodotironina in grado di indurre variazioni a carico del metabolismo lipidico del muscolo gastrocnemio ed hanno contribuito a chiarire i meccanismi molecolari alla base di tali variazioni. In particolare, i dati ottenuti hanno permesso di evidenziare che la T2 attiva l’importo degli acidi grassi nel tessuto e la loro successiva ossidazione a livello mitocondrial. La stessa iodotironina rende inefficiente l’ossidazione degli acidi grassi promuovendo processi termogenici a livello mitocondriale. Gli effetti indotti dalla T2 si manifestano molto rapidamente e permangono anche dopo trattamento cronico con la stessa . A livello molecolare, l’attivazione della proteina chinasi AMPK, nota avere un ruolo chiave nel dirigere la partizione lipidica verso l’ossidazione, sembra mediare alcuni degli effetti a breve termine della T2. Inoltre la proteina FAT/CD36, nota svolgere un ruolo chiave nell’importo degli acidi grassi liberi nelle cellule muscolari e nella loro ossidazione a livello mitocondriale, è un bersaglio della T2 che ne promuoverebbe la traslocazione dai depositi intracellulari verso la membrana sarcoplasmatica ed i mitocondri. Da quanto esposto, insieme alle evidenze già presenti in letteratura, relative all’assenza dell’insorgenza di uno stato tireotossico conseguente ad una somministrazione cronica di T2, è possibile ipotizzare l’uso farmacologico di tale iodotironina per la cura dell’obesità e di patologie associate ad un accumulo ectopico di grassi nel tessuto muscolare, quali ad esempio l’insulino- resistenza.

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