Sgro', Giovanni (2009) Ragione e rivoluzione. La recezione e critica della "Rechtsphilosophie" hegeliana in Eduard Gans, Arnold Ruge e Karl Marx. [Tesi di dottorato] (Inedito)

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Tipologia del documento: Tesi di dottorato
Lingua: Italiano
Titolo: Ragione e rivoluzione. La recezione e critica della "Rechtsphilosophie" hegeliana in Eduard Gans, Arnold Ruge e Karl Marx
Autori:
AutoreEmail
Sgro', Giovanni[non definito]
Data: 29 Novembre 2009
Numero di pagine: 140
Istituzione: Università degli Studi di Napoli Federico II
Dipartimento: Filosofia "Antonio Aliotta"
Dottorato: Scienze filosofiche
Ciclo di dottorato: 21
Coordinatore del Corso di dottorato:
nomeemail
Di Marco, Giuseppe Antonio[non definito]
Tutor:
nomeemail
Di Marco, Giuseppe Antonio[non definito]
Borrelli, Gianfranco[non definito]
Data: 29 Novembre 2009
Numero di pagine: 140
Parole chiave: G.W.F. Hegel, Eduard Gans, Arnold Ruge, Karl Marx, Filosofia del diritto, Rivoluzione del 1848, Scuola hegeliana, Sinistra hegeliana, Giovane Marx, Linkshegelianer, Junghegelianer, Rechtsphilosophie, Vormärz.
Settori scientifico-disciplinari del MIUR: Area 11 - Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche > M-FIL/06 - Storia della filosofia
Area 14 - Scienze politiche e sociali > SPS/01 - Filosofia politica
Area 12 - Scienze giuridiche > IUS/20 - Filosofia del diritto
Depositato il: 15 Dic 2009 20:46
Ultima modifica: 02 Dic 2014 10:39
URI: http://www.fedoa.unina.it/id/eprint/4156

Abstract

Nel presente studio mi sono proposto di ricostruire le peculiari letture della «Rechtsphilosophie» hegeliana avanzata da tre esponenti di spicco della scuola hegeliana: Eduard Gans, Arnold Ruge e Karl Marx. Nel «Capitolo primo» ho ricostruito le risposte e le precisazioni che Hegel stesso fornì ai suoi primi critici, soprattutto riguardo alla famosa e famigerata tesi dell’identità di reale e razionale e allo statuto logico-ontologico della verace realtà (§§ 1.1.-1.2.). Da una lettura sinergica del testo a stampa dei «Lineamenti» con il testo acroamatico delle lezioni emerge uno Hegel indubbiamente ed essenzialmente diverso, un insospettato e insospettabile Hegel segreto (§ 1.3.). Nel «Capitolo secondo» mi sono soffermato sulla lettura in chiave liberale e progressista della «Rechtsphilosophie» fornita da Eduard Gans (§§ 2.1.-2.2.) e sulla prima vera critica “da sinistra” alla «Filosofia del diritto», rappresentata dal saggio di Arnold Ruge, «Die Hegelsche Rechtsphilosophie und die Politik unsrer Zeit» (1842). Nel § 2.3. ho cercato di mettere in rilievo l’enorme importanza di questo scritto, che rappresenta, a ben vedere, non solo una preziosa testimonianza della svolta critico-storica e insieme “antihegeliana” degli «Junghegelianer», ma anche un precedente immediato della critica al processo hegeliano di trasfigurazione delle istituzioni empiriche dello Stato prussiano a momenti dell’Assoluto, che vedremo ritornare quale momento centrale nella e della «Kritik» marxiana. Nel «Capitolo terzo» ho offerto un ampio “attraversamento” del commento critico che nella primavera-estate del 1843 il giovane Marx dedicò ai §§ 261-313 (Il diritto statuale interno) della terza sezione (Lo Stato) della terza parte (L’eticità) dei «Lineamenti di Filosofia del diritto» di Hegel. Dopo aver adeguatamente “contestualizzato” la genesi della «Kritik des Hegelschen Staatsrechts» nello sviluppo filosofico-politico del giovane Marx (§ 3.1.), particolare attenzione è stata dedicata nel corso dell’esposizione alla critica che Marx muove alla logica aprioristico-surrettizia che sottosta alla deduzione hegeliana del monarca ereditario (§ 3.2.), alla concezione marxiana della «vera democrazia» come «enigma risolto di tutte le costituzioni» (§ 3.3.), alla dialettica di burocrazia e corporazioni (§ 3.4.), alla critica dell’antinomicità della costruzione hegeliana del potere legislativo (§ 3.5.), alla critica dell’elemento politico-di-ordine quale istanza di mediazione tra Stato e società civile (§§ 3.6.-3.7.), nonché alle critiche che Marx rivolge al maggiorascato (§ 3.8.) e alla delega politica (§ 3.9.). Nel capitolo conclusivo («A guisa di conclusione») ho riassunto, in una sorta di “bilancio aperto”, alcuni dei risultati raggiunti nel presente lavoro, il quale, come qualsivoglia «storia delle interpretazioni di Hegel», finisce anch’esso «inevitabilmente col diventare» un «capitolo della storia politica e culturale della borghesia tedesca» (D. Losurdo). In effetti, oltre a (pro)porsi come una ricostruzione storico-filologica della «Rezeptions- und Wirkungsgeschichte» dei «Lineamenti di filosofia del diritto» di Hegel in alcuni esponenti dell’ala “progressista” della scuola hegeliana (i «Linkshegelianer» o «Junghegelianer»), da un lato, e come un contributo sulla formazione filosofico-politica del giovane Marx, dall’altro, il presente studio potrebbe essere considerato – a un livello meno immediato, ovvero più indiretto – anche come un contributo sul ruolo svolto dagli «Junghegelianer» nella preparazione ideologica e politica alla rivoluzione europea del 1848.

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