Scotellaro, Lucrezia (2015) ETSI DEUS DARETUR.Dio, l'uomo, il diritto.Il dia-logo di Joseph Ratzinger - Benedetto XVI con la società civile. [Tesi di dottorato]

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Tipologia del documento: Tesi di dottorato
Lingua: Italiano
Titolo: ETSI DEUS DARETUR.Dio, l'uomo, il diritto.Il dia-logo di Joseph Ratzinger - Benedetto XVI con la società civile
Autori:
AutoreEmail
Scotellaro, Lucrezia[non definito]
Data: 2015
Numero di pagine: 237
Istituzione: Università degli Studi di Napoli Federico II
Dipartimento: Giurisprudenza
Scuola di dottorato: Scienze giuridico-economiche
Dottorato: Filosofia del diritto - arte e tecnica della giurisprudenza-ermeneutica dei diritti dell'uomo
Ciclo di dottorato: 26
Coordinatore del Corso di dottorato:
nomeemail
Romeo, Francescofrancesco.romeo@unina.it
Tutor:
nomeemail
Marino, Giovanni[non definito]
Data: 2015
Numero di pagine: 237
Parole chiave: Etsi Deus daretur
Settori scientifico-disciplinari del MIUR: Area 12 - Scienze giuridiche > IUS/20 - Filosofia del diritto
Depositato il: 08 Apr 2015 12:48
Ultima modifica: 04 Dic 2016 02:00
URI: http://www.fedoa.unina.it/id/eprint/10208
DOI: 10.6092/UNINA/FEDOA/10208

Abstract

Poco prima di diventare Papa il cardinale Ratzinger propone ai laici di capovolgere l'assioma degli illuministi, l'etsi Deus non daretur nel cui segno nasce la modernità, poiché "anche chi non riesce a trovare la via dell'accettazione di Dio dovrebbe comunque cercare di vivere e indirizzare la sua vita veluti si Deus daretur, come se Dio ci fosse". La questione, ripresa da giuristi, filosofi e teologi contemporanei, comporta una riflessione sul 'ritorno' politico della religione, in uno scenario in cui si intrecciano la crisi dello Stato democratico, l'emergere di una diffusa indifferenza verso la religione, e, al tempo stesso, anche la ricerca di un ethos per i giuristi, per l'intera società. Etsi Deus non daretur, veluti si Deus daretur: tra la tentazione secolarista che bolla ogni forma di cultura religiosa come regressione irrazionale e la tentazione integralista che vuole imporre autoritativamente le verità di un'unica fede religiosa, Ratzinger –Benedetto XVI disegna il percorso di un dialogo non solo come strumento di necessario 'cum-promittere', ma come metodo di ritrovamento di se stessi e quindi come fonte di autentica libertà. Egli presenta alla società tecnico scientifica del nuovo millennio la sua proposta, utilizzando le coordinate che la società nella quale viviamo, figlia della modernità, utilizza come basilari, quindi la innanzitutto la ragione. Il paradigma utilizzato è quello della ragionevolezza della fede. La teologia di Ratzinger assume la ragione come alfa e omega, perché la ragione cui fa riferimento è il logos dei greci, il Dabar ebraico, e il Logos-verbum dei cattolici, il solo capace di parlare, ora come allora, agli uomini, perché l'unico capace di porsi anche, e nello stesso tempo, in ascolto dell'altro. Natura e ragione, sono da considerare le vere "fonti" del diritto per lo Stato liberale di diritto, una sfida per tutti, Chiesa compresa. La sua proposta immediata non è di fede, ma è di dialogo: un dialogo che consenta a tutti di riconoscere alcuni principi basilari, che ruotano intorno alla dignità inviolabile dell'uomo (di ogni uomo), e che sappia trarre da questi principi un criterio condiviso di giustizia. Molti hanno riflettuto intorno a questo 'invito', altrettanti lo hanno accolto, non sono mancati, però, quelli che, pur non rifiutando il confronto, dissentono. Nella prospettiva offerta da Ratzinger, quello che la teologia offre al giurista si presenta, nello stesso tempo, come una 'riserva' di senso e di speranza. Punti di partenza sono sempre il rapporto fede e ragione orientati e potremmo dire, originati dalla verità. Il monito di Benedetto XVI è in sostanza un invito affinché la democrazia attuale si ponga la questione della verità del diritto; che poi altro non è se non la questione della concordanza del diritto stesso con dei criteri oggettivi della moralità che non siano subordinati al potere umano.

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