Arienzo, Alessandro Ragion di stato costituzionale e democrazia dell’emergenza: i percorsi contemporanei della conservazione politica. In: RAZÃO DE ESTADO E DEMOCRACIA, 4-5 giugno 2009, Universidad Beira Interior, Portugal. (In stampa)

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Tipologia del documento: Contributo a Convegno o Workshop (Discorso)
Titolo: Ragion di stato costituzionale e democrazia dell’emergenza: i percorsi contemporanei della conservazione politica
Autori:
AutoreEmail
Arienzo, Alessandroalessandro.arienzo@unina.it
Dipartimento: Filosofia "Antonio Aliotta"
Titolo dell'evento: RAZÃO DE ESTADO E DEMOCRACIA
Luogo dell'evento: Universidad Beira Interior, Portugal
Data dell'evento: 4-5 giugno 2009
Parole chiave: ragion di stato, emergenza, eccezione, sovranità
Settori scientifico-disciplinari del MIUR: Area 14 - Scienze politiche e sociali > SPS/01 - Filosofia politica
Area 14 - Scienze politiche e sociali > SPS/02 - Storia delle dottrine politiche
Area 12 - Scienze giuridiche > IUS/20 - Filosofia del diritto
Depositato il: 21 Mar 2011 12:09
Ultima modifica: 17 Giu 2014 11:00
URI: http://www.fedoa.unina.it/id/eprint/7903

Abstract

L’ipotesi che guida queste pagine è che gli approcci che riconducono la ragion di stato all’ “emergenza costituzionale”, o ad una logica di mera self-preservation quando non addirittura “di potenza”, non permettono di cogliere le articolazioni di ciò che ha storicamente costituito una vera e propria ragione di governo e che, pur assumendo forme diversissime, si è posta come obiettivo prioritario la conservazione dell’ordine politico. In tal senso, gli sviluppi contemporanei della politica democratica sembrano attribuire ad un più ampio spettro di procedure e di dispositivi politici, giuridici e amministrativi la conservazione dell’ordine politico, sia sul piano della politica interna quanto su quello della politica internazionale. Le dottrine dei poteri di emergenza o il tema della ragion di stato costituzionale colgono alcune caratteristiche di rilievo della contemporanea politica democratica, ma rischiano di ridurne il tema al quadro conciliante offerto dall’ingegneria costituzionale: ossia, la costruzione e definizione di un sistema di norme che mira a regolare gli istituti della deroga e della prerogativa. Ed invece, se le «public emergency situations involve both derogations from normally available constitutional rights and alterations in the distribution of functions and power among the different organs of the State» allora la separazione netta tra governo straordinario dell’eccezione e governo ordinario della politica che sembra caratterizzare la gran parte della teoria politica democratica non permette di cogliere la quotidianità dei processi e delle prassi di conservazione del potere politico statuale. Processi che vivono, invece, tanto della permanente e dinamica alterazione nei rapporti tra i poteri e le funzioni statali, quanto delle dinamicità e delle pluralità di forme che assumono il governo degli uomini e delle popolazioni. In queste brevi note vorrei verificare l’esistenza di una connessione non episodica tra la ragion di stato e le dimensioni territoriale, nazionale e governamentale dell’organizzazione politica statuale. E come la ragion di stato implichi una prassi di governo dei corpi (individuali e collettivi) da parte del detentore del potere pubblico-politico – emersa nel corso della modernità politica entro e intorno i processi di costituzione dello stato moderno – che non è riducibile al mero fatto di un potere straordinario o derogatorio.

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