Randazzo, Giuseppina (2014) LA NARRAZIONE FOTOGRAFICA DEL MONDO TRA FILOSOFIA E ARCHITETTURA. [Tesi di dottorato]

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Tipologia del documento: Tesi di dottorato
Lingua: Italiano
Titolo: LA NARRAZIONE FOTOGRAFICA DEL MONDO TRA FILOSOFIA E ARCHITETTURA
Autori:
AutoreEmail
Randazzo, Giuseppinagiusyrandazzo@vitapensata.eu
Data: 27 Marzo 2014
Numero di pagine: 180
Istituzione: Università degli Studi di Napoli Federico II
Dipartimento: Studi Umanistici
Scuola di dottorato: Scienze filosofiche
Dottorato: Filosofia dell'interno architettonico
Ciclo di dottorato: 26
Coordinatore del Corso di dottorato:
nomeemail
Lomonaco, Fabrizioflomonac@unina.it
Tutor:
nomeemail
Pititto, Rocco[non definito]
Data: 27 Marzo 2014
Numero di pagine: 180
Parole chiave: Fotografia, architettura, filosofia, immagine, tecnica, cultura visuale, ermeneutica, fenomenologia
Settori scientifico-disciplinari del MIUR: Area 08 - Ingegneria civile e Architettura > ICAR/16 - Architettura degli interni e allestimento
Area 11 - Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche > M-FIL/01 - Filosofia teoretica
Area 11 - Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche > M-FIL/04 - Estetica
Aree tematiche (7° programma Quadro): AMBIENTE (INCLUSO CAMBIAMENTO CLIMATICO) > Mobilitare conoscenza ambientale per la politica, l'industria e la società
Informazioni aggiuntive: Altra mail: aowar@tin.it
Depositato il: 10 Apr 2014 14:21
Ultima modifica: 12 Mag 2016 01:00
URI: http://www.fedoa.unina.it/id/eprint/9708

Abstract

La fotografia è uno strumento in grado di attivarci nella decodifica della realtà o nella rilettura degli eventi, non soltanto grazie alle sue potenzialità descrittive ma anche alla qualità espressiva, che talune foto possiedono. È anche vero che siamo immersi in un "mare di immagini tecniche", che per lo più hanno lo scopo di sostituirsi alla nostra coscienza critica, di disabituarci alla decodifica, di impedirci l’interpretazione, di sostituirsi all’attività più vitale dell’uomo, quella ermeneutica. Se da un lato la fotografia può contribuire a smascherare quanto si vuol far passare per ovvio, dall’altro può prestarsi a un uso manipolante. Una cultura visuale è capacità di esercitare coscienza critica ed è in questa direzione che dovrebbe dunque andare anche un’indagine sulla fotografia: promuovere l’attività ermeneutica per farci diventare osservatori avvertiti. La fotografia è d’altronde primariamente rivolta al Mondo, a quel Grande Interno Architettonico in cui siamo ontologicamente gettati. L’avvento delle immagini ridondanti, il tentativo di fare dello strumento fotografico un mezzo potente di dominio non hanno impedito alla vera fotografia di farsi riconoscere. I suoi tratti distintivi, colpendoci, ci ridestano allargando il nostro orizzonte di senso, obbligandoci a un gesto ermeneutico che necessita della nostra disposizione emotiva, che si fonda sul nostro giudizio, che ci restituisce alla nostra coscienza critica.

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