Borea, Serena (2017) Imprevista Pompei. Restauro e valorizzazione del margine sud-occidentale della città antica. (1905-1961). [Tesi di dottorato]

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Tipologia del documento: Tesi di dottorato
Lingua: Italiano
Titolo: Imprevista Pompei. Restauro e valorizzazione del margine sud-occidentale della città antica. (1905-1961)
Autori:
AutoreEmail
Borea, Serenaserenaborea@hotmail.com
Data: 9 Aprile 2017
Numero di pagine: 310
Istituzione: Università degli Studi di Napoli Federico II
Dipartimento: Architettura
Scuola di dottorato: Architettura
Dottorato: Architettura
Ciclo di dottorato: 29
Coordinatore del Corso di dottorato:
nomeemail
Russo, Michelangelorussomic@unina.it
Tutor:
nomeemail
Picone, Renata[non definito]
Data: 9 Aprile 2017
Numero di pagine: 310
Parole chiave: restauro / città e archeologia / valorizzazione del margine archeologico
Settori scientifico-disciplinari del MIUR: Area 08 - Ingegneria civile e Architettura > ICAR/19 - Restauro
Depositato il: 18 Apr 2017 14:48
Ultima modifica: 07 Mar 2018 12:59
URI: http://www.fedoa.unina.it/id/eprint/11511

Abstract

Il dibattito che vede oggi coinvolte le istanze del restauro e della conservazione, in riferimento ai rapporti che legano l’archeologia alle città, è il campo di indagine nel quale questa tesi di ricerca si vuole inserire, con l’obiettivo di sviluppare una trattazione che, partendo da tematiche generali, si cali poi sul caso della città di Pompei. L’ Obiettivo della tesi è quello, in primo luogo, di affrontare il tema del rapporto tra archeologia e città, guardando con approccio storico il significato stesso di rovina che ogni epoca si è data. Ogni fase storica ha restituito alla rovina un valore ben definito, frutto delle politiche e della situazione sociale di quel dato tempo, e, quindi, di per sé non ripetibile. E’ proprio da questa consapevolezza, che a seguito della presa di coscienza di questi valori, l’archeologica trova spazio nella città, stabilendo con essa nuove dinamiche di convivenza. L’ Obiettivo è quello di studiare, partendo dal bordo dell’area archeologica, come queste dialoghino con il contesto urbano prossimo e come ne possano eventualmente aver condizionato un possibile sviluppo. Si passerà poi al cuore della ricerca rappresentato dal caso studio dell’area archeologica di Pompei e il suo margine sud-occidentale. Partendo dall’analisi dei rapporti che insistono tra il bordo l’area archeologica e il confine del tessuto urbano prossimo la ricerca intende sviluppare un approfondimento su una porzione di territorio che dal momento della sua definizione non è mai appartenuta completamente né all’area archeologica e alla sua ragionata e sistematica divisione in Regiones, né al tessuto scompaginato e disomogeneo della Pompei in espansione. Un territorio ibrido quindi. La ricerca intende soffermarsi sulle vicende storiche e le ragioni che hanno determinato la configurazione attuale di questa parte di territorio, partendo dal momento in cui esso si è costituito, ovvero dalla prima metà del XX secolo. La ricerca in particolare intende soffermarsi sul periodo che va dalla direzione degli Scavi di Pompei di Antonio Sogliano a quella di Amedeo Maiuri e, approfondendo gli studi esistenti attraverso il contributo di fonti inedite, cogliere le vicende che hanno determinato l’ attuale margine sud-occidentale della città archeologica. Un’ultima riflessione, infine, intende soffermarsi sull’analisi delle principali vicende che, dalla metà del XX secolo in poi, hanno caratterizzato la percezione della città archeologica di Pompei dal margine sud – occidentale e i principali progetti sviluppati su quel fronte, con le finalità di favorire più facili connessioni tra la città archeologica e la Pompei moderna. La proposta finale che la tesi intende formulare si basa principalmente su uno studio volto alla ri-significazione del margine sud-occidentale dell’area archeologica di Pompei partendo dall’assunto che questa porzione di territorio si pone, per la sua naturale costituzione, come un elemento di per sé autonomo sia al tessuto moderno che alla città antica, considerandolo, dunque, come una parte della forma urbis mutevole sia nella sua consistenza fisica, che nelle sue trasformazioni in rapporto al tempo. Tali considerazioni hanno reso il margine un elemento interessante, frutto di trasformazioni sia legate al disvelamento dell’area archeologica, sia risultati delle trasformazioni urbane. Questa doppia genitorialità ha di fatto reso quest’ area di nessuno, un non luogo, carica però di elementi portatori di opportunità volti alla valorizzazione dell’intera città archeologica.

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