Donizzetti, Immacolata (2011) Obesità e steatosi epatica in ratti alimentati con dieta iperlipidica ed ipercalorica. [Tesi di dottorato] (Inedito)

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Tipologia del documento: Tesi di dottorato
Lingua: Italiano
Titolo: Obesità e steatosi epatica in ratti alimentati con dieta iperlipidica ed ipercalorica
Autori:
AutoreEmail
Donizzetti, Immacolataimma.donizzetti@hotmail.it
Data: 30 Novembre 2011
Numero di pagine: 177
Istituzione: Università degli Studi di Napoli Federico II
Dipartimento: Scienze biologiche
Scuola di dottorato: Scienze biologiche
Dottorato: Biologia avanzata
Ciclo di dottorato: 24
Coordinatore del Corso di dottorato:
nomeemail
Gaudio, Lucianogaudio@unina.it
Tutor:
nomeemail
Putti, Rosalbarosalba.putti@unina.it
Data: 30 Novembre 2011
Numero di pagine: 177
Parole chiave: steatosi, infiammazione, stress del RE e dei mitocondri
Settori scientifico-disciplinari del MIUR: Area 05 - Scienze biologiche > BIO/06 - Anatomia comparata e citologia
Depositato il: 09 Dic 2011 15:56
Ultima modifica: 30 Apr 2014 19:49
URI: http://www.fedoa.unina.it/id/eprint/8960
DOI: 10.6092/UNINA/FEDOA/8960

Abstract

L’obesità è una malattia cronico degenerativa, causata da una combinazione di fattori: ereditari, genetici, metabolici, alimentari, culturali, sociali e psicologici. Quantità eccessive di grasso corporeo costituiscono un pericolo per la salute, soprattutto per il rischio di insorgenza di alcune malattie, quali ipertensione arteriosa, malattie dell’apparato cardiocircolatorio, diabete, osteoporosi, steatosi epatica che nel complesso sono conosciute come sindrome metabolica Un bilancio energetico cronicamente positivo può comportare l’instaurarsi di uno stato di insulino-resistenza prima nel tessuto adiposo, ed in seguito in tutti i tessuti sensibili all’insulina. Se la capacità di espansione degli adipociti è bassa, questi divengono ipertrofici, questa ipertrofia rappresenta una possibile condizione di stress per la cellula, in particolare per il RE, che può attivare pathway metabolici che comportano insulino-resistenza, rilascio di proteine chemoattrattanti dei macrofagi, e se l’infiammazione persiste, la morte dell’adipocita. L’insulino–resistenza degli adipociti, caratterizzata da una bassa capacità liposintetica ed alta capacità lipolitica, causa un aumento in circolo di acidi grassi liberi, questi ultimi si accumulano in maniera ectopica in molti tessuti, tra cui il fegato, comportando lipotossicità ed insulino-resistenza. La disfunzione di alcuni importanti organelli cellulari può essere coinvolta nell’evoluzione della NAFLD (non alcoholic fatty liver disease), gli organelli maggiormente interessati sono il reticolo endoplasmatico ed i mitocondri. Il malfunzionamento del RE provoca la risposta UPR (risposta della proteina non-ripiegata) che è un meccanismo che tende a ripristinare l’omeostasi del RE comportando una condizione di ripresa dell’intera cellula. Se L’UPR fallisce la cellula andrà incontro all’apoptosi e verrà fagocitata dalle cellule di Kupffer ed altri fagociti attivati in situ dal rilascio di citochine. I mitocondri giocano un ruolo importante nel metabolismo della cellula, essendo il principale sito di ossidazione degli acidi grassi e della fosforilazione ossidativa e, al tempo stesso, il più importante sito cellulare di produzione di ROS. L’ eccessiva produzione di specie reattive dell’ossigeno (ROS) è uno dei possibili meccanismi che spiegano la disfunzione mitocondriale che si ritrova nella NAFLD. In queste condizioni si hanno variazioni strutturali e funzionali sia nell’ambito del singolo mitocondrio sia a livello dell’intera rete mitocondriale, in cui i singoli elementi non sono più visti come organelli isolati ma in costante comunicazione fra loro tramite meccanismi di fusione e di fissione mitocondriale.

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