Falleti, Jessica (2013) IGH FISH DNA PROBE NEI PROCESSI LINFOPROLIFERATIVI B CELLULARI CUTANEI. [Tesi di dottorato]

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Tipologia del documento: Tesi di dottorato
Lingua: Italiano
Titolo: IGH FISH DNA PROBE NEI PROCESSI LINFOPROLIFERATIVI B CELLULARI CUTANEI
Autori:
AutoreEmail
Falleti, Jessicashabo1@inwind.it
Data: 29 Marzo 2013
Numero di pagine: 29
Istituzione: Università degli Studi di Napoli Federico II
Dipartimento: Sanità Pubblica
Scuola di dottorato: Scienze biomorfologiche e chirurgiche
Dottorato: Morfologia clinica e patologica
Ciclo di dottorato: 25
Coordinatore del Corso di dottorato:
nomeemail
Montagnani, Stefaniamontagna@unina.it
Tutor:
nomeemail
De Rosa, Gaetanogaderosa@unina.it
Data: 29 Marzo 2013
Numero di pagine: 29
Parole chiave: processi linfoproliferativi, cute, clonalità
Settori scientifico-disciplinari del MIUR: Area 06 - Scienze mediche > MED/08 - Anatomia patologica
Informazioni aggiuntive: Il lavoro di ricerca è stato svolto presso il Dipartimento di Scienze Biomorfologiche e Funzionali, Sez. di Anatomia Patologica, attualmente Dipartimento di Scienze Biomediche Avanzate, Sez. di Anatomia Patologica
Depositato il: 11 Apr 2013 11:19
Ultima modifica: 22 Lug 2014 13:02
URI: http://www.fedoa.unina.it/id/eprint/9252
DOI: 10.6092/UNINA/FEDOA/9252

Abstract

I linfomi cutanei primitivi sono un gruppo eterogeneo di disordini che originano da cellule linfoidi T e B della cute senza alcuna evidenzia di malattia extracutanea al momento della diagnosi e nei sei mesi successivi. Tuttavia, così come in altri distretti, non tutti processi linfoproliferativi cutanei sono maligni, ma possono esistere delle forme benigne di iperplasia linfoide con o senza atipie che mimano i processi maligni e che non necessitano di nessuna terapia. I criteri per distinguere tra una iperplasia linfoide ed un linfoma B-cellulare di basso grado non sono ben definiti; la diagnosi di un processo linfoproliferativo cutaneo resta attualmente una delle maggiori difficoltà in dermatopatologia poiché le sole caratteristiche citomorfologiche sono insufficienti per la diagnosi. La morfologia, quindi, deve essere necessariamente integrata con le caratteristiche immunofenotipiche e citogenetiche. L’identificazione della clonalità in un infiltrato cellulare linfoide, in un appropriata presentazione clinica, dovrebbe far porre una diagnosi di linfoma. L’applicazione di tecniche di immunocitochimica ed analisi molecolare ha mostrato che alcuni casi classificati come iperplasia linfoide o pseudolinfoma contengono una popolazione monoclonale B cellulare e che quindi sono stati successivamente considerati veri linfomi e viceversa. Il locus della catena pesante IgH delle immunoglobuline umane è situato sul cromosoma 14q32 ed è coinvolto in diverse traslocazioni con partner cromosomici specifici in numerosi linfomi non Hodgkin (LNH). La sonda IgH FISH DNA con segnale di split è composta da due fluorocromi coniugati a due filamenti di DNA: un filamento, coniugato a fluoresceina verde, lega il segmento telomerico di 612 Kb fino al breakpoint; il secondo, coniugato a Texas Red, lega il segmento centromerico di 460 Kb fino al breakpoint. Quando il gene è integro, la sonda genera un segnale di fusione; in caso di traslocazione la sonda genera due segnali distinti (split signal) verde e rosso. Pertanto la sonda dovrebbe identificare qualsiasi punto di rottura che coinvolga il locus IgH valutando la clonalità del corrispondente processo linfoproliferativo indipendentemente dal partner coinvolto e da uno specifico sottotipo. Scopo dello studio: valutare l’efficacia della sonda IgH FISH DNA probe nella diagnosi di processi linfoproliferativi B cellulari su biopsie cutanee. Sono stati selezionati 20 casi, in particolare: 7 linfomi non-Hodgkin B-cellulari , 12 casi di iperplasia linfoide atipica B-cellulare (sia più probabilmente reattiva e sia possibile espressione di linfoma di basso grado) ed uno pseudolinfoma da Leishmaniosi cutanea. La nostra serie è costituita da 20 pazienti di cui 13 di sesso femminile e 7 di sesso maschile, con range di età compreso tra 6 e 76 anni con età media di 51.2 anni. Le biopsie sono state effettuate in diversi distretti cutanei e, nello specifico, tutte da lesioni cutanee singole in assenza di coinvolgimento linfonodale e/o sistemico. Per ogni caso sono stati contati un totale di 200 nuclei; il segnale era considerato “vero” se il nucleo era intatto e non sovrapposto ad altri. E’stato considerato positivo un segnale di split ≥ 10%, e negativo un segnale di split < 10%. I risultati ottenuti sono stati correlati con metodiche di biologia molecolare ed integrati con i dati clinici: nello specifico la sonda ha dimostrato il segnale di split nei casi diagnosticati come franco linfoma e negli unici due ove, essendo disponibile il follow-up, si evidenzia la progressione in linfoma. Tali dati ci permettono di dire che la sonda IGH FISH DNA segnale di split ha mostrato una elevata sensibilità per il riconoscimento della clonalità nei disordini linfoproliferativi cutanei valutata su campioni di biopsie cutanee: Questo risultato deve essere considerato “promettente” ed un buon punto di partenza per valutare l’applicabilità della sonda in rapporto alla PCR e, specificamente all’area grigia dell’ iperplasia linfoide atipica B-cellulare, su una casistica certamente più ampia e con un buon follow-up.

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