Veneroso, Maria Cristina (2016) Un modello per indirizzare i protocolli di valutazione degli apprendimenti e delle abilità attentive ed esecutive in soggetti appartenenti alla fascia di età 16/19 anni e ricadute in termini d’inclusione e partecipazione nei contesti formativi. [Tesi di dottorato]

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Tipologia del documento: Tesi di dottorato
Lingua: Italiano
Titolo: Un modello per indirizzare i protocolli di valutazione degli apprendimenti e delle abilità attentive ed esecutive in soggetti appartenenti alla fascia di età 16/19 anni e ricadute in termini d’inclusione e partecipazione nei contesti formativi
Autori:
AutoreEmail
Veneroso, Maria Cristinacristinaveneroso@libero.it
Data: 30 Marzo 2016
Numero di pagine: 174
Istituzione: Università degli Studi di Napoli Federico II
Dipartimento: Studi Umanistici
Scuola di dottorato: Scienze psicologiche e pedagogiche
Dottorato: Scienze psicologiche e pedagogiche
Ciclo di dottorato: 27
Coordinatore del Corso di dottorato:
nomeemail
Striano, Mauramaura.striano@unina.it
Tutor:
nomeemail
Striano, Maura[non definito]
Data: 30 Marzo 2016
Numero di pagine: 174
Parole chiave: Scienze bioeducative, Funzioni esecutive, Disturbi specifici di apprendimento, didattica inclusiva
Settori scientifico-disciplinari del MIUR: Area 11 - Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche > M-PED/01 - Pedagogia generale e sociale
Depositato il: 09 Apr 2016 18:53
Ultima modifica: 26 Mag 2017 01:00
URI: http://www.fedoa.unina.it/id/eprint/10886

