Buonanno, Daniela (2014) Ruralurbanism. Paesaggi Produttivi. [Tesi di dottorato]

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Tipologia del documento: Tesi di dottorato
Lingua: Italiano
Titolo: Ruralurbanism. Paesaggi Produttivi
Autori:
AutoreEmail
Buonanno, Danielabuonannodaniela@gmail.com
Data: 31 Marzo 2014
Numero di pagine: 180
Istituzione: Università degli Studi di Napoli Federico II
Dipartimento: Architettura
Scuola di dottorato: Architettura
Dottorato: Progettazione urbana ed urbanistica
Ciclo di dottorato: 26
Coordinatore del Corso di dottorato:
nomeemail
Miano, Pasqualepasmiano@unina.it
Tutor:
nomeemail
Piscopo, Carmine[non definito]
Data: 31 Marzo 2014
Numero di pagine: 180
Parole chiave: Architettura, Agricoltura, Paesaggio
Settori scientifico-disciplinari del MIUR: Area 08 - Ingegneria civile e Architettura > ICAR/14 - Composizione architettonica e urbana
Depositato il: 10 Apr 2014 15:17
Ultima modifica: 15 Mag 2016 01:00
URI: http://www.fedoa.unina.it/id/eprint/9971

Abstract

La considerazione che la terra fosse una risorsa illimitata ha giustificato, nel tempo, un concetto insostenibile, in particolare in campo edilizio, di “sviluppo all’infinito”, e un’idea di paesaggio passivo, da sfruttare per diritto, senza alcun dovere, che è molto distante dal valore (oggi per fortuna ampiamente riconosciuto) di paesaggio come bene comune. Rispetto a questo “stato di necessità”, di cambiamento e di mutazione di condizioni che fino a pochi anni addietro potevano essere considerate “stabili”, si rende oggi urgente una maggiore consapevolezza del campo delle nostre responsabilità nei confronti della terra, insieme con la necessità di analizzare in profondità il rapporto tra progettazione dell’ambiente naturale e agricolo e progettazione degli spazi urbani. Al di là delle mode e di alcune discutibili sperimentazioni, ciò che nella nuova fase di ripensamento dei nostri contesti urbani deve prevalere è il cambiamento della sensibilità nei confronti di questi temi, che si origina e si addensa intorno ad uno stato di necessità, a cui fa seguito una fiducia verso il raggiungimento di una concreta e possibile integrazione uomo e natura, capace di estendersi all’intero pianeta, invertendo il punto di vista antropocentrico proprio del pensiero moderno. Così, come un tempo, un sapere definito si è stretto intorno ai termini di “architettura” e “città”, oggi nuove sperimentazioni, volutamente e necessariamente meno definitive, si vanno costruendo intorno ai concetti di “mutazione”, “cambiamento”, “nuove nature”, attraverso un’operazione che inizia ad allargare il campo di indagine del progetto urbano, includendo frontiere che potevano, nel passato, apparire distanti e diverse dalla disciplina del progetto urbano. L’obiettivo della ricerca è quello di individuare una possibile strategia di integrazione tra lo spazio rurale e lo spazio urbano, da sperimentare attraverso l’architettura e la ridefinizione del concetto di paesaggio produttivo, inteso come elemento strutturale della città contemporanea. Il ruralurbanism rappresenta un modo per raccontare una visione, un progetto di cambiamento per ottenere una migliore qualità della vita delle persone e per consentire una riattivazione fisica, economica e sociale dei territori dismessi o abbandonati, sia rurali che urbani. In tale modo la geografia degli spazi agricoli diventa parte integrante della struttura della città contemporanea, un substrato continuo fatto di terra che sostiene e supporta la città, la rende sostenibile, l’alimenta. Se esistono la città e l’ ANTIcittà, che è tutto quanto di invisibile agisce all’interno della città stessa e la corrode, attraverso azioni umane frammentarie e individualistiche, allora è possibile pensare di potere dar luogo anche ad un sistema “PROcittà”, un sistema fertile, che unisce e crea nuove forme di collettività e che lavora con lo scopo di accrescere la città e di renderla più sostenibile. Così, mentre molto è stato scritto circa i vantaggi e i benefici prodotti dall’agricoltura urbana, in termini alimentari, sociali, economici e culturali, poco è stato invece detto circa le profonde implicazioni che esso può avere per la forma e la struttura della città stessa. Diviene così necessario, e questo è un ulteriore obiettivo della tesi, sondare ulteriormente come e in che modo la produzione agricola, come elemento formativo della struttura urbana, più che come singolo elemento da aggiungere ad essa, possa influenzare la configurazione spaziale delle città. In questo senso, la ricerca individua un campo aperto di indagine, secondo un taglio diviso tra continuità e confluenze disciplinari, includendo frontiere distanti e individuando nuovi materiali urbani che concernono tutto ciò che l’uomo produce (erosione delle coste, paesaggi della dispersione, cambiamenti climatici). Ecco allora la necessità di un’inversione del senso di alcuni valori e di alcune pratiche, che l’ipotesi di ricerca prova a mettere in luce. Il ruolo dell’architettura, da segno forte e dominante nella città moderna, si ripensa oggi come ragione flessibile, adattabile e reversibile nelle sue funzioni d’uso, presentandosi come un sistema in grado di creare nuove connessioni e relazioni, dove accogliere le figure del cambiamento, secondo un gioco di possibili annessioni che dismette antiche opposizioni, per aprirsi a una condizione in grado di “produrre terra”.

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