Brozzetti, Filiberto (2020) (Contro-)Narrazioni della trasparenza. Fra illusioni ed opacità relativa. [Tesi di dottorato]

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Tipologia del documento: Tesi di dottorato
Lingua: Italiano
Titolo: (Contro-)Narrazioni della trasparenza. Fra illusioni ed opacità relativa
Autori:
AutoreEmail
Brozzetti, Filibertofbrozzetti@luiss.it
Data: 6 Giugno 2020
Numero di pagine: 168
Istituzione: Università degli Studi di Napoli Federico II
Dipartimento: Giurisprudenza
Dottorato: Diritti umani. Teoria, storia e prassi
Ciclo di dottorato: 32
Coordinatore del Corso di dottorato:
nomeemail
Cascione, Cosimocosimo.cascione@unina.it
Tutor:
nomeemail
Riccobono, Francesco[non definito]
Data: 6 Giugno 2020
Numero di pagine: 168
Parole chiave: Trasparenza - sfera pubblica - privacy - etica pubblica - casa di vetro.
Settori scientifico-disciplinari del MIUR: Area 12 - Scienze giuridiche > IUS/20 - Filosofia del diritto
Depositato il: 12 Giu 2020 10:31
Ultima modifica: 28 Ott 2021 12:23
URI: http://www.fedoa.unina.it/id/eprint/13255

Abstract

La tesi affronta una critica al principio di trasparenza dal punto di vista antropologico, sociologico e filosofico-giuridico. Si è cercato d’indagare quale sia quel segno, quel limite invalicabile – e se ve ne sia uno – che esclude la vita privata di un uomo pubblico dal giudizio dei cittadini o se invece si possa pretendere una totale esposizione di chi si accolla responsabilità politiche. Lo spazio della politica è limitato all’azione nella pubblica piazza o può/deve, attraverso la specola della trasparenza, ricomprendere anche gli appartamenti privati e le parole, le relazioni, le attività, le epifanie che ad essi pertengono? Eppure inconsciamente percepiamo, nei tanti paradossi caratterizzanti la rilevanza pubblica di dettagli privati e privatissimi della vita dei governanti, una demarcazione trasversale che divide sfera pubblica e sfera privata. Qual è? Bisognerebbe infine chiedersi se tale partizione ammetta e giustifichi anche la scissione fra un’etica pubblica ed un’etica privata, che un singolo uomo potrebbe ritenere legittimamente di performare, mentre un’idea assoluta di trasparenza nega recisamente. Ci si domanda, infine, se la trasparenza, come inquadrata dal legislatore contemporaneo, costituisca un valore – ben lontano e distinto dalla virtù cui tenderebbe quale fine ultimo – o sia invece guidata dalla coscienza infelice della contemporaneità, che presto degenera in passione triste. Così, uscito dall’alveare fisiocratico di Mandeville, il sovrano è ribaltato nel suo doppio foucaultiano: il delinquente alla gogna – alla quale è dedicato il famoso inno di Defoe.

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