Abstract

La ricerca, si colloca nel filone di studi delle scienze bioeducative e affronta, al suo interno, il tema dei Disturbi Specifici di Apprendimento. La ricerca segue un approccio transdisciplinare e, partendo dall’ipotesi che l’attenzione, la memoria e le emozioni sono elementi centrali dell’apprendimento, ha inteso effettuare una prima ricognizione sulla raccolta del dato normativo di sviluppo delle capacità di gestire risorse attentive e memoria che appartengono al Sistema Esecutivo e le abilità di lettura, comprensione e problem solving, valutando anche la variabilità intraindividuale nei tempi di reazione (RT) con prove di cronometria mentale che utilizzano paradigmi a tempi di reazione avendo come riferimento gli studenti appartenenti alla fascia di età tra i 16 e 19 anni. La prima parte del lavoro, a partire da una descrizione delle caratteristiche generali e dell’ espressività dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento in adolescenza, prosegue con il portare ipotesi a sostegno di quanto, proprio quando si parla di difficoltà nell’apprendimento, sia necessario un approccio “Pedagogico Integrato”. Viene così effettuata una sintesi delle ricerche presenti in pedagogia a partire dall’approccio Piagetiano sino a quello delle Scienze Bioeducative che, non svilendo l’identità pedagogica nelle problematiche della formazione e nel processo di apprendimento, forniscono nuove prospettive di traduzione rispetto a quali siano e come agiscano i sistemi che sottostanno gli apprendimenti ancor di più se gli stessi risultino compromessi. Per questo motivo il lavoro prosegue affrontando il problema dell’interdisciplinarietà tra Neuroscienze e Scienze dell’Educazione al fine di acquisire gli elementi utili ad una riflessione che delinea il profilo e a da corpo e significato al lavoro svolto sia in ambito strettamente educativo sia in ambito clinico ed abilitativo. In questa prospettiva vengono passati in rassegna diversi modelli di lettura dell’organizzazione della mente e le implicazioni pedagogiche che ne derivano. Dalla complessità di tale dialogo si evidenzia non solo la necessità di ripensare all’apprendimento alla luce dei più recenti contributi provenienti dalle neuroscienze, della psicologia, delle scienze cognitive ma anche, di conseguenza, di operare per una fattiva trasformazione ed adattamento dei curricoli formativi avendo come obiettivo l’orientamento degli stessi verso la promozione di un “apprendimento integrato”. Viene dunque esposto il lavoro sperimentale effettuato in regime di convenzione interateneo tra l'Università degli studi di Napoli "Federico II" e l’Università degli Studi di Genova - Polo Universitario di ricerca e intervento sui disturbi del linguaggio e dell’apprendimento “M.T. Bozzo”. Si è ipotizzato che una lettura “neuropsicologica/multicomponenziale” del disturbo, collocata all’interno della più ampia visione delle scienze bioeducative e di una visione “ecologica” del soggetto in formazione possa consentire l’elaborazione e costruzione di profili di funzionamento in grado di permettere la “connessione” tra le specifiche differenze inter/intra individuali del funzionamento cognitivo con le istanze relazionali, psicologiche, sociali di cui ogni individuo è portatore. Il lavoro si è posto come l’obiettivo di: - effettuare una prima ricognizione relativamente alla raccolta del dato normativo su come si svolgono e si organizzano gli apprendimenti scolari (lettura, calcolo, comprensione, problem solving) degli studenti appartenenti alla fascia di età 16/19 anni; - verificare se e quale correlazione ci fosse tra gli aspetti mnestici ed attentivi intesi come le capacità che appartengono al Sistema Esecutivo con le abilità scolari degli studenti appartenenti alla fascia di età 16/19 anni; - raccogliere i dati della misura diretta dell'attenzione spaziale, dell'allerta, del controllo del conflitto cognitivo (con prove di cronometria mentale che utilizzano paradigmi a tempi di reazione) e la valutazione dei sistemi di disturbo portati dalle “Default Mode Network”con lo studio dei parametri Mu, Sigma e Tau delle ex Gaussiane. Le valutazioni sono state effettuate utilizzando un protocollo che ha previsto la somministrazione di prove utili alla verifica del funzionamento dei moduli di lettura, calcolo, abilità di comprensione e problem solving e la somministrazione di prove utili alla verifica di alcune abilità che dipendono dal Sistema Attentivo Supervisore e che sono andate ad a indagare il funzionamento dei diversi tipi di Attenzione, la Visuopercezione e le Memorie. Il campione di ricerca ha previsto la partecipazione di 188 soggetti appartenenti alla scuola superiore di secondo grado di due Istituzioni scolastiche dell’area metropolitana della città di Napoli. (54 soggetti, di classe III, età media=16,3; 81 soggetti, classe IV, età media=17,1; 53 soggetti, classe V, età media=18,1). Le analisi statistiche effettuate hanno evidenziato: un incremento di automatizzazione degli aspetti esecutivi e modulari (lettura, comprensione, problem solving), il ruolo centrale assunto dagli aspetti esecutivi nell’ adempiere a tale abilità, la riduzione dei tempi di reazione, anche in caso di gestione dell’interferenza, da parte dei soggetti di età maggiore. Come già evidenziato, il lavoro affronta il problema dei Disturbi Specifici di Apprendimento avendo come riferimento l’età dell’adolescenza e della tarda adolescenza, all’interno di una visione bio-educativa. Lo studio apre alla possibilità a poter utilizzare i dati ottenuti come contributo utile al passaggio da una visione riduttiva dei Disturbi Specifici di Apprendimento ad una visione più ampia che li individui come espressione di una caratteristica personologica. Da ciò emerge, come questione attuale e problematica, la formazione dei docenti affrontabile pensando a percorsi in grado di costruire non solo le conoscenze di base sui rapporti che esistono tra i processi cognitivi associati all’apprendimento ma soprattutto passare la consapevolezza che nella pratica educativa è possibile integrare i dati della ricerca neuro scientifica per favorire la ricerca transdisciplinare di modelli esplicativi utili all’elaborazione di soluzioni educative applicabili e flessibili.

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